Blog

Impianto fotovoltaico su capannone? La soluzione contro il caro bollette!

Installare un impianto fotovoltaico su capannone della tua attività potrebbe essere la soluzione definitiva al caro energia!

Home » Blog » Pagina 13

 

Se sei un imprenditore probabilmente starai già pensando ad installare un impianto fotovoltaico sul capannone in cui ha sede la tua azienda.  Questa decisione potrebbe rivelarsi un investimento particolarmente intelligente visti i continui rincari del prezzo dell’energia. Installare un impianto fotovoltaico sul tetto del capannone della tua impresa o attività ti permetterebbe infatti di ridurre in maniera sostanziale le spese energetiche ma non solo questo.

Ricorrere a questa soluzione ti permetterà anche di aumentare il valore del capannone e di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici oltra ad avere un positivo ritorno d’immagine. Una questione, quest’ultima, che non è di certo da sottovalutare.

Se è vero che installare un impianto fotovoltaico sul capannone in cui ha sede la tua attività può farti risparmiare sulle bollette, però è altrettanto vero che il costo di questo investimento non è affatto irrisorio. Per fortuna però che lo stato italiano ha previsto degli incentivi fiscali che saranno in vigore anche nel 2023 e che sono in grado di abbatterne notevolmente i costi.

Ma è davvero possibile installare un impianto fotovoltaico sul tetto di un capannone? Quali sono i vantaggi che deriverebbero da una simile scelta? Quanto potrei risparmiare sulle bollette?

Continua a leggere per scoprire la risposta a queste domande dei nostri esperti!

Fotovoltaico su capannone: nessun problema per la sua installazione

Installare un impianto fotovoltaico sul tetto di un capannone è possibile, oltre che altamente raccomandabile. 

Gli impianti fotovoltaici, in genere, sia aziendali che domestici, sono modulari e quindi facilmente componibili. Questo significa che è possibile adattare l’impianto anche a superfici particolarmente frastagliate distribuendo i pannelli anche su una moltitudine di piccole superfici.

Inoltre, le moderne tecnologie e l’esperienza acquisita dal nostro staff, sono in grado di permettere l’installazione di questi pannelli su qualsiasi copertura. Questo significa quindi che installare dei moduli fotovoltaici sulle coperture dei tetti dei capannoni industriali tra cui tetti piani, coperture a falda, a shed e a mezza botte. Ovviamente, l’unico requisito da rispettare per la loro installazione è che il tetto sia in grado di reggerne il carico, anche se solitamente non si verificano questo tipo di problemi.

Merita inoltre approfondire brevemente come i moduli fotovoltaici possano essere fissati sulle coperture dei capannoni. I moduli sono solitamente montati su apposite guide che a loro volta, tramite viti, bulloni e/o morsetti sono fissate sulla copertura del capannone industriale. In caso di tetto piano, al fine di evitare di forare la copertura, i moduli fotovoltaici sono tenuti fermi grazie ad apposite zavorre opportunamente posizionate sul tetto fotovoltaico. Le zavorre fanno in modo che in caso di venti particolarmente forti, il pannello rimanga ancorato al tetto e non voli via.

Autoconsumo fotovoltaico: la soluzione per tagliare i costi delle bollette

L’ubicazione degli impianti fotovoltaici su capannone non rappresenta quindi una vera e propria problematica. Possiamo quindi passare in rassegna i vantaggi dell’installazione di questo tipo di tecnologia.

Il principale vantaggio di un impianto fotovoltaico su capannone è quello di poter utilizzare l’energia prodotta dall’impianto per i consumi energetici dell’attività. In questo modo, ovvero grazie all’autoconsumo, la quantità di energia che la tua azienda preleverebbe normalmente dalla rete elettrica potrà essere ridotta significativamente. Di conseguenza, prelevando meno energia, caleranno anche i costi della bolletta elettrica.

Per farti un’idea del risparmio che potresti ottenere puoi anche dare un’occhiata questo nostro esempio bastato sui dati di un nostro lavoro. Clicca qui per scoprire di più!

Tuttavia, l’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico installato sul tuo capannone industriale, dovrà essere consumata immediatamente.

Pertanto, la percentuale di autoconsumo che la tua azienda sarà in grado di raggiungere, dipenderà dalla corrispondenza tra le curve di produzione dell’impianto fotovoltaico e quelle di consumo dell’energia dell’azienda. In altre parole, se l’attività della tua azienda si concentra di giorno, potrai avere dei notevoli benefici dall’impianto fotovoltaico. Se invece la tua impresa è attiva anche di notte, allora potresti dover installare anche delle batterie di accumulo. In questo modo potrai aumentare ancora di più la tua quota di autoconsumo fotovoltaico dal momento che grazie alla batteria potresti conservare l’energia prodotta in eccesso dall’impianto ed utilizzarla nel momento del bisogno, come la notte appunto.

Infine dobbiamo aggiungere che l’impianto fotovoltaico sul capannone della tua attività non è solo un investimento economico che può procurarti un ottimo ritorno (ne parliamo anche qui). Ricorrere a questo tipo di soluzione ti permette anche di aumentare il valore del capannone su cui è installato!

Vendere l’energia che il tuo fotovoltaico produce in eccesso

Anche con l’installazione di batterie di accumulo, l’impianto fotovoltaico su capannone che hai installato per la tua azienda, potrebbe produrre più energia di quella consumata. In questo caso dovresti gestire al meglio tutta questa energia prodotta in eccesso. Per valorizzare al meglio questa energia hai a disposizione 3 alternative:

  1. Scambio sul Posto per impianti fotovoltaici di potenza fino a 500 kW. Si tratta di un meccanismo di compensazione tra immissioni e prelievi di energia che ha tutte le caratteristiche di un rimborso che mediamente ammonta a 0,15 € kWh. Per usufruire di questa opportunità c’è però tempo solamente fino al 2023!
  2. Ritiro Dedicato ovvero una modalità semplificata a disposizione dei produttori per la commercializzazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete tramite il GSE. Quest’ultimo riconoscerà al produttore un  un determinato prezzo per ogni kWh immesso in rete che sarà pari al prezzo zonale orario.
  3. Condivisione dell’energia con i membri di una Comunità Energetica.
  4. Vendita sul mercato libero.

Fotovoltaico su capannone per un immagine più “green”

Ricorrere alle energie rinnovabili per il tuo fabbisogno di elettricità ti permetterà anche di offrire un’immagine di un’azienda attenta all’ambienta che la circonda. Puntare sulla responsabilità ambientale è un vantaggio molto spendibile in ambito comunicativo dal momento che promuovere un immagine green contribuirà a migliorare la percezione che i clienti hanno della tua azienda. Oggi infatti sono sempre di più le persone ad essere attente a queste tematiche e ad usufruire di servizi o acquistare prodotti che rispettano l’ambiente al posto di uno stesso equivalente che non lo rispetta.

Infine è sempre necessario tenere a mente che l’energia solare fotovoltaica riduce l’inquinamento ambientale. Ricorrendo al fotovoltaico possiamo riuscire ad evitare nuove immissioni in atmosfera di CO2. A lungo andare quindi, un impianto fotovoltaico su capannone industriale potrebbe equivalere a piantare molti alberi in termini di quantità di CO2 non immessa in atmosfera.

Affidati a Solar Cash s.r.l. per il tuo Fotovoltaico su capannoni industriali

Solar Cash s.r.l. può vantare una lunga esperienza nella progettazione ed installazione di impianti fotovoltaici industriali. Sono infatti molte le aziende che ci hanno coinvolto nei loro progetti di installazione di un impianto fotovoltaico su capannone di attività industriali e commerciali in tutto il territorio italiano.

Solar Cash è in grado di fornirti un impianto fotovoltaico ottimizzato per la tua impresa, garantito e a investimento iniziale zero oltre a garantirti l’accesso agli incentivi statali in vigore. In questo modo riuscirai i limitare il costo dell’investimento notevolmente ed a rientrare dell’esborso in tempi rapidissimi!

Per scoprire di più compila il form che trovi in questa pagina ed aspetta di essere ricontattato da un nostro consulente!

#gates-custom-6768a0754eb40 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0754eb40 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0754eb40 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati

Quanto risparmio con il fotovoltaico per la mia azienda? Ecco un esempio reale

Quanto risparmio con il fotovoltaico per la mia attività o industria? Abbiamo utilizzato i dati reali di una nostra installazione per un impianto fotovoltaico aziendale da 57 kW per fartelo capire

Home » Blog » Pagina 13

 

Quella di ricorrere alle energie rinnovabili per soddisfare il fabbisogno energetico della tua azienda è una strategia saggia oltre che vincente. Il prezzo dell’energia infatti sta continuando a salire sempre di più: in alcuni casi è arrivato a costare anche 6 volte di più rispetto a quello dell’anno scorso. Una situazione che sta mettendo sempre di più in ginocchio tutto il comparto produttivo italiano che non riesce più a trarre profitto dalla sua attività a causa proprio dei costi energetici.

Avendo un’adeguata superficie a disposizione, magari sul tetto del proprio capannone, il fotovoltaico è sicuramente un’ottima soluzione per abbattere i propri consumi. Grazie ad un impianto fotovoltaico infatti potrai produrre direttamente l’energia elettrica per alimentare i macchinari o i dispositivi elettrici della tua attività (autoconsumo fotovoltaico). In questo modo la tua attività non dovrà per forza ricorrere all’energia distribuita tramite la rete elettrica nazionale e quindi a pagamento e potrà ridurre i suoi consumi.

Tuttavia, esistono molti dubbio riguardo al fotovoltaico aziendale e la sua convenienza. Soprattutto con l’avvicinarsi dell’inverno, sono sempre molte le voci che dicono che un impianto fotovoltaico non sarebbe in grado di garantirti il risparmio promesso. Ma è davvero così? Davvero il risparmio con il fotovoltaico non è poi molto?

Abbiamo deciso di rispondere una volta per tutte alla domanda “Quanto risparmio con il fotovoltaico aziendale?” con un esempio reale. Abbiamo infatti raccolto i dati di un’azienda umbra alla quale abbiamo installato un impianto fotovoltaico due anni fa. In questo modo possiamo fare un raffronto tra il prima, ed il dopo l’installazione in modo da capire a quanto ammonta il suo risparmio con fotovoltaico.

Se sei curioso di sapere quanto potresti risparmiare con il fotovoltaico sul tetto dei capannoni della tua attività continua a leggere!

A questo proposito forse ti interesserà leggere questo approfondimento in cui ti spieghiamo cosa è e come calcolare un business plan fotovoltaico.

Le esigenze dell’azienda

Pinco Pallino s.r.l. (abbiamo usato un nome di fantasia per proteggerne la privacy) è un’attività specializzata nella cura e manutenzione del verde. L’attività si trova in Provincia di Perugia ed è attiva nel suo settore da oltre 20 anni. Proprio in occasione dei suoi vent’anni di attività, l’azienda ha deciso di ristrutturare ed ampliare il fabbricato all’interno del quale si trovano i suoi uffici. Grazie all’ampiamento può anche costruire all’interno dello stesso edificio anche il il deposito per il proprio parco mezzi ed attrezzature necessarie allo svolgimento dell’attività.

Pinco Pallino s.r.l., è cresciuta molto in questi ultimi 20 anni, tanto che adesso conta più di 200 persone nel suo organico. I consumi energetici di un’impresa di questa dimensione, nonostante non possa essere definita come un’attività energivora, non sono di certo irrisori.

Per questo motivo, Pinco Pallino s.r.l. ha deciso di installare sul tetto nel nuovo prefabbricato, un impianto fotovoltaico. In questo modo, i suoi amministratori sperano di compensare, grazie all’energia prodotta dall’impianto, i propri consumi elettrici ed abbattere così i loro costi energetici. D’altronde, la maggior parte delle attività aziendali si svolgono durante le ore di luce. Pertanto la maggior parte dei consumi energetici dell’attività si terrebbe proprio in concomitanza con la massima produzione dell’impianto e quindi ottenendo un buon risparmio fotovoltaico.

Ma le motivazioni per ricorrere alle energie rinnovabili non finiscono di certo qui. Un’azienda che si occupa di manutenzione del verde, anche per questioni di immagine, non può non avvalersi di energie rinnovabili per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. In questo modo, Pinco Pallino srl, non solo punta ad ottenere un risparmio punta a diventare non solo un’eccellenza nel suo settore, ma anche un’azienda completamente sostenibile.

In particolare, come risulta dalla bolletta che ci hanno gentilmente concesso, tra il 1/11/2019 ed il 24/01/2020 l’energia prelevata dalla rete elettrica nazionale dall’attività ammontava a 6.549 kWh.

Descrizione dell’ impianto fotovoltaico che abbiamo installato

L’impianto fotovoltaico industriale che siamo stati chiamati a progettare ed installare deve essere in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di Pinco Pallino s.r.l. il più possibile. Pertanto l’impianto dovrà essere sviluppato su di una superficie adeguata, come quella del tetto del nuovo prefabbricato industriale.

Il principio progettuale che abbiamo utilizzato per questo impianto fotovoltaico, come del resto quello per tutti gli altri, è stato quello di massimizzare la captazione della radiazione solare annua disponibile, in modo da garantirne la massima efficienza produttiva. Per questo abbiamo effettuato degli accurati studi per disporre il generatore fotovoltaico alla luce solare in modo ottimale, scegliendo prioritariamente l’orientamento a Sud ed evitando fenomeni di ombreggiamento.

Il risultato delle nostre analisi e dei nostri studi è stata è stata l’installazione su tetto di un impianto fotovoltaico di 56.55 kWp. Tale impianto ricopre una superficie di circa 298 mq grazie ai 174 moduli fotovoltaici che lo compongono. La produzione stimata dell’impianto si aggira intorno ai 70 MWh annuali che se, totalmente autoconsumati, sono in grado di garantire un notevole risparmio con il fotovoltaico.

Risparmio con il fotovoltaico: il confronto tra prima e dopo

A questo punto grazie ai sistemi di monitoraggio dell’energia siamo in grado di effettuare delle semplici considerazioni e di calcolare il risparmio con fotovoltaico.

Prendendo come periodo di riferimento lo stesso periodo della precedente bolletta, ma dell’anno successivo, scopriamo che tra il 1/11/2020 ed il 24/01/2021 l’impianto ha prodotto circa 4.941 kWh. Dunque, se ipotizziamo che i consumi energetici siano gli stessi della bolletta che abbiamo esaminato in precedenza, l’energia prodotta dall’impianto rappresenta circa il 74% del fabbisogno energetico di Pinco Pallino srl.

Ferma restando l’ipotesi precedente, possiamo inoltre aggiungere che con i prezzi attuali dell’energia, 0,83 € kWh, lo stesso consumo avrebbe significato una spesa di circa 5.500 €. Supponendo che l’autoconsumo sia uguale alla quota di energia prodotta, Pinco Pallino srl avrebbe ottenuto un risparmio con il fotovoltaico del 74% spendendo solamente 1375 € ed ottenendo un risparmio di ben 4.125 €.

Anche se più realisticamente considerassimo una quota di autoconsumo più bassa, il risparmio sarebbe comunque notevole rispetto al costo che l’azienda avrebbe sostenuto con le attuali tariffe dell’energia. A questo risparmio avremo poi dovuto comunque aggiungere il rimborso erogato dal GSE per l’energia non auto-consumata ed immessa in rete (Scambio sul posto) che il GSE paga circa 0,15 € per ogni kWh.

Risparmio con il fotovoltaico in un anno

Per esaminare i benefici di un impianto fotovoltaico industriale di queste dimensioni però è meglio considerare un periodo di tempo più lungo. Abbiamo pertanto preso come riferimento i dati dell’anno 2021.

In questo periodo l’impianto ha prodotto in totale 67,55 MWh che, applicando il medesimo ragionamento di prima, avrebbero significato un risparmio di ben 55.000€ sui bilanci di Pinco Pallino srl, qualora questa energia fosse totalmente auto-consumata. Un risparmio fotovoltaico che, dovrebbe essere moltiplicato per la durata totale della vita degli impianti fotovoltaici, 20-25 anni, per calcolarne appieno i benefici economici.

Riduzioni delle emissioni di CO2

Il beneficio ottenuto grazie alle rinnovabili non è solo economico come il risparmio ottenuto con il fotovoltaico ma anche ambientale. Gli impianti F.er. infatti sono in grado di ridurre notevolmente la quantità di CO2 immessa in atmosfera. Ma quanti kg di CO2 non sono stati immessi in atmosfera?

Se consideriamo che l’impianto è stato installato a marzo 2020 possiamo constatare che da allora ad oggi, l’impianto ha prodotto in totale 189,52 MWh. Ciò significa che grazie a questo impianto fotovoltaico abbiamo fino ad adesso evitato di immettere in atmosfera 74.290,84 kg di CO2 ovvero l’equivalente di piantare 2.218 alberi.

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso l’indipendenza energetica della tua azienda grazie al fotovoltaico? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

#gates-custom-6768a075542f9 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a075542f9 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a075542f9 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati
[/vc_row

Revamping impianto fotovoltaico: cosa è e perché conviene

Tutto quello che devi sapere sul revamping impianto fotovoltaico della tua impresa

Home » Blog » Pagina 13

 

Gli impianti fotovoltaici, con il passare del tempo, sono soggetti ad un lento degrado, così come del resto lo sono tutte le altre cose. Il degrado potrebbe tradursi spesso in malfunzionamenti dell’impianto nei casi più gravi oppure in una minore performance produttiva dell’impianto. Se l’impianto fotovoltaico produce di mano, anche i benefici economici di cui usufruisci potrebbero ridursi.

Per mantenere sempre efficiente il tuo impianto fotovoltaico aziendale potrebbe quindi essere necessario valutare interventi di ammodernamento ed ottimizzazione del proprio sistema. Ed è proprio questo quello che si intende per effettuare un revamping fotovoltaico (ne parliamo anche qui). In altre parole, quello che stiamo cercando di spiegarti è che, tramite una serie specifica di procedimenti, è possibile rendere un impianto più efficiente e longevo. Con il revamping fotovoltaico si contribuisce ancora di più ad uno sviluppo sostenibile.

In questo approfondimento abbiamo cercato di fare il punto sul revamping fotovoltaico cercando di riassumere tutte le caratteristiche di queste operazioni, quando sono necessarie e quali sono le principali regole a cui attenersi secondo il GSE.

Pronto a scoprirlo? Allora continua a leggere!

Revamping fotovoltaico: cos’è, quando e perché

La tecnologia ha fatto passi da gigante anche per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici aumentandone di molto la durabilità. La durata media di un impianto di questo tipo infatti può essere stimata in 25 anni. Tuttavia, dobbiamo tenere conto che determinate condizioni ambientali ed agenti atmosferici possano influire negativamente sulla longevità dell’impianto oltre che sulle sue performance produttive.

E’ possibile scongiurare queste eventualità? Come?

Semplice: tramite tutti gli interventi che rientrano nella definizione di revamping fotovoltaico. Non lasciarti ingannare dall’inglese: revamping è infatti traducibile con in italiano con la parola ammodernamento. Pertanto effettuare operazioni di revamping fotovoltaico significa effettuare operazioni che mirano a migliorare le performance degli impianti fotovoltaici. Performance non solo in termini di produzione di energia, ma anche in termini di durabilità dell’impianto.

Ovviamente si tratta di procedure specifiche che interessano solo determinate componenti. Procedure specifiche che ovviamente solo degli esperti manutentori di impianti sono in grado di eseguire senza provocare danni all’impianto o ad alcune sue componenti.

Pertanto vogliamo ricordarti che è sempre bene monitorare lo stato del proprio impianto ed intervenire prima che sia troppo tardi, ovvero prima che ci sia un decadimento troppo grande dei benefici derivanti dall’impianto stesso. Nel momento in cui si iniziano a verificare rotture impreviste dei suoi componenti, oppure in cui ti accorgi di cali nella sua produzione di energia allora dovresti prendere in considerazione l’idea di effettuare interventi di revamping.

Le tipologie di intervento per il revamping fotovoltaico

Con un lavoro di revamping solitamente si interviene su quelle che sono le componenti chiave dell’impianto fotovoltaico come i moduli oppure gli inverter. I primi sono quelle parti dei pannelli che sono in grado di trasformare l’energia solare in elettricità, i secondi invece servono a convertire la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata in modo da poterla utilizzare ogni giorno all’interno di un’abitazione o fabbrica.

Le cause del loro deterioramento nel tempo sono da rintracciarsi nella loro continua esposizione ad agenti climatici come il freddo o l’eccessivo surriscaldamento oppure all’inquinamento. A causa di ciò un impianto fotovoltaico potrebbe non essere più efficiente come prima e pertanto è necessario effettuare degli interventi di revamping fotovoltaico come i seguenti:

  • Sostituzione di vecchi pannelli con quelli di ultima generazione;
  • La sostituzione di un vecchio inverter con uno nuovo e più moderno;
  • Aggiunta di inverter ibrido e unità di accumulo;
  • L’aggiunta di un nuovo inverter con gestione intelligente dell’energia.

Le linee guida del revamping del GSE

Il GSE ovvero il Gestore dei Servizi Energetici nel 2016 ha stabilito una serie di linee guida da seguire quando ci si appresta a fare un intervento di revamping fotovoltaico. In queste linee guida gli interventi vengono suddivisi in interventi significativi e non significativi. Li descriviamo brevemente qui di seguito:

  • Negli interventi significativi figurano operazioni come l’eliminazione, la sostituzione oppure l’installazione da zero di elementi fondamentali (come moduli e inverter) e la modifica del regime di cessione in rete. Il GSE stabilisce inoltre che se questi interventi riguardano impianti con una potenza che supera i 3 kW, il proprietario di tali impianti, deve comunicare l’intervento al GSE entro 60 giorni dal termine dello stesso.
  • Gli interventi non significativi invece non necessitano di alcuna comunicazione al GSE. In queste operazioni rientrano quelle di spostamento degli inverter e dei componenti elettrici minori, la sostituzione di parti elettriche secondarie (come i cablaggi) e interventi sulle strutture di sostegno, sia quelle a traliccio metallico sia quelle in muratura (come i tetti) che ospitano i moduli fotovoltaici.

C’è poi un’ulteriore casistica: coloro che possiedono impianti con potenza inferiore a 3 kW. Costoro non sono infatti tenuti ad effettuare nessuna comunicazione al GSE fermo restando che l’intervento di revamping sia realizzato seguendo le linee guida previste dal decreto Conto Energia di riferimento.

Gli interventi di revamping fotovoltaico possono anche aumentare la potenza dell’impianto su cui si lavora. L’importante è rispettare questi limiti:

  • Per gli impianti fino ai 20kW, l’incremento massimo di potenza ammesso è pari al 5% di quanto installato in precedenza;
  • Per gli impianti sopra ai 20kW, l’incremento massimo di potenza ammesso è pari all’1% di quanto installato in precedenza.

Quanto costa un revamping?

I costi di un intervento di revamping fotovoltaico non possono essere fissi o incasellati in fasce di prezzo. Ogni intervento costerà più o meno in base al numero di componenti dell’impianto che devono essere sostituiti.

Lo sappiamo, le sostituzioni di questi componenti possono coincidere con spese ingenti. Tuttavia, sostenere queste spese sarà comunque conveniente rispetto all’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico di sana pianta. Con un revamping potresti sostituire solo alcune parti in modo da far beneficiare tutto l’impianto delle ultime innovazioni tecnologiche ad un prezzo contenuto.

Quali sono i benefici del revamping?

Le operazioni di revamping degli impianti fotovoltaici convengono perché possono fare davvero la differenza. Non solo possono amplificare se non almeno ripristinare ai più alti livelli le prestazioni produttive dell’impianto, ma possono anche estendere il il ciclo di vita dei pannelli solari.

Grazie a questi interventi avrai la possibilità di mantenere costante l’efficienza di un impianto e conservare un alto livello di produzione energetica. Ciò significa che potrai risparmiare sulle bollette senza dover sborsare cifre altissime e quindi avere più risorse a disposizione per altre spese come gli investimenti. In questo modo la tua attività potrebbe ottenere anche degli importanti vantaggi competitivi che possono fare la differenza nella tua attività.

Ma non solo vantaggi economici. Sostituendo vecchi componenti con alcuni più nuovi ti potrai portare avanti il progresso, consentendo dunque uno sviluppo significativo che si traduce in rispetto per il nostro ambiente. Questo perché investire sul fotovoltaico significa contribuire a ridurre drasticamente le emissioni di CO2 e salvaguardare così il nostro domani.

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso l’indipendenza energetica della tua azienda anche tramite interventi di revamping fotovoltaico? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

#gates-custom-6768a07558be4 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07558be4 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07558be4 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati!


Compila il form con i tuoi dati e scarica la nostra guida gratuita!

Il fotovoltaico in inverno funziona oppure no?

Fotovoltaico in inverno: funziona davvero? Scopriamo qual è la resa di un impianto fotovoltaico nei mesi invernali

Home » Blog » Pagina 13

 

L’inverno è oramai alle porte e oltre al freddo, quest’anno milioni di famiglie e di imprenditori dovranno proteggersi anche da altre insidie. Ci riferiamo in particolare ai costi per il riscaldamento e più in generale delle bollette visto che sono saliti alle stelle. Molte sono le cause di tutto ciò con il conflitto tra Russia ed Ucraina che è stata la vera e propria ciliegina sulla torta dei rincari dell’energia.

Se è vero che ci attendono molte difficoltà però è altrettanto vero che ci sono diverse soluzioni su cui possiamo contare.

Sicuramente decidere di passare al fotovoltaico è una di queste. Grazie agli impianti con i moduli fotovoltaici infatti è possibile produrre energia pulita e rinnovabile. Auto-consumando questa energia è possibile alimentare elettrodomestici e macchinari riducendo la quota di energia prelevata dalla rete elettrica nazionale e quindi i consumi. Attraverso una maggiore indipendenza energetica ne trarranno beneficio anche le bollette che visti i minori consumi saranno decisamente più basse.

Tuttavia, il fotovoltaico, funziona quando c’è il sole. Pertanto potrebbe sorgerti dei grossi dubbi: il fotovoltaico in inverno, quando c’è meno sole, funziona oppure no? Come si comportano i pannelli solari quando le temperature si abbassano e la neve arriva?

Abbiamo risposto a tutte queste domande all’interno di questo articolo in modo da mostrarti come anche in inverno il fotovoltaico possa rivelarsi un ottimo alleato. E questo a prescindere che tu lo abbia installato sul tetto della tua impresa o a casa tua.

Cosa influenza il rendimento di un impianto fotovoltaico?

Per capire se il fotovoltaico in inverno funziona oppure no è necessario analizzarne il rendimento nei mesi più freddi. Il rendimento di un impianto fotovoltaico è influenzato sia da fattori interni che esterni.

Di solito, le problematiche riguardanti i fattori interni si verificano sui componenti degli impianti. Le difficoltà relative ai moduli, all’inverter e agli ottimizzatori, possono essere risolte semplicemente grazie a operazioni di manutenzione e sostituzione.

Sui fattori esterni invece possono essere classificate le problematiche relative al posizionamento stesso dei pannelli (sia inclinazione e orientamento), oppure ai fattori ambientali come la temperatura esterna e la quantità di irraggiamento.

E’ quindi facile intuire come il rendimento di un impianto fotovoltaico in inverno sia minore rispetto all’estate. In inverno infatti i fenomeni atmosferici come:

  • Cielo nuvoloso e nebbia;
  • Pioggia e neve;
  • Vento e fulmini;

vanno a coprire il cielo e di conseguenza il sole, che per molte ore verrà oscurato influenzando negativamente la quantità di irraggiamento.

Cosa succede ai pannelli fotovoltaici durante l’inverno?

Un impianto fotovoltaico in inverno funziona lo stesso. E’ vero, il sole è spesso coperto dalle nuvole, ma i suoi raggi riescono comunque a passare attraverso le nubi e colpire i pannelli. D’altronde, non è il calore ciò che serve ad un modulo fotovoltaico per produrre elettricità, ma la luce. Nonostante quest’ultima in inverno sia minore, è comunque in grado di innescare il processo di produzione di energia elettrica dei pannelli fotovoltaici.

Inoltre c’è da considerare che i moduli fotovoltaici lavorano meglio quando la temperatura non supera i 25°C. Anzi, temperature ancora più basse possono migliorare l’efficienza di un impianto. Ad esempio, una temperatura di 10 °C può migliorare la produzione di energia del 4%. Nonostante una minore quantità di luce, il fotovoltaico in inverno avrà un ottimo rendimento: le limpide giornate invernali con temperature pungenti sono proprio le condizioni ideali per far rendere al meglio l’impianto.

Il freddo può essere un prezioso alleato di un impianto a pannelli solari anche per altri motivi. Il calore è infatti uno dei fattori più limitanti per la conversione della luce in elettricità. D’estate quindi, anche se l’impianto fotovoltaico ha un irraggiamento maggiore, l’eccessivo calore può comprometterne significativamente il rendimento.

Quanto producono i pannelli fotovoltaici in inverno?

I pannelli fotovoltaici sono in grado di offrire una resa di circa il 25-30% anche nelle giornate più nuvolose. Pertanto il rischio di rimanere completamente a secco di energia non c’è! Inoltre, nel valutare l’investimento in questo tipo di tecnologia dovresti considerarne il rendimento complessivo in tutto l’anno e non focalizzarti solamente su quello invernale.

Alcuni consigli per proteggere un impianto fotovoltaico in inverno

Un impianto fotovoltaico in inverno è senza dubbio più soggetto alle intemperie, pertanto potrebbe essere necessario adottare delle misure per salvaguardarlo. Tuttavia le intemperie, sono spesso dei validi alleati invece che dei nemici da cui proteggersi.

La pioggia battente per esempio può aiutare a rimuovere lo sporco e la polvere che si sono depositate sulla superficie dei pannelli limitandone il rendimento. La neve invece potrebbe, qualora vi si depositasse sopra, oscurare i raggi del sole ai pannelli solari: pertanto è necessario assicurarsi che la loro superficie rimanga sempre libera dalla neve.

Inoltre ci sono alcune operazioni che possono contribuire a un maggior rendimento delle prestazioni di un impianto fotovoltaico in inverno. Le abbiamo riassunte qui di seguito.

Aggiustare l’angolo con cui esporre i moduli fotovoltaici ai raggi

L’inclinazione dell’asse terrestre lungo l’orbita intorno al sole varia in base al periodo dell’anno in cui ci troviamo. In inverno è diversa che in estate. Per questo variare l’angolo di esposizione al sole dei pannelli potrebbe portare un enorme beneficio in termini di rendimento dell’impianto. Ovviamente si tratta di un’operazione che è consigliabile far compiere dalle mani di un esperto installatore.

Una migliorare inclinazione non è solo utile a catturare più raggi solari. Può essere utile anche per far scivolare meglio e più velocemente i depositi di sporco accumulatisi sul tetto, evitando così possibili ristagni.

Curare la pulizia dei pannelli

Tenere puliti i moduli in fotovoltaici in inverno e assicurarsi che la neve non vi si depositi sopra è un aspetto importante per evitare il verificarsi di cedimenti strutturali e cali di rendimento dell’impianto.

Per farlo però è necessario prestare la dovuta attenzione visto che potresti rischiare di danneggiare l’impianto o alcuni suoi componenti. pertanto ti consigliamo di usare spazzole non abrasive o, semplicemente, acqua tiepida.

Installare un sistema di accumulo

Proteggere il tuo impianto fotovoltaico in inverno potrebbe non essere sufficiente. Il nostro consiglio infatti è quelli di proteggere anche il tuo portafoglio. Come?

I costi dell’energia sono destinati ad aumentare sempre di più. Per questo una valida soluzione è quella di renderti indipendente dalla rete pubblica in modo da non dover consumare la corrente a pagamento. Questo è possibile solamente integrando al tuo impianto fotovoltaico un sistema di accumulo dell’energia.

Tale sistema, o batteria di accumulo, consente di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso, rispetto a quella autoconsumata, dal tuo impianto fotovoltaico. Una volta immagazzinata potrai utilizzarla quando più ne hai necessità, anche di notte, limitando così il tuo prelievo di elettricità a pagamento.

Oltre a fornire energia in qualsiasi momento, un sistema di accumulo consente di utilizzare al massimo l’energia prodotta dall’impianto aumentando la possibilità di autoconsumo fotovoltaico fino al 90-95%.

Fotovoltaico in inverno: niente paura!

L’arrivo dell’inverno non deve spaventare chi sceglie di passare al fotovoltaico. La resa dei pannelli infatti non viene compromessa dal freddo e dalla minor quantità di luce. Anzi, nelle limpide giornate invernali, l’impianto fotovoltaico potrebbe addirittura avere una resa maggiore rispetto alle afose giornate estive.

Ovviamente a patto di assicurarsi costantemente del suo corretto funzionamento e di rimuovere per tempo detriti e neve accumulata. Fermo restando la scelta di un impianto di alta qualità, capace di adattarsi perfettamente al clima dell’area in cui si vive. Scelta in cui noi di Solar Cash sapremo consigliarti ed affiancarti offrendoti anche le migliori soluzioni finanziarie per abbattere i costi dell’investimento grazie agli incentivi per le imprese

Se vuoi iniziare la tua rivoluzione solare passando al fotovoltaico, questo è il momento giusto!

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso l’indipendenza energetica della tua azienda contando sempre di più sull’autoconsumo fotovoltaico? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

#gates-custom-6768a0755d4db h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0755d4db h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0755d4db h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati
[/vc_row

Autoconsumo fotovoltaico per le imprese: tutto quello che devi sapere

Come funziona l’autoconsumo fotovoltaico per le imprese: scopriamolo insieme

Home » Blog » Pagina 13

 

La scelta di installare un impianto fotovoltaico sul tetto dei capannoni della propria attività produttiva o commerciale è sempre più comune fra gli imprenditori italiani. Senza dubbio, decidere di passare all’energia solare per soddisfare i bisogni energetici della propria attività o impresa è vantaggioso sotto molti punti di vista. Soprattutto in un momento come questo, è cruciale per salvaguardarsi dalla crisi energetica ed il caro bollette che sta colpendo duramente le nostre tasche a causa del conflitto tra Russia ed Ucraina.

Ricorrendo all’energia solare infatti potresti contare sull’autoconsumo fotovoltaico per ridurre i consumi dell’elettricità e abbattere i costi delle bollette. Con un impianto fotovoltaico sul tetto del capannone della tua attività potrai alimentare i tuoi macchinari con un’energia pulita che non produce emissioni di CO2. Ma non solo.

L’impianto al servizio della tua attività può infatti avvalersi delle batterie di accumulo e stoccare l’energia che produce e che non viene consumata subito. In questo modo, questa energia potrà essere utilizzata per la tua attività anche di notte o in un secondo momento aumentando così la quota di autoconsumo fotovoltaico. Basta pensare che, un impianto con batterie di accumulo dimensionato correttamente e con la giusta superficie a disposizione, ti permetterà di essere indipendente energeticamente ed abbattere i costi della bolletta di oltre l’80%!

Siamo sicuri che lo avrai già capito: scegliere di installare un impianto fotovoltaico per la tua azienda oggi è la scelta giusta! E se non lo hai ancora capito, prosegui nella lettura di questo approfondimento perché stiamo per elencarti i vantaggi di poter usufruire dell’autoconsumo fotovoltaico!

Autoconsumo fotovoltaico: cos’è

L’autoconsumo è il fattore di maggiore risparmio per chi, privato o azienda, è in possesso di un impianto fotovoltaico. Con il termine autoconsumo fotovoltaico infatti ci si riferisce alla possibilità di produrre energia con i propri moduli solari e di consumarla sul luogo e al momento stesso in cui la producono. Questo significa che la produzione di energia elettrica del tuo impianto può alimentare istantaneamente i macchinari o gli altri dispositivi della tua impresa facendo fronte ai suoi fabbisogni energetici. Il tutto in modo semplice e pulito dal momento che non verranno prodotte emissioni di CO2.

In sostanza, auto-consumando l’energia che produrrà il tuo impianto fotovoltaico avrai sicuramente meno necessità di ricorrere all’energia della rete elettrica nazionale, a pagamento. Questo significa che le tue bollette saranno sicuramente meno care rispetto a prima con un grande beneficio per i tuoi bilanci e per il tuo portafoglio! L’autoconsumo fotovoltaico è quindi sinonimo di maggiore indipendenza energetica e quindi anche di maggiore indipendenza dal continuo sali scendi dei prezzi dell’energia.

A questo punto è necessario precisare che l’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico può essere:

  • Autoconsumata in loco;
  • Immessa in rete elettrica nazionale e quindi gestita dal distributore locale;
  • Immagazzinata nei sistemi di accumulo per poter essere consumata in un secondo momento.

Quali sono i vantaggi dell’autoconsumo?

E’ evidente che ricorrere all’autoconsumo fotovoltaico ti permetterà anche di incrementare la sostenibilità della tua attività produttiva. Ma i benefici non sono solo legati all’ambiente che ci circonda. Abbiamo riassunto i principali qui di seguito:

  • Risparmio economico: installare un impianto fotovoltaico per la tua impresa significa avere la possibilità di rendersi sempre più indipendente dal gestore dei servizi energetici. Producendo da solo l’energia necessaria al funzionamento della tua impresa avrai sempre meno necessità di ricorrere alla rete elettrica nazionale per alimentare le tue utenze. Questo è il vero motivo dietro all’ abbattimento dei costi in bolletta;
  • Possibilità di ricorrere agli incentivi fiscali disponibili: lo Stato ha previsto una serie di incentivi per sostenere l’installazione degli impianti fotovoltaici sia per i privati che per le imprese. Questi incentivi sono particolarmente convenienti perché permettono di ridurre la spesa di acquisto di un impianto fotovoltaico e al tempo stesso di ridurre i tempi di rientro dell’investimento. Scopri gli incentivi per il fotovoltaico per le imprese cliccando qui!
  • Comunità energetiche: Tali agevolazioni prevedono delle tariffe agevolate per il consumo di energia (12 c€ / kWh). Tali tariffe, se unite all’energia autoprodotta dall’impianto aziendale, generano ulteriori risparmi. Inoltre, l’energia non auto-consumata dalla comunità viene reimmessa in rete e viene pagata al produttore a un prezzo unitario fisso. Tale prezzo è lo stesso che viene riconosciuto dal RID (il Ritiro Dedicato equivale storicamente a circa 5 c€ / kWh). In sostanza è possibile ottenere un guadagno di circa 17 c€ / kWh sull’energia prodotta e consumata all’interno della comunità. Inoltre queste tariffe incentivanti sono cumulabili in ogni caso con quelle per l’installazione degli impianti fotovoltaici.

Come sfruttare al massimo il tuo autconsumo

Data l’attuale crisi energetica che sta attraversando l’intera Europa, scegliere oggi di passare al fotovoltaico per garantire l’autoconsumo è una scelta che può fare la differenza domani. Chi investe sull’energia infatti ha ritorni rapidi tanto che in Italia sono sempre di più le imprese che hanno deciso di investire nell’autosufficienza energetica con grandi benefici.

Con un’adeguata superficie a disposizione (come quella dei tetti dei capannoni industriali) e con un corretto dimensionamento dell’impianto, potrai puntare tutto sul tuo autoconsumo fotovoltaico per il fabbisogno energetico della tua attività. Ma come sfruttare al massimo questa possibilità di autoconsumo fotovoltaico?

Senza dubbio dovrai essere bravo a fare in modo di organizzare i picchi di lavoro, e quindi di consumo, nei momenti in cui l’impianto fotovoltaico è in produzione. In questo modo coprirai gran parte del tuo fabbisogno energetico con l’energia prodotta dal fotovoltaico senza ricorrere alla rete elettrica nazionale. Qualora ciò non fosse possibile, o comunque avessi necessità di coprire il fabbisogno energetico anche di notte, allora potresti comunque ricorrere alle batterie di accumulo. Grazie a questi dispositivi infatti potresti immagazzinare l’energia non auto-consumata di giorno e sfruttarla la notte.

Sfruttando al massimo l’autoconsumo fotovoltaico, l’installazione di un impianto ad energia solare sarà un investimento ancora più remunerativo. Grazie ad esso avrai modo di massimare i vantaggi del tuo sistema solare riducendo contemporaneamente il prelievo di energia dalla rete elettrica nazionale.

Come si calcola l’autoconsumo fotovoltaico?

Arrivato a questo punto forse ti starai chiedendo: ma come faccio a capire quanta energia produce il mio impianto e quanta ne consumo? Quant’è la mia quota di autoconsumo fotovoltaico?

In realtà non è niente di complicato a patto che tu abbia a disposizione questi due dati essenziali:

  • Energia totale prodotta dal tuo impianto: questo dato puoi trovarlo sul display dell’inverter dell’impianto fotovoltaico;
  • Energia immessa in rete: che puoi conoscere grazie al contatore bi-direzionale che verrà installato durante la fase di allacciamento alla rete dell’impianto.

A questo punto potrai ottenere il dato tramite una semplice sottrazione: 

Energia totale prodotta – Energia immessa in rete = Energia autoconsumata

Questo significa che se in un anno il primo contatore ha rilevato 39.000 kWh prodotti dal tuo impianto e il secondo contatore ha rilevato in totale 20.000 kWh di energia immessa in rete, sottraendo l’energia immessa in rete all’energia complessivamente prodotta si ottiene l’energia autoconsumata: ovvero 19.000 kWh.

In questo caso, l’energia auto consumata si aggira attorno al 50% di quella prodotta, ma siamo sicuri che con i giusti accorgimenti potrai anche fare di meglio. Ricordati sempre che più aumenterai la quota di energia autoconsumata, più l’investimento sarà remunerativo!

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso l’indipendenza energetica della tua azienda contando sempre di più sull’autoconsumo fotovoltaico? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

#gates-custom-6768a07561c49 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07561c49 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07561c49 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati

Cosa è e come si calcola la Carbon Footprint

Carbon Footprint: cos’è e come si calcola e perché può tornare utile alla tua impresa

Home » Blog » Pagina 13

 

Metti in moto una macchina? Mangi un hamburger? Oppure stai accendendo le lampadine degli uffici della tua impresa?

Allora significa che stai compiendo azioni che emettono CO2 in atmosfera contribuendo al riscaldamento globale. Sono infatti molti gli studi che dimostrano come l’accumulo dei gas serra in atmosfera, causato dalle attività umane, sia la causa principale dei cambiamenti climatici.

Il problema è che l’energia non è solo necessaria per la maggior parte delle attività che svolgiamo giornalmente, ma anche per tutto il sistema produttivo industriale. Anzi i maggiori consumi provengono proprio da questo settore che per soddisfarli utilizza fonti fossili emettendo grandi quantità di gas serra.

Per questo sono stati stipulati accordi internazionali, come quello di Parigi, che hanno l’obiettivo di contenere le emissioni e quindi l’aumento della temperatura terrestre. Per raggiungere i loro obiettivi è però necessario de-carbonizzare l’economia, cioè transitare verso un sistema economico che riduca progressivamente le emissioni.

Per ridurle, è però prima di tutto necessaria quantificarle. Uno strumento efficace in tal senso è è il calcolo della carbon footprint.

Ma cosa è la carbon footprint? Proviamo a scoprilo qui di seguito.

Cos’è la carbon footprint?

La carbon footprint è un indicatore il cui calcolo permette di stimare la quantità di emissioni di gas serra  generate in modo diretto o indiretto da un individuo, un’azienda, un evento, un prodotto o una nazione. 

Esiste una unità di misura per la carbon footprint che viene espressa in tonnellate di CO2, oppure di CO2 equivalente a seconda se vengano considerate solo le emissioni di biossido di carbonio o anche degli altri gas serra. La misura di CO2 equivalente è utilizzata per indicare l’impatto sul riscaldamento globale di una certa quantità di gas serra rispetto a quello che avrebbe la stessa quantità di CO2.

Carbon footprint ed Ecological footprint

Il termine “carbon footprint” può essere tradotto in italiano come “impronta carbonica”. Il concetto deriva da quello di impronta ecologica (Ecological Footprint Analysis, EFA) ossia il sistema di contabilità ambientale che permette di tradurre i consumi annuali di una determinata persona, comunità o nazione negli “ettari virtuali” di territorio che sarebbero stati necessari a produrli in maniera sostenibile.

Attraverso l’ecological footprint si può comprendere quanto sostenibile sia il nostro stile di vita o quello dell’economia considerando tutte le fasi del processo produttivo. Attualmente, i dati sulla nostra ecological footprint sono allarmanti. Secondo i calcoli infatti sarebbero oggi necessarie le risorse di due pianeti Terra (per la precisione 1,75) per soddisfare i nostri consumi. E’ evidente quindi che occorre fare un passo indietro.

La metodologia introdotta dall’ecological footprint ha riscosso notevole successo negli anni e si è particolarmente distinta per la sua validità informativa. Per questo motivo, negli anni si sono susseguiti altri indicatori che stimano gli impatti della società sulle matrici ambientali. Tra questi i più conosciuti sono la water footprint e appunto la carbon footprint che si focalizzano rispettivamente sull’utilizzo di acqua dolce e sull’emissione di biossido di carbonio e altri gas climalteranti.

Come Calcolare la carbon footprint

Per calcolare la carbon footprint delle aziende sono due le metodologie maggiormente utilizzate:

  • GHG Protocol prodotto dal World Resource Institute (WRI) e dal World Business Council for Sustainable Development (WBCSD),
  • Standard prodotto dall’Organizzazione Internazionale per la standardizzazione (ISO), con particolare riferimento all’ISO 14064.

GHG Protocol

Gli standard e le linee guida del protocollo GHG sono un sistema nato per consentire alle aziende di misurare, gestire e segnalare le emissioni di gas serra dalle loro operazioni e catene del valore. Nel calcolo si deve scegliere l’ambito della misurazione e cioè se:

  • includere solo le emissioni dirette (Scope 1),
  • conteggiare anche quelle derivanti dal prelievo di elettricità (Scope 2)
  • esaminare quelle indirette, emesse lungo tutta la catena di approvvigionamento (Scope 3).

Le norme ISO

La serie di norme ISO 14060 fornisce chiarezza e coerenza per la quantificazione, il monitoraggio, la rendicontazione e la validazione o verifica delle emissioni e delle rimozioni di gas serra (GHG). Ricordiamo, in particolare, le seguenti:

  • ISO 14064-1 che definisce i principi e i requisiti per la progettazione, lo sviluppo, la gestione e la rendicontazione degli inventari di gas serra a livello di organizzazione aziendale;
  • ISO 14064-2 che definisce invece i principi e i requisiti per la determinazione dei riferimenti e per il monitoraggio, la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di un progetto;
  • ISO 14064-3 specifica i requisiti per la verifica o la validazione delle dichiarazioni sui gas serra relative agli inventari, ai progetti e alle impronte dei prodotti.

Inoltre esistono altre norme che specifichiamo qui di seguito:

  • ISO 14065 definisce i requisiti per gli organismi che convalidano e verificano le dichiarazioni relative ai GHG,
  • ISO 14066 specifica i requisiti di competenza per i team che si occupano della validazione e della verifica,
  • ISO 14067 è la norma che definisce i principi, i requisiti e le linee guida per la quantificazione dell’impronta carbonica dei prodotti.

Come ridurre la carbon footprint della tua impresa?

Una volta che avrai calcolato la carbon footprint della tua impresa potrai finalmente pensare a come ridurre le emissioni. Il calcolo della carbon footprint infatti ti permetterà di identificare le aree, i settori o le fasi produttive che contribuiscono maggiormente alla produzione di gas serra.  Una volta che avrai identificato i tuoi punti deboli avrai a disposizione due strade:

  • ridurre gli impatti lungo la catena del valore
  • compensare le emissioni.

In ogni caso abbiamo deciso di raccogliere qui di seguito alcune delle azioni principali che puoi intraprendere per ridurre la carbon footprint della tua impresa.

Investire nella transizione

Tra le principali azioni per ridurre la carbon footprint della tua impresa rientra indubbiamente l’utilizzo di fonti di energie rinnovabili. L’energia solare, eolica, marina o all’idrogeno verde indubbiamente producono meno emissioni rispetto alla combustione delle fonti fossili.

Adottare iniziative di questo tipo potrebbe avere anche dei vantaggi economici. Installare questi sistemi di produzione dell’energia da fonti rinnovabili infatti ti permetterà di abbattere i tuoi consumi con grande sollievo per i tuoi bilanci. Il prezzo di gas ed elettricità infatti è salito alle stelle e pertanto ricorrere alle rinnovabili, come installare un fotovoltaico aziendale, potrebbe essere un’ottima strategia. Inoltre il costo dell’investimento che dovrai sostenere è ridotto visto che sono in vigore importanti incentivi fiscali (di cui parliamo qui).

  • Investire nella transizione per ridurre la carbon footprint significa anche compiere azioni come
  • passare all’utilizzo di vetture elettriche per il trasporto merci o per la flotta aziendale,
  • portare avanti iniziative che incentivino i dipendenti verso la mobilità sostenibile
  • formare i dipendenti per promuovere pratiche green come ridurre l’uso di plastica
  • staccare i dispositivi elettronici dalla presa della corrente quando non in uso
  • riciclare alcuni materiali o
  • effettuare un’analisi del ciclo di vita del prodotto per capire se alcuni scarti di produzione possono essere utilizzabili in altro modo e nel caso investire in sinergie industriali.

Compensare le emissioni

Per ridurre il proprio impatto in termini di emissioni, una possibilità deriva anche dalla compensazione. Tra le tecniche che possono essere utilizzate vi è per esempio la piantumazione di alberi che durante la crescita assorbono CO2, una tecnica particolarmente gradita alle imprese che possono così anche farsi pubblicità. In alternativa è possibile finanziare progetti di efficientamento delle risorse o legati all’utilizzo di risorse rinnovabili che evitano di produrle.

In futuro molte speranza sono legate alla tecnica di cattura del carbonio in fase di emissione attraverso la tecnologia del Carbon Capture and Storage.

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso la carbon neutrality della tua azienda riducendo la sua carbon footprint? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

#gates-custom-6768a07566499 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07566499 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07566499 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati

Carbon Neutrality: cosa è? Perché è importante per le aziende?

Un gran numero di imprese si sta organizzando per raggiungere la propria Carbon Neutrality. Ma cos’è di preciso? Perché è così importante per le imprese?

Home » Blog » Pagina 13

 

Sin dalla COP21 ed ancora di più dopo l’adozione dell’Accordo di Parigi sul Clima, un numero crescente di nazioni, organizzazioni pubbliche e imprese private si sono impegnate a contrastare concretamente i cambiamenti climatici. Per farlo hanno stabilito di dover perseguire un obiettivo comune: la climate neutrality.

Senza neutralità climatica infatti non è possibile stabilizzare le temperature globali e quindi limitare l’impatto dei cambiamenti climatici. Senza l‘eliminazione totale delle emissioni di gas serra prodotte dalle attività dell’uomo la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è destinata a salire. Se essa non farà che aumentare, è impossibile porre rimedio al riscaldamento globale.

In questa ambiziosa quanto mai improrogabile sfida, giocano un ruolo fondamentale le imprese private. Attraverso le loro Strategie Climatiche volte alla Carbon Neutrality possono infatti contribuire in maniera decisiva a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici

Ma qual è la differenza tra Carbon Neutrality e Climate Neutrality? Perché la Carbon Nutrality è importantissima per le aziende?

Cerchiamo di fare chiarezza in questo approfondimento.

Carbon Neutrality, Climate Neutrality ed altre definizioni

Prima di parlare delle Strategie Climatiche delle aziende riteniamo sia opportuno fare chiarezza su alcune definizioni in modo da chiarire i concetti che sono alla loro base. Approfondiamo questi concetti qui di seguito.

  • Carbon Neutrality. Con questa definizione si indica la condizione in cui le emissioni antropogeniche di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera generate da un’azienda durante un dato periodo di tempo (solitamente un anno) sono bilanciate. Per bilanciarle, l’azienda dovrà compiere azioni che abbiano come obiettivo quello di compensare, rimuovere o assorbire tali emissioni di CO2;
  • Climate Neutrality. Rappresenta la condizione in cui le emissioni antropogeniche di tutti i gas a effetto serra (GHG) nell’atmosfera generate da un’azienda durante un dato periodo di tempo (solitamente un anno) sono bilanciate da pari compensazioni, rimozioni o assorbimenti. Non solo 0 emissioni di anidride carbonica quindi, ma anche di tutti gli altri gas serra;
  • Net-Zero Emissions. Questo è in realtà un obiettivo di lungo termine e non limitato a un dato periodo temporale. L’obiettivo prevede il raggiungimento di “emissioni nette zero” lungo tutta la filiera produttiva di un’azienda entro il 2050.

In merito a quanto abbiamo appena riportato è evidente come le Strategie di Climatiche e Carbon Neutrality siano più che altro dei passaggi intermedi. Passi comunque obbligati in un percorso che ha come obiettivo di lungo termine quello delle Zero Emissioni. Un percorso difficile nel quale l’azienda si impegna a ridurre le emissioni di gas serra di tutta la sua filiera oltre che a neutralizzare l’impatto di eventuali emissioni residue mediante la rimozione di un volume equivalente di CO2.

In questo approfondimento cercheremo di approfondire più che altro il concetto di Carbon Neutrality un modo da poter sviluppare in dettaglio alcune delle azioni da intraprendere per raggiungere questo obiettivo.

Perché la mia azienda dovrebbe puntare alla carbon Neutrality?

Prima di parlare di carbon neutrality riferita alle imprese dobbiamo fare un’importante premessa. Oggi non esiste un regolamento che obblighi le aziende a ridurre, azzerare o compensare le proprie emissioni di gas serra come l’anidride carbonica. Chi decide di perseguire questo obiettivo quindi, decide di farlo volontariamente. Altrettanto volontariamente investe risorse finanziarie anche molto importanti per progettare, mettere in esecuzione e comunicare le proprie Strategie Climatiche.

Ma come mai sempre più aziende stanno decidendo di fare ciò investendo le loro risorse?

Per un motivo molto semplice: il mercato. I consumatori di oggi, soprattutto le nuove generazioni, sono sempre più attenti alle tematiche dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale. Per questo i loro acquisti, o consumi, sono orientati verso quei prodotti o servizi le cui aziende fornitrici dichiarano di perseguire questi valori. Questo orientamento è talmente forte che i consumatori sono anche disposti a spendere di più se i prodotti rispettano l’ambiente più di quelli di altre aziende concorrenti.

Le imprese che decidono di intraprendere il loro percorso verso la carbon neutrality quindi lo fanno per migliorare il loro posizionamento sul mercato. Grazie ad esso possono raggiungere nuove fasce di consumatori riuscendo a differenziarsi più nettamente dai loro concorrenti. In sostanza lo fanno per vendere di più e la cosa, funziona davvero!

Quali vantaggi posso ottenere?

I principali vantaggi nell’essere un’azienda Climate Neutral sono quindi riassumibili nei seguenti punti:

  • costruire un posizionamento sul mercato come azienda leader sui temi della Sostenibilità;
  • ottenere un importante ritorno di immagine verso tutti gli stakeholder;
  • aumentare l’attrattività e l’engagement nei confronti dell’azienda da parte degli investitori, dei clienti, dei partner, dei dipendenti;
  • innovare la propria proposta di valore e ottenere un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti;
  • fornire un contributo attivo alla riduzione delle emissioni dei propri clienti;
  • contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals) dell’Agenda ONU;
  • comunicare la Sostenibilità attraverso iniziative concrete e riconosciute a livello internazionale;
  • avere un argomento nuovo da comunicare ai propri clienti e al mercato;
  • realizzare un premium price sui prodotti/servizi venduti, e quindi anche un ritorno economico.

Come si diventa Carbon Neutral?

Per per raggiungere la Carbon Neutrality le imprese come la tua possono percorrere sostanzialmente due strade:

  • compensare tutte le emissioni di gas serra emesse dall’azienda;
  • compensare le emissioni di gas serra emesse da una specifica linea di prodotto.

In entrambi casi, il primo passo da compiere è quello di misurare la propria impronta, o Carbon Footprint. Ciò sostanzialmente significa misurare l’impatto dell’azienda o di una linea di prodotti dell’azienda in termini di emissioni di CO2.

Per calcolare la Carbon Footprint è necessario misurare le emissioni dirette ed indirette dell’azienda in tre ambiti:

  • Emissioni Dirette come quelle da fonti o sorgenti all’interno dei confini organizzativi posseduti o controllati dall’azienda. Tali sorgenti possono essere stazionarie (ad esempio: caldaie, generatori elettrici, processi industriali) o mobili (ad esempio: veicoli).
  • Emissioni Indirette ovvero quelle correlate alla combustione di combustibili associate alla produzione dell’energia finale (elettricità, calore, vapore, aria compressa, ecc.) e utilizzata dall’azienda.
  • Altre Emissioni Indirette ovvero tutte le altre emissioni indirette che si verificano nella Value Chain dell’azienda. Sono le più difficili da tracciare e controllare anche se di solito rappresentano la quota maggiore dell’inventario delle emissioni di un’azienda (produzione delle materie prime acquistate, viaggi d’affari, spostamenti casa-lavoro, gestione rifiuti, fasi di utilizzo e fine vita dei prodotti, ecc).

Una volta che avrai calcolato la Carbon Footprint della tua impresa potrai identificare quali sono le cause principali delle emissioni di CO2 o degli altri gas serra. Identificando il problema, dovresti anche essere in grado di trovare i modi per ridurle o quantomeno bilanciarle. Ad esempio, se una delle cause principali di emissioni è il sistema di riscaldamento dei capannoni industriali, potresti sostituirlo con uno nuovo e più efficiente per limitare i consumi e quindi anche le emissioni.

Quando avrai intrapreso tutti gli sforzi per migliorare la tua Carbon Footprint allora potrai pensare di compensare anche le cosiddette emissioni “inevitabili” o “hard-to-abate”. Come?

Acquistando Crediti di Carbonio certificati è possibile ridurre il proprio impatto con strumenti certificati da un ente terzo indipendente. Inoltre, sempre tramite essi è possibile contribuire in modo attivo allo sviluppo sostenibile di intere aree, andando a migliorare la salute e l’educazione della popolazione locale. La compra vendita dei crediti di CO2 equivalenti quindi genera delle entrate economiche e supporta lo sviluppo economico delle comunità locali.

Quanto può costare portare la mia azienda verso la Carbon Neutrality?

Raggiungere la Carbon Neutrality per un’azienda significa misurare la propria Carbon Footprint e cercare di compensarla. Se per misurarla esistono dei metodi artigianali, meno costosi, e professionali, più costosi, il vero salasso sono le azioni che riguardano la sua compensazione.

Acquistare i crediti di carbonio infatti significa spendere 15-20 € ogni tonnellata di CO2 immessa nell’atmosfera. Ma non è questo a spaventare gli imprenditori come te. Per capirlo meglio proviamo a fare un esempio.

Abbiamo visto come, a provocare la gran parte delle emissioni di CO2 siano spesso gli approvvigionamenti di energia. Vuoi il combustibile utilizzato per il riscaldamento degli ambienti di lavoro o per mantenere determinati macchinari in funzione (forni a gas, fonderie ecc.), vuoi le emissioni che si producono per produrre l’elettricità necessaria ai macchinari ed alle luci di un’industria. Per portare la tua azienda verso la Carbon Neutrality dovresti quindi ridurre questi consumi che provocano così tante emissioni. Come?

Una valida alternativa è quella di ricorrere agli impianti a fonti rinnovabili. Con il fotovoltaico ad esempio la tua impresa potrebbe ridurre notevolmente il consumo di energia elettrica in quanto la produrrebbe direttamente da sola sfruttando l’energia solare e quindi senza emissioni. Stesso discorso per il riscaldamento: passando ad un’altra tecnologia potresti abbandonare il metano e magari, passando all’elettricità, soddisfare i consumi sempre tramite il fotovoltaico.

Ovviamente però tutto questo ha un costo che non è indifferente, soprattutto per gli impianti di gradi dimensioni. Per fortuna però esistono degli incentivi fiscali in grado di abbattere il costo dell’investimento oltre al fatto che, con i recenti aumenti del prezzo dell’energia, ricorrere ai combustibili non è più conveniente.

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso la carbon neutrality della tua azienda? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

#gates-custom-6768a0756af46 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0756af46 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0756af46 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati

Cosa significa essere un’azienda Carbon Neutral?

Cosa significa essere un’azienda Carbon Neutral? Quali sono i vantaggi per le imprese?

Home » Blog » Pagina 13

 

L’Unione Europea ed i suoi stati membri hanno un obiettivo importantissimo da raggiungere entro il 2050: quello di essere “carbon neutral. In sostanza, l’ambizioso obiettivo del vecchio continente consiste nell‘azzerare le proprie emissioni di CO2 in modo da arginare in maniera decisa i cambiamenti climatici dovuti al surriscaldamento globale. Questo obiettivo rientra nella strategia definita dal Green Deal europeo, in linea con l’accordo di Parigi, in cui è possibile rintracciare l’impegno UE nel percorso verso la decarbonizzazione.

Esser carbon neutral significa proprio ridurre le emissioni di CO2 a zero. Un’obiettivo che è possibile raggiungere solo tramite la collaborazione di tutti i soggetti che fanno parte di uno stato, aziende comprese. Pensiamo ad esempio a quante emissioni di anidride carbonica si potrebbero evitare se tutti, PMI comprese, producessero energia da fonti rinnovabili come ad esempio quella fotovoltaica.

Non solo carbon free, ma anche sostenibilità economica. Si perché i recenti aumenti del costo di gas ed elettricità stanno mettendo in ginocchio le imprese che non possono più sostenere questi costi. Il conflitto tra Russia ed Ucraina inoltre, ha riacceso il dibattito attorno alla dipendenza del vecchio continente dal metano sovietico. Una dipendenza che fa male all’economia, ma anche all’ambiente visto che usare il metano come combustibile significa di fatto produrre tanta anidride carbonica.

Ma cosa significa per un impresa essere carbon neutral? Quali sono i vantaggi che potrebbe ricavarne?

Cosa significa essere carbon neutral?

Essere carbon neutral significa arrivare a ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera. Tuttavia, non sempre è possibile ridurre a 0 le emissioni, pertanto con l’essere carbon neutral si indicano anche tutte quelle attività volte a compensare le emissioni con interventi dedicati di bilanciamento.

Lo scopo ultimo dell’essere carbon neutral quindi è quello di “azzerare” e “neutralizzare” le emissioni di anidride carbonica. E’ questa infatti la principale causa del surriscaldamento globale che sta causando sempre più frequenti cambiamenti climatici con con conseguenze disastrose in tutto il globo. Il termine carbon neutral indica proprio le “zero emissioni” e il concetto di carbon neutrality coinvolge qualsiasi tipo di attività ed ente nel mondo industriale, economico e finanziario.

L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) offre la seguente definizione di carbon neutrality. Si può affermare di aver raggiunto questo stato quando:

“le emissioni antropogeniche di gas serra sono compensate da una pari quantità di emissioni ridotte, evitate o sequestrate all’interno di un determinato orizzonte temporale”.

È così che hanno preso sempre più piede iniziative di carbon free oltre a donare sempre più importanza all’utilizzo dei criteri ESG. Questi ultimi, sono dei criteri di valutazione dell’impegno di un’azienda secondo tre dimensioni che misurano quanto l’impresa sia sostenibile e responsabile. Queste tre dimensioni sono quella ambientale, sociale e di governance.

Come diventare un’impresa carbon neutral

Nel contesto che abbiamo appena descritto sono molte le imprese che stanno cercando di essere sempre più carbon neutral sposando una filosofia green e a zero emissioni, avviando un percorso di decarbonizzazione.

Di solito la strategia per far diventare un’impresa carbon neutral si basa sui seguenti step:

  1. Misurazione delle proprie emissioni di CO2. Come sempre, il punto di partenza, è quello di un’approfondita analisi sulla propria attività e sulla sua impronta di carbonio(carbon footprint). In questo modo è possibile ottenere dei dati precisi sulle emissioni di gas serra generate dai processi produttivi, erogazione di servizi o altre attività della tua impresa e capire dove intervenire. Essere consapevoli del proprio impatto ambientale è infatti il primo passo per identificare gli sprechi o le inefficienze all’interno di un’azienda e attuare strategie di sostenibilità ambientale. Ovviamente, quello che abbiamo appena descritto è un processo basato su standard specifici e deve tenere conto sia degli impatti diretti sia di quelli indiretti.
  2. Riduzione: Una volta definita la carbon footprint della tua impresa potrai intraprendere le azioni necessarie a ridurla. In particolare si parte dalle attività più impattanti individuando le fasi che causano più emissioni di CO2 intervenendo per ridurle il più possibile ed allo stesso tempo eliminare sprechi ed inefficienze. Di solito, una delle fasi più impattanti è quella dell’approvvigionamento di energia che di norma è prodotta utilizzando i combustibili fossili. Passare quindi ad impianti di produzione di energia rinnovabile come il fotovoltaico è senza dubbio una buona idea per fare un passo in avanti nel percorso che porterà la tua impresa ad essere carbon neutral.
  3. Compensazione: abbattere completamente le emissioni di CO2 di un’attività produttiva è praticamente impossibile. Per questo motivo non rimane altra strada che quella della compensazione. Ad esempio finanziando progetti di riforestazione o acquistando crediti di carbonio da altre aziende.

Quali sono i vantaggi per le aziende?

Ma perché dovrei rendere la mia impresa carbon neutral? Che vantaggi potrei ricavarne?

Intraprendere un percorso verso la carbon neutrality della tua azienda è sicuramente vantaggioso per ragioni di carattere economico, ambientale, e sociale. Abbiamo approfondito questi tre aspetti qui di seguito.

Vantaggi economici dell’essere carbon neutral

Rendere la tua impresa carbon neutral potrà farti ottenere diversi vantaggi dal punto di vista economico.

Innanzitutto questa è un’opportunità incredibile per differenziarti sul mercato e rendere la tua impresa più riconoscibile. La competitività del tuo business ed il posizionamento aziendale sul mercato ne beneficeranno portando ulteriori profitti. Discorso analogo per quanto riguarda per l’immagine e la reputazione della tua attività.

Inoltre altri vantaggi economici, più facilmente intuibili, derivano direttamente dalla riduzione degli sprechi e dei consumi. Ad esempio, investendo in energie rinnovabili per soddisfare il tuo fabbisogno, potresti non dover impegnare preziose risorse nell’acquisto di energia o di gas, risorse il cui prezzo sta salendo di giorno in giorno. Insomma, investire nelle rinnovabili oggi, ti permetterà di non pagare le bollette domani, ottenendo un notevole risparmio nel lungo periodo e liberando risorse utili ai tuoi investimenti per la crescita aziendale. Inoltre, gli investimenti in questo senso, sono particolarmente convenienti visti gli incentivi attualmente in vigore (scopri di più qui).

Vantaggi sociali

Migliorare la propria carbon footprint diventa un importante strumento di coinvolgimento dei soggetti che possono essere interessati a ciò sul territorio in cui si trova la tua impresa. Inoltre potrebbe essere fonte di attrazione di nuovi clienti e fidelizzazione di quelli esistenti.

La riduzione delle emissioni di CO2 potrebbe inoltre rivelarsi, se sapientemente sfruttata, un’importantissima leva motivazionale. Ciò sia per quanto riguarda i tuoi partner esterni ma anche per i tuoi dipendenti interni.

Vantaggi ambientali

I benefici ambientali di un impresa carbon neutral sono senza dubbio quelli più evidenti. Riducendo le emissioni di CO2 è evidente come l’ambiente ne possa trarre vantaggio magari abbassando di molto l’attuale livello di riscaldamento globale. Sono infatti i gas serra come l’anidride carbonica i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici che proprio in questi giorni stanno avendo degli effetti devastanti con tanto di morti e feriti.  Perseguire questi obiettivi permetterà alla tua attività di allinearsi agli standard di sostenibilità ambientale oltre che con gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Pronto ad iniziare il tuo percorso verso la carbon neutrality della tua azienda? Allora compila il modulo con i tuoi dati ed aspetta la chiamata di un nostro operatore per ricevere tutti i dettagli!

#gates-custom-6768a0756fa3b h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0756fa3b h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a0756fa3b h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati

Solare termico e pompa di calore: accoppiata vincente anche per le PMI!

La soluzione per avere acqua calda in modo efficiente ed ecologico in azienda? Semplice: abbinare solare termico e pompa di calore

Home » Blog » Pagina 13

 

Solare termico e pompa di calore possono essere una soluzione ottimale per non far rimanere la tua impresa senza acqua calda sanitaria o per il riscaldamento. Questa soluzione,  tra le altre cose ti permetterà anche di abbattere notevolmente i costi delle bollette visto che non consumerai gas metano!

Di questi tempi infatti, una delle maggiori preoccupazioni per gli imprenditori come te è proprio quella legata alle spese energetiche da affrontare visti i recenti aumenti del gas e dell’elettricità. Una situazione già grave a causa degli effetti della pandemia che però è ulteriormente peggiorata con il conflitto tra Russia e Ucraina e che adesso rischia davvero di mettere in ginocchio le imprese come la tua.

Ricorrere a solare termico e pompa di calore per ottenere l’acqua calda, ha quindi l’innegabile vantaggio di permetterti di fare a meno del metano. Inoltre, grazie alle pompe di calore, potresti rendere confortevole la temperatura all’interno del tuo capannone industriale o dell’edificio in cui si trovano gli uffici della tua azienda, in tutte le stagioni. Questo perché si tratta di un dispositivo in grado di produrre caldo o freddo a seconda delle esigenze. Integrandola ad un impianto fotovoltaico potresti sfruttare al 100% le sue potenzialità senza ricorrere alla corrente e risparmiare notevolmente sulle bollette (leggi di più qui).

Abbinare solare termico e pompa di calore però è altrettanto conveniente, soprattutto per quelle attività in cui è richiesta una notevole quantità di acqua calda, sia sanitaria che non. In questo modo i due sistemi si integrerebbero perfettamente tra di loro abbattendo notevolmente il fabbisogno energetico dell’uno e dell’altro sfruttando al massimo le energie rinnovabili.

Ma come è possibile ottenere ciò? Come funziona questa accoppiata fra solare termico e pompa di calore?

Lo abbiamo chiesto ai nostri tecnici specializzati nell’installazione di pompe di calore e impianti solari termici ed abbiamo cercato di fare il punto della situazione qui di seguito.

Pompa di calore: un dispositivo davvero particolare

Come abbiamo già avuto modo di spiegare all’interno di queste pagine, la pompa di calore è un dispositivo speciale visto che è in grado di sfruttare l’energia termica naturalmente presente nell’aria. Una p.d.c. è infatti in grado di trasferire questa energia termica o calore ad un liquido oppure ad un gas presente all’interno del circuito di funzionamento della pompa di calore.

Riscaldandosi, questo fluido o liquido aumenta il suo volume e, siccome si trova all’interno di un circuito chiuso, di fatto subisce una compressione. Questa ulteriore compressione genera a sua volta un aumento della temperatura di questo liquido o gas. Questo calore viene ceduto, tramite uno scambiatore, al circuito del riscaldamento dell’edificio o in questo caso al bollitore dell’impianto solare termico, permettendo così il riscaldamento dell’acqua che si trova al suo interno.

Come avrai facilmente intuito quindi, la pompa di calore è già di per sé un dispositivo in grado di ridurre i tuoi costi energetici. Il bisogno di energia elettrica per produrre calore è infatti praticamente inesistente. Possiamo affermare infatti che se la pompa di calore necessita di elettricità è solamente perché deve azionare il compressore o la pompa attraverso cui far circolare l’aria riscaldata o l’acqua all’interno del sistema di riscaldamento.

Solare termico: il suo funzionamento in breve

I pannelli solari termici, chiamati anche collettori solari, sono generalmente utilizzati per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). Tuttavia, specie in un contesto come quello produttivo, possono anche essere utilizzati come supporto al generatore di calore (caldaia o pompa di calore) per il riscaldamento invernale. In questo modo ad esempio un impianto solare termico industriale per le aziende sarà in grado di abbattere i consumi dei generatori di calore dando sollievo ai bilanci dell’impresa.

I raggi solari, che contengono molta energia termica, colpiscono direttamente l’assorbitore che si scalda trasferendo a sua volta questo calore al fluido termovettore. Questo fluido, circolando all’interno di serpentine, è in grado di trasferire il suo calore all’acqua contenuta in un accumulo termico. Quest’ultimo non è altro che un serbatoio capace di conservare acqua calda senza dispersione di calore. Ed è proprio da questo accumulo che l’acqua circolerà nel sistema di riscaldamento della tua azienda. Oppure, in alternativa, potrà essere distribuita per essere utilizzata come acqua calda sanitaria.

Fotovoltaico e Pompe di Calore: come funziona quest’ accoppiata vincente per la tua PMI?

L’integrazione tra pannelli solari termici e pompe di calore viene di solito viene realizzata con uno scopo ben preciso. Quello che si cerca di ottenere è un sistema che permette di avere sempre acqua calda sanitaria, da utilizzare anche per il riscaldamento, con il minimo consumo di energia.

I due sistemi possono infatti felicemente convivere tra di loro colmando l’uno le lacune dell’altro. L’acqua che circola all’interno di un impianto di riscaldamento infatti, non sarà mai ad una temperatura eccessivamente bassa, soprattutto d‘inverno, per l’azione del solare termico. D’altro canto, una pompa di calore che deve riscaldare un’acqua già tiepida, consumerà molta meno energia.

Precisiamo che un solare termico abbinato ad una pompa di calore dovrà essere gestito in maniera intelligente. Con ciò intendiamo che dovrà essere posta particolare cura al trasferimento di calore tra pannello e accumulo facendo in modo che avvenga solo quando la temperatura del pannello è maggiore di quella di quest’ultimo. Tra l’altro, questa gestione intelligente è fondamentale anche per chiedere aiuto alla pompa di calore qualora l’acqua riscaldata dal solare termico non fosse ad una temperatura sufficiente.

In ogni caso, qualora vorresti abbinare un sistema solare termico ad uno a pompa di calore potresti riuscire a massimizzare lo sfruttamento della fonte solare rinnovabile in due modi: in maniera diretta ed indiretta. Scopriamo qui di seguito la differenza fra queste due modalità-

Sistema integrato solare termico e pompa di calore diretto

I sistemi diretti si chiamano così perché integrano il circuito del pannello solare termico direttamente con la pompa di calore.

In questo caso si sfrutta l’energia del sole per riscaldare il fluido termovettore presente nei pannelli solari termici. Il fluido termovettore però è lo stesso che viene utilizzato dalla pompa di calore per riscaldare l’acqua calda sanitaria. Il consumo di energia elettrica che la pompa di calore utilizzava per comprimere il fluido in modo da aumentarne la temperatura viene quindi ridotto drasticamente. Il fluido infatti è già caldo di suo grazie all’apporto del pannello solare termico!

Lo svantaggio di questo sistema integrato solare termico e pompa di calore è che dipende tantissimo dalle condizioni ambientali in cui si trova. Inoltre, questo che abbiamo appena descritto, è un meccanismo imperfetto dal momento che potrebbe portare al sovradimensionamento del collettore solare. In particolare, questo sovra dimensionamento sarà particolarmente evidente durante i mesi estivi portando ad una riduzione delle prestazioni e quindi dell’efficienza dell’impianto.

Sistema integrato solare termico e pompa di calore indiretto

I sistemi indiretti invece, contrariamente a quelli diretti, hanno il circuito solare con relativa sezione termica, separato da quello della pompa di calore.

In altre parole, questo significa che il calore incamerato dal pannello solare termico, dovrà esse ceduto al liquido termovettore. Sarà questo liquido poi a circolare all’interno dell’impianto della pompa di calore. Questo scambio di calore tra pannello e liquido termo vettore è continuo. In questo modo il liquido del circuito della pompa di calore è già caldo senza consumo di energia elettrica. Ad alimentare il tutto sarà semplicemente il calore del pannello solare termico.

Il principio dell’integrazione indiretta tra solare termico e pompa di calore quindi rimane sempre lo stesso. L’obiettivo è infatti quello di di sfruttare il calore della parte termica in modo da non dover riscaldare ulteriormente il liquido all’interno del circuito della pompa di calore. In questo modo si raggiunge lo scopro di limitare i consumi di energia e quindi di abbattere i costi delle bollette della tua impresa.

Conclusione

Integrare solare termico e pompa di calore serve quindi a “truccare” le prestazioni della p.d.c.. A ben vedere in effetti, la pompa di calore, dovendo riscaldare un fluido termovettore già riscaldato, perdonateci il gioco di parole, consumerà meno energia. Inoltre potrà raggiungere il suo obiettivo in tempi più brevi.

Realizzare un impianto solare termico integrandolo ad un pompa di calore quindi è molto conveniente anche per la tua azienda! Talmente conveniente che potresti puntare ad ottenere un edificio che per la produzione di acqua calda utilizza solo energie rinnovabili. Questa è infatti l’unica strada se vuoi abbattere notevolmente i tuoi consumi di gas ed elettricità!

Infine questo intervento di efficientamento energetico, potrebbe rientrare in uno di quelli previsti dalle agevolazioni fiscali del governo italiano per le imprese. Una questione di primaria importanza visto che potrebbe abbattere il costo del tuo investimento anche del 65%!

Cosa aspetti quindi a realizzarlo?

Contattaci immediatamente compilando il form con i tuoi se vuoi ricevere maggiori informazioni a riguardo e capire come accedere alle detrazioni fiscali!

#gates-custom-6768a07574346 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07574346 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07574346 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati

Il solare termico industriale conviene o no?

Il solare termico industriale consente di produrre in modo economico e sostenibile acqua calda sanitaria tutto l’anno, supportando il generatore di calore ed abbattendo così i consumi della tua attività

Home » Blog » Pagina 13

 

Di solito il solare termico viene associato ai contesti residenziali. Potrà quindi apparirti strano leggere l’aggettivo industriale accanto al solare termico anche se in realtà strano non è. Il solare termico industriale è infatti adatto anche ai contesti produttivi visto che può tranquillamente essere utilizzato per abbattere i costi di produzione dell’acqua calda.

Come? Semplicemente sfruttando l’energia del sole e quindi sfruttando il suo calore gratuito e pressoché inesauribile.

Prima di proseguire oltre ci teniamo a specificare che alcune semplificazioni recenti hanno coinvolto questo tipo di impianti. In particolare, grazie al Decreto Energia di marzo 2022, l’installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici sugli edifici o su strutture fuori terra diversi dagli edifici, rientra fra quelli di manutenzione ordinaria. Ciò significa che non sono più necessari permessi aggiuntivi.

Ma adesso è venuto il momento di approfondire in cosa consiste un impianto fotovoltaico industriale e perché è in grado di abbattere i consumi della tua attività. Perciò continua pure nella lettura se vuoi scoprire di più!

Solare termico industriale a cosa serve e come è fatto

I pannelli solari termici, chiamati anche collettori solari, sono generalmente utilizzati per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). Tuttavia, specie in un contesto come quello produttivo, possono anche essere utilizzati come supporto al generatore di calore (caldaia o pompa di calore) per il riscaldamento invernale. In questo modo ad esempio un solare termico per le aziende sarà in grado di abbattere i consumi dei generatori di calore dando sollievo ai bilanci dell’impresa.

In ogni caso, un pannello di un impianto solare termico industriale è costituito da questi componenti principali:

  • una piastra su cui è depositato l’assorbitore. Quest’ultimo non è altro che il materiale che assorbe l’energia termica del sole.
  • serpentine in rame. Esse scorrono sotto la piastra dell’assorbitore e fungono da scambiatore di calore tra l’assorbitore, ed il fluido termovettore che scorre al loro interno;
  • una lastra di vetro trasparente posta sopra l’assorbitore;
  • un telaio in alluminio che contiene tutti i componenti del pannello.

Come funziona?

Come abbiamo avuto modo di anticipare, il solare termico industriale trasforma l’energia solare in calore. Ma come avviene questo processo?

I raggi solari, passano attraverso il vetro arrivando direttamente all’assorbitore. L’energia contenuta in essi è in grado di far scaldare l’assorbitore il quale trasferisce il calore che ha accumulato al fluido termovettore tramite lo scambiatore. In sostanza, il fluido termovettore, un mix di acqua e antigelo, scorrendo all’interno delle serpentine, assorbe il calore dallo scambiatore e lo trasferisce a sua volta nell’acqua contenuta in un accumulo termico. A questo punto, l’acqua così riscaldata verrà immessa nel circuito di acqua calda sanitaria e/o in quello del riscaldamento.

Precisiamo che il funzionamento del solare termico che abbiamo appena descritto è quello relativo ad un impianto con pannelli solari piani. Questi sono particolarmente indicati per i tetti che hanno una buona esposizione a sud anche se sono più utilizzati per i contesti residenziali.

Per i contesti industriali è invece opportuno utilizzare i pannelli solari sottovuoto dal momento che la loro efficienza è superiore del 15/20%. Questi infatti hanno una minore dispersione termica e possono fornire ottime prestazioni anche con scarsa insolazione. Inoltre hanno maggiore flessibilità per quanto riguarda la loro installazione in quanto sono sostanzialmente formati da tubi in rame che possono essere facilmente orientati per catturare al meglio i raggi del sole.

Un impianto solare termico industriale deve però essere gestito in maniera intelligente per quanto riguarda il trasferimento del calore. Questo infatti verrà trasferito al bollitore solo quando la temperatura dei pannelli è superiore a quella di quest’ultimo. In caso contrario il bollitore si raffredderebbe. Inoltre, questa gestione intelligente deve in qualche modo comandare il generatore di calore ad integrazione dell’impianto. In questo modo, il generatore di calore di supporto, potrà intervenire qualora l’energia dei pannelli non è sufficiente a raggiungere la temperatura dell’acqua desiderata.

Progettazione di un impianto solare termico industriale: le condizioni ideali

Per una buona progettazione di un impianto solare termico industriale è fondamentale partire dalle dimensioni del bollitore collegato all’impianto. Per avere un’idea di queste dimensioni, è necessario capire quali sono i consumi di acqua calda sanitaria. Ad esempio, un abitazione di 5-8 persone ha necessità di un bollitore con una capienza che varia dai 500 agli 800 litri visto che mediamente una persona consuma tra i 60 e gli 80 litri di acqua calda al giorno. Inoltre, considerata la capienza del bollitore è necessario che i pannelli abbiano una superficie che vari dai 7,5 a 12,5 mq.

Ci sono però anche altri fattori da considerare come ad esempio la zona geografica in cui si trova l’impianto e l’esposizione a cui sono sottoposti i pannelli. La disponibilità di energia solare è infatti determinata dalla posizione geografica. La captazione della radiazione solare, ovvero la capacità di assorbire questa energia invece dipende dall’orientamento e dall’inclinazione del pannello. L’irraggiamento varia a seconda della zona passando dai 1.200 kWh/mq dell’Alto Adige ai 1.700 della Sicilia. Stesso discorso per le ore di sole disponibili che variano sensibilmente tra le due zone che abbiamo preso in esame poco fa.

L’installazione ideale di un pannello solare termico alle nostre latitudini è sul lato sud del tetto, con un angolo d’inclinazione (tra il pannello e il piano orizzontale) tra 25° e 40°. Tuttavia potrai ottenere un buon funzionamento anche con angolazioni tra i 25 e i 60° (installazioni su tetti piani).

Un dimensionamento corretto di un impianto solare termico industriale consentirà alla tua impresa di avere acqua calda per 12 mesi l’anno, inverno compreso. Ovviamente la producibilità maggiore dell’impianto è durante la stagione estiva: in questa stagione è quindi possibile rendersi indipendenti nella produzione di acqua calda grazie solamente all’energia del sole.

Vantaggi energetici ed ambientali

Un impianto solare termico industriale situato sul tetto dei capannoni della tua attività significa prima di tutto aver fatto una scelta volta al risparmio economico. A trarre i benefici maggiori di questa scelta sono senza dubbio tutte quelle imprese che utilizzano grandi quantità di acqua calda sanitaria come ad esempio hotel e centri sportivi.

Se è vero che in estate l’acqua riscaldata da un impianto solare termico può arrivare anche ad un a temperatura di 80 °C, quindi a temperature ben superiori a quelle richieste, anche in inverno l’apporto di questo impianto è rilevante. Se ad esempio l’acqua in ingresso è a 10 °, grazie al solare termico industriale può facilmente essere portate fino a 25-30 °C. In questo modo il generatore di calore complementare potrebbe aumentarla facilmente fino a 37-42°C con un minimo apporto di energia.

Il solare termico industriale inoltre è una chiara scelta in favore delle sostenibilità ambientale. Utilizzando l’energia solare per il riscaldamento dell’acqua infatti si evita l’utilizzo, per lo stesso fine dei combustibili fossili. Ed è proprio la combustione di questi materiali la principale causa dell’emissione in atmosfera dei gas serra.

Conclusioni

Alle nostre latitudini quindi, il solare termico industriale è senza dubbio la scelta più economica ed ecosostenibile da fare se abbiamo necessità di produrre grandi quantità di acqua calda. E ciò a prescindere dal fatto che essa venga utilizzata come acqua calda sanitaria o per il riscaldamento.

In particolare, il risparmio che può garantire questo sistema si aggira intorno al al 75% sull’utilizzo di gas per la produzione di acqua calda sanitaria e fino al 25% sull’utilizzo di gas per il riscaldamento.

Niente male vero?

Cosa aspetti a richiedere tutte le informazioni per installare un impianto solare termico industriale sul tetto della tua impresa? Sai che ci sono degli incentivi fiscali a disposizione?

Per scoprire di più a riguardo compila il form in questa pagina con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!

#gates-custom-6768a07578c51 h3:after {background-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07578c51 h3:after {border-color:#e6be1e!important;}#gates-custom-6768a07578c51 h3:before {border-color:#e6be1e!important;}

Compila il form con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!


Compila il form con i tuoi dati
Translate »
Apri la chat
Hai bisogno di aiuto ?
Ciao
Come posso aiutarti ?