Stop caldaie a gas: secondo gli ecologisti dovrebbe arrivare entro il 2025
La rete di O.N.G. Coolproducts spinge per lo stop alle caldaie a gas e lo chiede entro il 2025 alla Commissione Europea
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L’Unione Europea si è da tempo mossa per quanto riguarda le tematiche ambientali e green. Un’attenzione che è culminata in un pacchetto di misure che mira a far diventare il Vecchio Continente il primo continente ad impatto zero sul clima. Misure che quindi devono per forza di cose sostenere la transizione ecologica sia delle istituzione ma anche dei privati cittadini e delle imprese. Transizione ecologica che può essere raggiunta investendo in soluzioni tecnologiche realistiche e coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli interventi in settori fondamentali.
In quest’ottica si dovrebbe quindi anche provvedere ad uno stop caldaie a gas dal momento che risultano essere altamente inquinanti. Tuttavia, le nuove regole che la Commissione Europea sta per adottare non prevedono lo stop caldaie a gas almeno fino al 2030.
A denunciare quanto appena riportato è da tempo la coalizione di O.N.G. Coolproducts. Sempre secondo l’associazione di O.N.G. le nuove regole non solo prevedono lo stop alle caldaie a gas ma ne permettono l’installazione almeno fino al 2030. Regole che se approvate, sarebbero in forte contrasto con l’obiettivo europeo di raggiungere entro il 2050 l’azzeramento dell’impatto climatico.
Ma davvero le caldaie a gas sono altamente inquinanti? Quali sono le richieste che avanza Coolproducts? Da cosa saranno sostituite le caldaie a gas dopo lo stop?
Abbiamo provato a ricapitolare le questioni più importanti qui di seguito.
Stop caldaie a gas: alcuni dati e le richieste di coolproducts
La rete di ONG Coolproducts motiva la sua richiesta per uno stop caldaie a gas da un attenta analisi sulla situazione dell’Europa per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento in funzione.
In particolare da questa analisi emerge come in Europa siano state installate circa 129 milioni di caldaie, di tutti i tipi. Di queste però, più della metà sono molto inefficienti dal momento che la loro classe energetica è molto bassa, inferiore a C. In sostanza quindi più della metà delle caldaie a gas genera spreco di energia e quindi contribuisce alle emissioni di CO2. Un fattore che è ancora più grave se consideriamo il fatto che gli impianti di riscaldamento in Europa sono alimentati da fonti fossili.
Accanto a questa analisi va inoltre considerato l’intervento, dello scorso maggio, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia dello scorso maggio a favore dello stop caldaie a gas. In particolare, secondo l’Agenzia, lo stop caldaie a gas dovrebbe arrivare entro il 2025 dal momento che questa data è frutto di studi che dimostrano che:
“permettere la vendita di caldaie e riscaldatori a combustibili fossili nell’Ue dopo quell’anno rischia di compromettere gli sforzi che diversi Stati membri stanno facendo per impedire nuove vendite di vecchie tecnologie di riscaldamento inquinanti”.
E’ dunque facilmente comprensibile il motivo per cui Coolproducts stia sostenendo in maniera così decisa lo stop caldaie a gas. In particolare la rete di O.N.G. richiede un’eliminazione graduale degli apparecchi di riscaldamento a combustibile fossile entro il 2025 attraverso le norme sull’ecodesign. Norme che la Commissione Europea dovrebbe approvare entro la fine del 2021 come più volte garantito dalla Commissione stessa.
In particolare, fra le richieste delle O.N.G. ce ne sarebbe una specifica in quanto vorrebbero far cessare l’installazione di nuove caldaie a combustibili fossili al di sotto dei 400 kW entro il 2025.
La situazione italiana
Coolproducts, citando i dati dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ha anche ricostruito un quadro completo della situazione italiana. In particolare il quadro riguarda gli impianti di riscaldamento in funzione degli edifici residenziali, commerciali e pubblici.
Da questo rapporto emerge che il settore del riscaldamento pesa per oltre il 17,7% delle emissioni di anidride carbonica totali. Ma non solo, si stima che il comparto abbia un ruolo particolarmente decisivo nell’inquinamento atmosferico (secondo i dati del 2018) in quanto è responsabile del:
- 64% della quantità di polveri sottili PM 2,5;
- 53% di PM10;
- 60% di monossido di carbonio emessi.
Le soluzioni dopo lo stop caldaie a gas per il riscaldamento delle imprese
La scelta di rinunciare, tramite un deciso stop alle caldaie a gas, agli attuali sistemi di riscaldamento è da attuare nel più breve tempo possibile. Tuttavia la scelta non può essere presa a cuor leggero. E’ infatti necessario informare i privati cittadini e gli imprenditori sui metodi alternativi tramite cui riscaldare gli ambienti.
Quali sono quindi i sistemi alternativi?
Le soluzioni, a patto che si voglia comunque ricorrere ad una caldaia, sono sostanzialmente due:
- Caldaie a condensazione. Si tratta di un sorta di evoluzione della classica caldaia in grado consumare meno energia e che garantisce un’efficienza maggiore. La differenza sta nel fatto che questa caldaia riesce ad ottenere la condensazione del vapore acqueo dei fumi di scarico riuscendo quindi a recuperare il calore del vapore. Ed è proprio grazie al recupero del calore così generato che presenta una maggiore efficienza energetica rispetto alla caldaia tradizionale. Efficienza che è anche sinonimo di una minor produzione di elementi inquinanti.
- Caldaie a biomassa. In questo tipo di caldaie, l’energia necessaria al riscaldamento ed alla produzione di acqua calda sanitaria viene fornita dalla combustione della biomassa. Il vantaggio di questo sistema è l’enorme facilità con cui è possibile reperire i vari combustili. Spesso infatti si trovano a prezzi bassissimi permettendo quindi di ridurre drasticamente i costi della gestione della caldaia.
Accanto a queste soluzioni di facile implementazione ne esistono altre basate su diverse tecnologie come le pompe di calore o come il solare termico. Soluzioni di sicura affidabilità che però, in questa sede non ci interessa approfondire.
Gli Ecobonus per la sostituzione della caldaia
Se sei un imprenditore ti sarai reso sicuramente conto di come le bollette per il riscaldamento, impattino in maniera sempre maggiore sul bilancio della tua impresa. Specie in questo momento in cui i prezzi dell’energia e del gas naturale stanno salendo vertiginosamente (ne parliamo qui). Tanto è vero che sono molte le PMI e le micro-imprese che sono schiacciate da questi costi.
Le caldaie a condensazione per le imprese e quelle a biomassa rappresentano un’ottima soluzione per ridurre questi costi senza pesare sull’ambiente che le circonda. Il risparmio medio che si può ottenere installando una caldaia a condensazione è infatti stimato intorno al 35%, fino al 50% se viene integrata da un impianto solare termico. Per quella a biomassa invece il risparmio dipende anche dal tipo di combustibile che deciderai di utilizzare.
Se hai dei consumi elevati quindi potresti risparmiare una cifra considerevole. Risparmio che può essere ancora più elevato grazie agli incentivi e detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica in vigore in questo momento come gli Ecobonus al 65%, il bonus Sud per le imprese, e la possibilità di optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Brucia sul tempo eventuali divieti che verranno approvati, risparmia sui costi della bolletta per il riscaldamento e fai un investimento che ti costa solo il 35%.
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