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Riscaldamento capannone con pompa di calore

Riscaldamento capannone con pompa di calore: tutto quello che c’è da sapere

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Come avrai letto fra le nostre pagine, (ad esempio qui), trovare la giusta soluzione per riscaldare un capannone industriale non è affatto semplice. Sul mercato ci sono molte proposte diverse tra loro ma non tutte sono in grado di garantire i risultati promessi.

Nel riscaldare un ambiente di questo tipo ci sono infatti diversi fattori da valutare, primo fra tutti, i costi riguardanti i consumi energetici del sistema scelto. Riscaldare magazzini significa infatti avvalersi di sistemi con un alto consumo di energia. Un lusso che, con il continuo aumento dei prezzi del gas e dell’energia più in generale molte imprese non possono più permettersi. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in effetti la situazione è degenerata. Il gas è arrivato a costare anche 6 volte di più rispetto allo scorso anno, così come l’elettricità. Se continua così, saranno molte le imprese a dover chiudere i battenti perché incapaci di generare utili.

Per questo motivo abbiamo deciso di prendere in esame insieme ai nostri esperti il riscaldamento di un capannone con la pompa di calore. Questo sistema è infatti stato ampiamente testato ed possiamo assicurarvi che è in grado di garantire ottimi risultati anche in ambienti molto grandi come appunto i magazzini o i capannoni. Tra gli altri vantaggi del riscaldamento di un capannone con la pompa di calore c’è anche il fatto che è silenziosissimo ed in grado di assicurare il giusto comfort a chi lavora. Inoltre, i consumi elettrici delle pompe di calore possono essere facilmente abbattuti grazie ad un impianto fotovoltaico (ne parliamo anche qui), al contrario di quanto avverrebbe con un sistema di riscaldamento a gas.

In questo approfondimento quindi cerchiamo di analizzare attentamente quali sono i vantaggi per aziende, industrie e attività che decidono di optare per il riscaldamento capannone con pompa di calore.

Gli impianti di riscaldamento per capannoni con pompa di calore

Lavorare in un ambiente dove la temperatura è troppo bassa non è piacevole oltre che pericoloso. Un clima troppo rigido rischia di creare del malcontento fra gli operai che vi lavorano, quando non causa malattie e relativi intoppi nell’attività lavorativa. Ma non finisce qui. Oltre a non far sentire a proprio agio i lavoratori, le temperature rigide potrebbero compromettere le strumentazioni che si trovano all’interno del capannone che, proprio per colpa del freddo, potrebbe deteriorarsi prima del tempo o addirittura rompersi.

Riscaldare un capannone industriale è quindi fondamentale. Per farlo al meglio, una soluzione particolarmente efficiente è quella di installare un sistema di riscaldamento capannone con pompa di calore o elettrico. Alcuni di questi sistemi infatti sono stati studiati e pensati per essere performanti all’interno di aree di lavoro molto ampie garantendo degli ottimi risultati e dei consumi non eccesivi.

Come funziona il riscaldamento di un capannone con la pompa di calore?

Il riscaldamento di un capannone con pompa di calore sfrutta il principio naturale per il quale il calore si trasferisce da un corpo caldo ad uno freddo.

La pompa di calore infatti è composta da un circuito interno che contiene un fluido o gas refrigerante, due scambiatori ed un compressore elettrico. Il gas all’interno di questo circuito ha la capacità di assorbire il calore presente nell’aria all’esterno dell’edificio innalzando così la propria temperatura. Riscaldandosi, tramite gli scambiatori, il gas cederà la temperatura accumulata all’impianto di riscaldamento capannone con pompa di calore, riscaldando così l’ambiente. Il calore viene prelevato da sorgenti esterne dando vita alla climatizzazione degli ambienti ed alla produzione dell’acqua calda sanitaria.

Niente combustione per il riscaldamento quindi. Nessun utilizzo di caldaie a gasolio, a gas o a legna. Ed è proprio questa caratteristica a rendere questo sistema una soluzione ecologica in quanto le emissioni di CO2 rispetto agli altri sistemi sono notevolmente ridotte. Inoltre, il riscaldamento di un capannone con la pompa di calore è anche economicamente conveniente visto che utilizzare il calore contenuto nell’aria per riscaldare gli ambienti significa utilizzare una risorsa gratuita e pressoché illimitata.

Con questo sistema di riscaldamento potrai anche rivalutare la classe energetica del capannone e quindi aumentarne il suo valore. Ma non solo! Scegliendo di installare gli impianti di climatizzazione all’interno del capannone potrai anche accedere agli incentivi e alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica di un immobile.

Perché scegliere una pompa di calore: tutti i vantaggi

Come abbiamo avuto modo di accennare precedentemente, le moderne pompe di calore permettono di utilizzare il calore contenuto nell’aria come fonte energetica economica ed ecologica per la climatizzazione. Da ciò scaturiscono praticamente tutti i vantaggi del riscaldamento di un capannone con pompa di calore. Tra questi infatti vi sono:

  • il rispetto per l’ambiente,
  • il risparmio economico,
  • la rivalutazione della classe energetica dell’immobile sul quale verranno installati,
  • un maggiore comfort per persone e macchinari.

Abbiamo cercato di approfondire i vantaggi del riscaldamento di un capannone con pompa di calore qui di seguito.

I vantaggi dell’installazione del riscaldamento di un capannone con pompa di calore

L’installazione delle pompe di calore per il riscaldamento dei capannoni è semplice e poco invasiva. Il sistema è infatti composto da una unità esterna e da una interna che è  modulabile a seconda delle esigenze e trasferibile laddove, in futuro, ci si dovesse spostare.

Inoltre, l’unità esterna è in grado di provvedere al riscaldamento e al condizionamento garantendo quindi comfort sia in estate che in inverno.

Rumorosità ridotta

Un altro vantaggio del sistema di riscaldamento capannone con pompa di calore è la sua ridotta rumorosità che permette a chi lavora nel capannone di trascorrere la propria giornata in un ambiente non solo mite, ma anche privo di inquinamento acustico.

Incentivi economici

Scegliendo di installare il riscaldamento capannone con pompa di calore è possibile accedere agli incentivi e alle detrazioni per la riqualificazione energetica di un immobile per le imprese. Dovrai sostenere una spesa iniziale contenuta, soprattutto nel caso in cui tu debba sostituire un vecchio generatore per poter sfruttare la Detrazione Fiscale per la Riqualificazione Energetica.

Risparmio in bolletta

Se fino ad oggi hai utilizzato un sistema di riscaldamento a metano, gpl o gasolio. ti renderai immediatamente conto del risparmio. Soprattutto visto il periodo in cui il costo dell’energia non fa altro che salire. Inoltre se abbinerai al il riscaldamento capannone con pompa di calore  un impianto fotovoltaico la convenienza sarà ancora di più! Grazie all’impianto infatti potresti produrre l’energia elettrica di cui la tua pompa di calore necessita!

Aria più pulita e salubre

Nano particelle e polveri ultrasottili sono una delle insidie principali delle quali bisogna preoccuparsi in ambienti di lavoro. Tra l’altro, durante la stagione invernale, la concentrazione di queste particelle nell’aria aumenta in maniera considerevole negli ambienti chiusi. Per questo è fondamentale garantire anche un trattamento dell’aria continuo, compreso di azione di filtrazione per impedire a polveri, virus o batteri di causare malattie.

Gli impianti di riscaldamento capannoni con pompa di calore possono essere facilmente abbinati ai moderni filtri dell’aria. In questo modo potrai garantire ai lavoratori un ambiente ancora più confortevole.

Stai cercando anche tu di risparmiare il più possibile sulle bollette per riscaldare i magazzini della tua azienda? Allora rivolgiti ai nostri esperti per trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze. Compila il form in questa pagina con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!

In alternativa ci teniamo a ribadire che esiste anche il Conto Termico 2023 come incentivo. Clicca qui per approfondire l’argomento!

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Come riscaldare un magazzino?

Come riscaldare il magazzino? Scopriamo insieme le soluzioni migliori

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Dopo l’estate più calda degli ultimi anni, possiamo finalmente affermare che le temperature torride che hanno caratterizzato questi ultimi mesi stanno finalmente volgendo al termine. L’inverno, seppur ancora possa sembrare lontano è in realtà oramai alle porte. Con l’irrigidirsi delle temperature, garantire ai lavoratori un ambiente ben riscaldato è fondamentale. Tuttavia, quella di riscaldare il magazzino o più in generale i capannoni industriali non è una sfida da poco. 

Riscaldare ampi spazi e mantenerne una temperatura confortevole non è semplice, soprattutto quando questo ambiente non è isolato da un punto di vista termico. Riscaldare magazzini significa quindi avvalersi sistemi con un alto consumo di energia. Un lusso che, con il continuo aumento dei prezzi del gas e dell’energia più in generale molte imprese non possono più permettersi. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in effetti la situazione è degenerata. Il gas è arrivato a costare anche 6 volte di più rispetto allo scorso anno, così come l’elettricità. Se continua così, saranno molte le imprese a dover chiudere i battenti perché incapaci di generare utili.

In questa situazione è quindi ancor più fondamentale scegliere il giusto metodo per riscaldare il magazzino o il capannone industriale (ne parliamo anche qui). Riscaldare il magazzino con il giusto sistema ti permetterà di avere un ambiente funzionale con una temperatura confortevole, rispettare l’ambiente, ma soprattutto di evitare gli sprechi con enormi benefici sulle bollette.

Abbiamo quindi chiesto ai nostri esperti quali sono le migliori soluzioni per riscaldare i magazzini e i capannoni industriali e abbiamo fatto il punto qui di seguito.

Riscaldare i magazzini: le valutazioni iniziali

Per riscaldare i magazzini o altri ambienti industriali è necessario innanzitutto fare delle considerazioni che possono esserci di aiuto nella scelta del sistema di riscaldamento. Non esiste infatti un modo migliore per riscaldare gli ambienti di un’attività, ma esistono diversi metodi che si adattano più o meno alle caratteristiche degli ambienti da riscaldare.

Le caratteristiche da tenere in considerazione sono le seguenti:

  • Dimensioni dello spazio da riscaldare: quanto è grande la superficie del magazzino? Quanto è alto l’edificio? In particolare, quest’ultima domanda non è da sottovalutare visto che l’aria calda tende a salire verso l’alto e ad accumularsi la dove, di solito, non si trovano gli operai. Tale differenza di temperatura può variare fino a 8°C per questo dovresti calcolare il volume della zona da riscaldare prima di acquistare il sistema di riscaldamento definitivo
  • Divisioni degli spazi: il magazzino o il capannone è un ambiente unico oppure è suddiviso a sua volta in diversi ambienti? E’ importante selezionare le zone che necessitano di una temperatura più elevata rispetto alle altre. Ad esempio non riscaldare gli spazi destinati solo a macchinari e quelli in cui non è prevista una presenza continuativa dei lavoratori ti permetterà di abbattere notevolmente i tuoi consumi.
  • Isolamento termico. Le pareti dello spazio da riscaldare sono isolate da un punto di vista termico oppure no? Quante aperture ci sono nel magazzino? Si tratta di porte o finestre che devono essere sempre aperte oppure no? Ovviamente, noi consigliamo sempre di prevedere un sistema di coibentazione nei magazzini o capannoni che si vogliono riscaldare. Sono 3 i modi possibili per un’efficiente isolamento dei muri: esternamente, internamente o nell’intercapedine. Il ‘cappotto’ esterno, ovviamente, richiede un investimento importante ma permette di ottenere i risultati migliori. L’isolamento nell’intercapedine si realizza riempiendo l’interno delle pareti con materiale isolante in granuli. Nel caso poi si installi un ‘cappotto’ interno, la spesa è sicuramente modesta e si può realizzare anche personalmente, selezionando singoli spazi.
  • Coefficiente di dispersione. E’ un valore espresso in base al materiale di costruzione: più è basso, meno il magazzino disperderà calore e quindi tenderà a conservare il calore al suo interno. Una volta individuato questo coefficiente potrai calcolare la potenza termica necessaria per il sistema di riscaldamento. Questa si calcola moltiplicando il volume dello spazio, per la differenza di temperatura tra esterno e interno, per il coefficiente di dispersione

Riscaldare i magazzini: come scegliere il sistema di riscaldamento ideale?

Come abbiamo già avuto modo di accennare, non esiste un modo migliore rispetto ad un altro per riscaldare un magazzino. Ogni sistema di riscaldamento ha delle caratteristiche specifiche che lo rendono più adatto o meno adatto al riscaldamento di un determinato ambiente. Inoltre, in questa scelta, è doveroso considerare anche il budget che si ha a disposizione per l’installazione di un nuovo metodo per riscaldare i capannoni industriali. Alcuni di questi sistemi hanno infatti dei costi elevati che non tutti sono disposti a sostenere.

Abbiamo quindi cercato di ricapitolare i sistemi di riscaldamento più diffusi qui di seguito, elencandoli in base alla loro efficienza.

Riscaldamento a pavimento

Il riscaldamento a pavimento è probabilmente il metodo migliore per riscaldare i magazzini e i capannoni industriali. Tuttavia, per installarlo, è necessario un investimento ingente. Questo sistema è particolarmente adatto per ambienti molto alti in cui è prevista una cospicua presenza di lavoratori. Il riscaldamento a pavimento consiste nell’installare una serpentina al di sotto del livello del pavimento, dentro la quale far scorrere l’acqua calda che serve a riscaldare gli ambienti. Per questo motivo, diventa complesso ricorrere a questo sistema quando si deve riscaldare una magazzino già esistente e quando non sono previsti lavori di ristrutturazione nell’immediato. Il riscaldamento a pavimento, però, è certamente il metodo più efficiente, una scelta che evita gli sprechi e sposa le nuove direttive green per un magazzino sostenibile.

Tubi microforati

Riscaldare magazzini con i tubi microforati significa far scorrere dell’aria calda all’interno di tubi posti sul soffitto o sulle pareti per aumentare la temperatura di un ambiente. Questo significa che questo sistema prevede una fonte di calore come le una o più pompe di calore o una o più caldaie in aggiunta all’unità di trattamento dell’aria. Rispetto al sistema di riscaldamento a pavimento forse questo sistema permette di avere una temperatura più omogenea. Tuttavia non è adatto per capannoni o magazzini con un altezza superiore ai 10 metri.

Riscaldare magazzini con pannelli radianti

Ricorrere a questo sistema può essere utile quando si devono riscaldare singole zone o aree semi aperte. Di fatto si tratta di termosifoni elettrici che funzionano come una resistenza e che quindi si scaldano in base al passaggio di elettricità al loro interno. Questi radiatori sono particolarmente duttili in quanto questi radiatori vengono posizionati sul suolo o sul muro, ma ne esistono anche di mobili. Inoltre, alcuni strumenti in commercio sono antideflagranti, adatti per atmosfere esplosive.

Generatori di aria calda

Questo sistema è il più antico di tutti e permette di riscaldare l’aria dei magazzini attraverso la combustione. Il suo punto di forza è senza dubbio l’immediatezza con cui riesce a riscaldare l’aria e l’ambiente che lo rende particolarmente utile per riscaldare, asciugare o prevenire il gelo. Sono portatili e maneggevoli: ciò permette di spostarli facilmente per poter raggiungere la temperatura perfetta in diversi spazi o asciugare anche vernici, stucchi con facilità e in breve tempo. Tuttavia, in un ambiente con un alto coefficiente dispersivo, ricorrere a questo sistema, potrebbe una scelta particolarmente sanguinosa in termini di consumi. I dispositivi infatti funzionano a nafta, gas propano, oppure a gasolio e, oltre a richiederne notevoli quantità, è evidente come non prestino attenzione all’ambiente.

E tu sei pronto per affrontare l’inverno?

Non farti trovare impreparato all’inverno e scegli il sistema migliore per riscaldare i magazzini o i capannoni della tua attività grazie ai nostri consigli. Organizzati per tempo ed integra il tuo sistema di riscaldamento con quelli ad energia rinnovabile per abbattere i tuoi consumi e risparmiare in maniera considerevole sulle tue bollette! L’inverno sta arrivando e non è questo di certo il momento in cui farsi trovare impreparati. Fare in modo che a gelarsi non siano i tuoi operai o le tue finanze è possibile, basta essere organizzati.

Stai cercando anche tu di risparmiare il più possibile sulle bollette per riscaldare i magazzini della tua azienda? Allora rivolgiti ai nostri esperti per trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze. Compila il form in questa pagina con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!

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Come riscaldare i capannoni industriali? 6 soluzioni con pro e contro

Come riscaldare i capannoni industriali? 6 consigli e soluzioni per farlo con relativi pro e contro

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Riscaldare capannoni industriali oppure quelli del settore logistico è una delle principali preoccupazioni degli imprenditori che possiedono attività produttive o che operano nella logistica. Il costo di questa attività è infatti notevole a causa di diversi fattori come ad esempio le grandi volumetrie di questi ambienti e lo scarso isolamento termico di questi fabbricati. A complicare le cose c’è inoltre il continuo aumento del costo dell’energia e del metano. I prezzi sono infatti aumentati di 5 volte rispetto ad un anno fa con il risultato che imprese particolarmente energivore, ma non solo loro, rischiano di chiudere. Come sempre, a fare le spese delle tensioni internazionali tra Russia e Ucraina sono coloro che niente hanno a che fare con esse.

Riscaldare i capannoni industriali o logistici è tuttavia una cosa di cui non possiamo fare a meno. L’obiettivo deve infatti essere quello di assicurare condizioni di comfort adeguate al personale, ma anche ai macchinari per evitarne malfunzionamenti in qualsiasi momento dell’anno. Per farlo esistono diverse tecnologie e sistemi tra cui è possibile scegliere tenuto conto del fatto che la soluzione migliore in assoluto non esiste ma che è necessario valutarla caso per caso. Il nostro consiglio rimane comunque quello di effettuare una Diagnosi Energetica che valuti nel complesso la situazione dei consumi energetici aziendali (elettrici e termici), considerando anche se esiste la possibilità di sfruttare energia autoprodotta o calore residuo di processo.

Il corretto riscaldamento dei capannoni è quindi un concetto che richiede diverse valutazioni. Se è vero che la salute ed il benessere dei dipendenti e dei macchinari devono essere salvaguardati, è altrettanto vero riscaldare i capannoni industriali deve essere una soluzione sostenibile da un punto di vista economico. La soluzione scelta deve quindi fornire un buon equilibrio tra costi, risparmio energetico e resa.

Abbiamo cercato di fare il punto su come riscaldare i capannoni industriali in maniera corretta qui di seguito insieme ai nostri esperti. Abbiamo anche cercato di elencare quelle che sono le soluzioni più diffuse sempre all’interno di questo approfondimento.

Alcune considerazioni

I capannoni industriali o i magazzini sono solitamente caratterizzati da ampie altezze e volumetrie oltre ad essere scarsamente isolati da un punto di vista termico. La loro conformazione interna fa sì che siano ambienti aperti dove il riscaldamento non trova barriere. Tutti questi fattori fanno sì che il calore possa facilmente disperdersi all’interno di queste strutture.

Come se ciò non bastasse, i capannoni, sono luoghi dove molto spesso devono circolare merci pertanto le loro vie di accesso sono aperte con frequenza o mai chiuse. Alla dispersione dovuta alla vastità degli ambienti, si aggiunge quindi quella dovuta alla continua apertura dei loro accessi. Quest’ultima in particolare è accentuata durante i mesi invernali dove l’aria fredda penetra all’interno di questi ambienti con estrema facilità.

Infine dobbiamo precisare che l’aria calda è più leggera di quella fredda. Ergo tende a salire e ristagnare verso l’alto, vicino al soffitto. I macchinari e gli operai però non si trovano vicino al soffitto quindi l’aria calda si trova di solito in una posizione in cui non serve.

La conseguenza di queste considerazioni è che non si può quindi cercare di riscaldare i capannoni industriali mantenendo una temperatura costante al loro interno. O meglio si può, anche se non proprio in maniera efficiente, ma la spesa sarebbe troppo elevata. Per questo è necessario trovare una soluzione che sia ottimale per le caratteriste peculiari di questa tipologia di spazi.

Fattori da considerare per il riscaldamento dei capannoni

Per scegliere il sistema migliore per riscaldare i capannoni industriali bisogna quindi considerare i seguenti fattori:

  • volumetria e altezza del fabbricato. Come abbiamo già accennato, più alti saranno questi valori (le altezze sono spesso superiori a 10 metri), più difficile sarà riscaldare in modo adeguato l’ambiente. Questo perché l’aria calda si muove verso l’alto. Inoltre va considerato che la differenza di temperatura tra la zona alta e il livello del pavimento può essere consistente. ;
  • involucro edilizio: è necessario considerare il livello di isolamento termico di pareti e copertura oltre che il loro spessore visto che quelli con spessori ridotti causano ingente dispersione termica. Solitamente questo livello è molto basso;
  • zone da riscaldare: agire solamente su aree circoscritte dove sostano gli operatori può portare a ingenti risparmi energetici;
  • ore di riscaldamento giornaliere: è necessario considerare il periodo di occupazione del capannone per capire quale sistema di riscaldamento è più efficiente in relazione alle ore utili.

Riscaldare i capannoni industriali: 6 soluzioni per ottenere il calore ideale

Tra i tanti sistemi per riscaldare i capannoni industriali che sono presenti nel mercato, ne abbiamo elencati 6, i più diffusi:

  • stufe a resistenza elettrica
  • stufe a raggi infrarossi
  • pompe di calore
  • generatori aria calda per capannoni (a gasolio o a gas metano)
  • riscaldamento radiante a pavimento
  • tubi microforati

Ovviamente, ognuna delle 6 soluzioni proposte, presenta dei vantaggi e degli svantaggi che abbiamo elencato qui di seguito.

Stufe elettriche

Le stufe elettriche sono molto facili da utilizzare e non richiedono un’installazione particolare. Per funzionare devono essere collegate ad una presa di corrente elettrica e la resa del calore è immediata.

Di contro, consumano molto. 1KW termico reso è pari a 1KW elettrico assorbito, quindi il consumo elettrico è pari alla resa termica. All’interno di un capannone industriale solitamente non c’è una grande disponibilità di energia elettrica residua libera, per questo motivo, spesso ci si deve orientare su scelte più appropriate. Per limitare i consumi potresti installare un impianto fotovoltaico industriale, certo, ma in questo caso devi anche essere in grado di sostenere l’investimento che sarà comunque inferiore grazie agli incentivi (scopri di più qui).

Stufe a raggi infrarossi

Le stufe a raggi infrarossi sono un’ottima soluzione per generare un calore mirato verso una precisa posizione. Sono quindi perfette per riscaldare delle postazioni con personale dedicato. In un capannone di grandi dimensioni ma con pochi addetti ricorrere a questo sistema per riscaldare i capannoni industriali ti permette di riscaldare solo la zona interessata con un notevole risparmio. Le stufe sono in grado di direzionare il calore in modo efficace senza provocare movimenti dell’aria causando minore dispersione termica

Tuttavia se il tuo obiettivo riscaldare i capannoni industriali in modo omogeneo forse dovresti prendere in considerazioni altri tipi di soluzioni.

Pompe di calore

Le pompe di calore consumano il 60% in meno delle stufe elettriche: il loro rendimento è di 5 volte maggiore. Questo dispositivo per riscaldare i capannoni industriali è in grado di sfruttare il calore presente nell’aria, utilizzano l’energia elettrica solo per il movimento del compressore. Sono macchinari poco rumorosi e tra i vantaggi si contano anche un’elevata qualità dell’aria e una temperatura gradevole percepita sulla pelle.

Di contro ci sono i costi di installazione non proprio esigui e trascurabili.

Generatore a gas

Il generatore a gas è un’attrezzatura professionale che ben si adatta ad ambienti ampi anche perché è disponibile in varie capienze e grandezze, alimentazioni e tipologie.

Un piccolo generatore è facile da trasportare, non necessita di installazione e produce una grande quantità di calore immediato. Di solito sono composti da un bruciatore, da un radiatore e da una ventola che diffonde l’aria calda. I generatori più grandi invece, possono essere installati anche all’esterno del capannone e, tramite una tubatura di conduzione, l’aria calda prodotta viene introdotta all’interno dell’ambiente.

Precisiamo però che non sono efficienti nel caso di capannoni molto alti o non bene isolati (o aperti), a causa dell’eccessiva dispersione del calore.

Riscaldamento radiante a pavimento

Negli ultimi anni ha iniziato sempre di più a diffondersi una nuova soluzione per riscaldare i capannoni industriali: il riscaldamento radiante a pavimento. Questo sistema sfrutta un sistema di distribuzione del calore basato su serpentine all’interno delle quali scorre il fluido termovettore riscaldato da una centrale termica basata. Essa può a sua volta essere alimentata da caldaie a condensazione, pompe di calore o altre tecnologie come la cogenerazione.

Ovviamente per le pavimentazioni industriali sono state pensate soluzioni specifiche, più resistenti di quelle utilizzate in ambito domestico. Si tratta di una sistema particolarmente efficace ed efficiente anche con capannoni molto alti e scarsamente isolati, perché mantiene il calore nella parte bassa dell’ambiente.

Tubi microforati

Questo sistema sistema di riscaldamento sfrutta canali microforati per la fuoriuscita dell’aria calda che si diramano nella parte alta del capannone, consentendo una distribuzione del calore omogenea.
Ad alimentare questo sistema di riscaldamento vi sono, anche in questo caso, caldaie a condensazione, pompe di calore o altre tecnologie come la cogenerazione oltre che Unità di Trattamento dell’Aria (UTA).

Se devi riscaldare dei capannoni industriali aperti o molto alti questa è una soluzione da valutare con attenzione dal momento che può provocare differenze di temperatura notevoli tra la parte alta e quella bassa del capannone/magazzino. Tuttavia questo problema può essere ovviato da particolari dispositivi, detti destratificatori, ossia delle ventole che spingono in basso basso l’aria calda stratificata vicino al soffitto del capannone.

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Ecobonus per imprese al 50% o 65% e vantaggi per le persone giuridiche

L’ ecobonus per imprese al 50% o 65% vale per tutti gli immobili strumentali, merce e patrimonio di proprietà di una società. Ma quali sono i vantaggi per le persone giuridiche?

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L’argomento degli incentivi per l’efficienza energetica riguarda principalmente gli interventi di efficientamento energetico per gli edifici residenziali, o almeno così era fino a poco tempo fa. In realtà, l’ecobonus al 50 o 65% è sfruttabile anche dalle imprese e quindi anche da società di persone o capitali. Questi soggetti possono infatti richiederlo per gli immobili strumentali, merce e patrimonio da loro posseduti o detenuti indipendentemente dalla destinazione d’uso.

In parole povere, anche le imprese possono accedere a questi importanti sostegni economici per realizzare gli interventi per aumentare l’efficienza energetica dei loro immobili. E potranno farlo fino al 2024 visto che l’ultima legge di Bilancio 2022 proroga la scadenza di questo ecobonus per imprese al 31 dicembre 2024 (ne parliamo anche qui).

A stabilire quanto abbiamo appena espresso, dopo un lungo dibattito, ci ha pensato la Risoluzione 34/2020 dell’Agenzia delle Entrate. Ed è proprio a partire dall’analisi di questa risoluzione che abbiamo cercato di fare il punto sull’ecobonus per imprese al 50% o 65% insieme ai nostri esperti.

Stai cercando degli incentivi per sostituire il tuo impianto di riscaldamento in azienda? Clicca qui e scopri quelli del 2024!

 

Ecobonus per imprese: la risoluzione 34/2020 dell’Agenzia delle Entrate

Il fatto che gli edifici in possesso delle imprese potessero o meno accedere all’Ecobonus è stato dibattuto per molto tempo. A spazzare via ogni dubbio è intervenuta la Risoluzione 34/2020 dell’Agenzia delle Entrate di giugno 2020.

Il documento afferma chiaramente che, fermo restando il rispetto delle altre condizioni previste per l’agevolazione (ad esempio, l’edificio deve essere esistente):

possono accedere alla detrazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica, di cui all’articolo 1, commi da 344 a 347, della legge n. 296 del 2006 (e successive proroghe e modificazioni) i contribuenti che conseguono un reddito d’impresa senza limitazioni sul tipo di soggetto, il quale può essere quindi costituito da persone fisiche, titolari e non di reddito di impresa, ma anche da società di persone e di capitali.

Tipi di immobili che possono beneficiare della detrazione

Il dato più rilevante di questa Risoluzione è tuttavia un altro. La detrazione in questione infatti spetta ai titolari di reddito d’impresa che effettuano interventi su immobili da essi posseduti o detenuti, a prescindere dalla qualificazione degli stessi immobili.

Questo significa che le tipologie di edifici per cui è possibile accedere a questo ecobonus per imprese sono molte di più. Qui di seguito trovi l’elenco completo:

  • immobili strumentali: fabbricati che hanno come unico impiego quello di essere “direttamente utilizzati” nell’espletamento di attività tipicamente imprenditoriali;
  • immobili merce: i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, ivi inclusi quelli riqualificati e venduti;
  • immobili patrimonio: fabbricati che non sono né strumentali né merce, ma costituiscono un investimento per l’impresa.

L’Agenzia delle Entrate giustifica queste nuove disposizioni sulla base di quanto ha affermato la Corte di Cassazione in alcune sentenze. La corte infatti ha rintracciato lo scopo finale della normativa nell

“incentivare gli interventi di miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale, in funzione della tutela dell’interesse pubblico ad un generalizzato risparmio energetico”.

Spese ammissibili e limiti di spesa

Ricordiamo in sintesi quali sono le spese portabili in detrazione con gli Ecobonus per imprese fino alla fine del 2024 con le relative aliquote e massimali:

Elenco lavori ecobonus per imprese

Definizione

Detrazione massima (€)

Aliquota di detrazione

Riqualificazione globale Riqualificazione energetica globale dell’edificio 100.000 65%
Involucro edilizio Coibentazione di strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti) 60.000 65%
Collettori solari Installazione di collettori solari termici 100.000 65%
Climatizzazione invernale e Acqua Calda Sanitaria interventi di di climatizzazione invernale e produzione acqua calda sanitaria con installazione sistemi di termoregolazione evoluti 30.000 65%
caldaie a condensazione su parti comuni di edifici condominiali o su tutte le unità immobiliari in condominio 30.000 65%
sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di aria calda a condensazione 30.000 65%
sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza 30.000 65%
sostituzione scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore 30.000 65%
microcogeneratori 100.000 65%
sistemi di building automation 15.000 65%
Involucro edilizio sostituzione di finestre comprensive di infissi 60.000 50%
installazione di schermature solari 60.000 50%
Impianto di climatizzazione invernale e produzione acqua calda sanitaria Caldaie a condensazione su singole unità immobiliari con efficienza energetica per riscaldamento superiore o uguale al 90 per cento 30.000 50%
installazione impianti di climatizzazione invernale con generatori di calore alimentabili a biomasse combustibili 30.000 50%

Per quanto riguarda il Bonus Ristrutturazioni, chiamato anche Bonus Casa, dobbiamo precisare che è rivolto esclusivamente ai soggetti IRPEF. Ciò significa che possono usufruirne persone fisiche e  microimprese (SS, SNC, SAS), in relazione ad immobili ad uso residenziale e a immobili che ricadono comunque in ambito privatistico, quindi non rientranti fra i beni strumentali o merce. Questo ecobonus imprese non può dunque essere applicato a società soggette a tassazione IRES (SRL, SRLS, SPA) a prescindere dalla tipologia di immobili.

Ecobonus per imprese: i vantaggi per le persone giuridiche

L’agevolazione fiscale degli ecobonus per imprese 50 o 65% consiste in detrazioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) o dall’Ires (Imposta sul reddito delle società). Tutti i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche, residenti o meno nel territorio dello Stato possono usufruire della detrazione.

Particolarmente importante è il vantaggio fiscale per le società (di capitale e di persone), che consente di sommare la detrazione IRES della spesa sostenuta con la deduzione dei costi dell’intervento. Spieghiamo qui di seguito il meccanismo.

E’ possibile dedurre il costo mediante il processo di ammortamento in un periodo variabile di tempo. Il tipo di variazione temporale dipende dal fatto che l’immobile sul quale si sono effettuati i lavori sia detenuto in proprietà (3% all’anno) oppure detenuto in locazione (in un numero di anni uguale alla durata del contratto di locazione).

A fronte di un investimento di 10.000€ proviamo a calcolare il risparmio ottenuto tramite le detrazioni dell’ecobonus per le imprese e quelle derivate dalle deduzioni IRPEF e IRAP.

Per la società di capitale, al termine del periodo  di ammortamento il costo sostenuto per gli interventi sarà interamente dedotto con un risparmio complessivo negli anni di:
IRES 10.000 X 24% = 2.400€
IRAP 10.000 X 3,9% = 390€
Ecobonus 10.000 X 50% = 5.000€

Il risparmio totale sarà: 2.400€ + 390€ + 5.000€ = 7.790€ ovvero il 77,9% dell’investimento effettuato

E ora che sei a conoscenza dell’ecobonus imprese 2023 puoi contattarci per ricevere più informazioni compilando il modulo che trovi qui sotto ed aspettando la chiamata del nostro operatore! 

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Ecobonus per società: quali spettano alle imprese?

Ecobonus per società: quali sono quelli che spettano alle imprese? La lista completa di tutti gli ecobonus di cui possono fruire gli imprenditori.

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In questi ultimi mesi c’è stato un gran parlare attorno ai cosiddetti bonus per la riqualificazione energetica degli edifici o per la loro ristrutturazione. Sono state infatti moltissime le norme che hanno introdotto agevolazioni fiscali come ad esempio quella del Superbonus, o che hanno prorogato la validità di incentivi come il bonus ristrutturazioni o gli ecobonus 50-65%. Nella maggior parte dei casi, queste agevolazioni messe in campo dall’Agenzia delle Entrate per tutto tutto il 2022, 2023, 2024, sono agevolazioni rivolte ai privati cittadini.

E le imprese e gli imprenditori?

A ben vedere lo stato italiano non può aver non pensato anche a queste categorie. Del resto se dobbiamo raggiungere importanti risultati in ambito di abbattimento delle emissioni di CO2 come testimoniano le diverse sottoscrizioni di accordi internazionali come quelli di Parigi il risultato passa anche da questi soggetti. Le attività produttive, commerciali, logistiche ecc sono fra quelle che emettono più CO2 di tutti.

Quello che ci interessa approfondire in questo articolo è però se gli ecobonus per società come ad esempio il bonus ristrutturazione, il sismabonus e / o l’ecobonus siano effettivamente fruibili dalle società Srl, Sas, Snc, Spa, e dai lavoratori autonomi o ai professionisti. In altre parole vogliamo scoprire insieme ai nostri esperti quali sono gli Ecobonus per società o imprese anche se originariamente o prevalentemente pensati per i privati.

Abbiamo fatto il punto della situazione qui di seguito.

Importante aggiornamento! Il Decreto Legge 11/2023 ha modificato le regole sulla cessione del credito d’imposta. Clicca qui per saperne di più.

Ecobonus per società: il Bonus Ristrutturazione

Il bonus ristrutturazione rientra fra gli Ecobonus per società. Oltre alle persone fisiche infatti, possono ottenere i benefici del Bonus Ristrutturazione i soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir. Costoro sono coloro che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari). Tali soggetti possono ottenere il bonus per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce. Quindi, per gli immobili che ricadono in ambito privatistico.

Il bonus ristrutturazione può quindi essere portato in detrazione dalle sole persone fisiche che pagano l’imposta sul reddito IRPEF. Fanno però parte di questa categoria anche i professionisti e i lavoratori autonomi che lavorano a partita IVA nonché e anche le micro-imprese (imprese individuali, società di persone: SS, SNC e SAS). Le aziende soggette a tassazione IRES, come le SRL, SRLS o le SPA, non possono invece accedere all’incentivo.

Precisiamo che le le società di persone SS, SNC e SAS, così come gli imprenditori individuali possono accedere a questo ecobonus per società per gli interventi che NON riguardano i beni strumentali e i beni merce. Spieghiamo brevemente la differenza tra le due tipologie di beni qui di seguito:

  • beni strumentali ovvero quegli “oggetti” utilizzati come supporto all’attività stessa. Ad esempio, il capannone o i macchinari per la produzione del prodotto finito.
  • beni merce: tutti quei “materiali” che vengono acquistati per essere rivenduti o per essere impiegati nei processi produttivi, come, ad esempio, le materie prime.

Questo significa che i lavori svolti sull’involucro dell’edificio in cui si svolge l’attività e sugli impianti a suo servizio, non rientrano tra le operazioni oggetto di detrazione, in quanto lo stabile è un bene strumentale. Mentre, possono accedere agli incentivi i professionisti o i lavori autonomi soggetti a regime fiscale ordinario su beni privati. Non ne hanno diritto i soggetti sottoposti al regime forfettario o dei minimi.

Sismabonus

L’accesso al Sismabonus è permesso anche alle seguenti categorie di soggetti:

  • imprenditori individuali, per gli immobili adibiti ad attività produttive;
  • soggetti indicati nell’articolo 5 del Tuir, che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari).

Secondo la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 34/2020 del 25 giugno è possibile intervenire sia su beni merce, patrimoniali che strumentali.

Ecobonus per società per l’efficienza energetica

Coloro che intendono aumentare l’efficienza energetica di un immobile strumentale all’esercizio della loro attività imprenditoriale potranno sfruttare l’Ecobonus al 65% o al 50%. Ovviamente, il requisito per accedere a questa agevolazione è che l’edificio su cui vengono effettuati gli interventi sia già esistente e non costruito ex-novo.

In definitiva, possono accedere all’agevolazione Ecobonus, i contribuenti che conseguono un reddito d’impresa (circolare n. 36/E del 31 maggio 2007 per interventi che interessano “i fabbricati appartenenti a qualsiasi categoria catastale, compresi, quindi, quelli strumentali”), siano essi:

  • persone fisiche;
  • società di persone: società semplice SS, società in nome collettivo SNC; società in accomandita semplice SAS;
  • società di capitali: società a responsabilità limitata semplificata SRLS, società per azioni SPA, società a responsabilità limitata SRL, società in accomandita per azioni SAPA.

Difatti, a differenza del bonus ristrutturazione, le detrazioni possono interessare l’imposta sul reddito IRES che può essere sommata alla deduzione dei costi dell’intervento. Inoltre, sempre differentemente rispetto agli altri bonus per società, è possibile intervenire sia su beni merce, patrimoniali che strumentali (risoluzione 34/2020 del 25 giugno).

Un’altra interessante possibilità di questi ecobonus per società è data dalla possibilità di usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura.

Ecobonus e imprese di costruzione

Possono accedere all’ecobonus per società anche le imprese di costruzione e ristrutturazione edilizia che abbiano eseguito interventi di riqualificazione energetica su immobili merce (Risoluzione 34 del 25 giugno 2020).

Nella risoluzione, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito come la Corte di Cassazione sia intervenuta con alcune sentenze, affermando il seguente principio di diritto:

“Il beneficio fiscale, …, di cui all’art. 1, comma 344 e seguenti, della legge n. 296/2006 e al decreto del ministero dell’economia e delle finanze del 19 febbraio 2007, per le spese documentate relative ad interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, spetta ai soggetti titolari di reddito d’impresa (incluse le società), i quali abbiano sostenuto le spese per l’esecuzione degli interventi di risparmio energetico su edifici concessi in locazione a terzi” (cfr. Sez. V, nn. 19815 e 19816 depositate il 23 luglio 2019; nn. 29162 e 29164 depositate il 12 novembre 2019) ovvero “su edifici riassegnati ai soci” (cfr. Sez. V, n. 29163 depositata il 12 novembre 2019).

Per questo, secondo l’Agenzia l’agevolazione l’agevolazione spetta ai titolari di reddito d’impresa che effettuano gli interventi su immobili da essi posseduti o detenuti. Non interessa, ai fini dell’ottenimento del beneficio fiscale, il fatto che gli immobili oggetto degli interventi siano classificati come e “strumentali”, “beni merce” o “patrimoniali”.

Secondo l’interpello alla stessa Agenzia delle Entrate n.437 del 24 giugno 2021 inoltre:

Un’impresa di costruzione può fruire dell’Ecobonus e sismabonus nella misura “ordinaria” (di cui, rispettivamente, agli artt.14 e 16, commi 1bis-1sexies, del DL 63/2013 – legge 90/2013), sui costi riferibili in via analitica ai lavori di risparmio energetico e su quelli riguardanti la messa in sicurezza antisismica dell’edificio. Inoltre, in sede di successiva vendita, l’acquirente delle singole abitazioni poste all’interno dell’edificio ristrutturato può fruire della detrazione IRPEF per l’acquisto di case ristrutturate (art.16-bis, co.3, del TUIR-DPR 917/1986) che, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2021 (salvo ulteriore proroga), è pari al 50% di un importo forfettario corrispondente al 25% del corrispettivo d’acquisto, da assumere entro un massimo di 96.000 euro.

In conclusione, le società di costruzioni che eseguono opere volte al risparmio energetico su immobili destinati alla futura alienazione hanno diritto all’ecobonus ordinario.

Ecobonus per società: Bonus facciate

Il bonus facciate rientra a tutti gli effetti fra gli ecobonus per società. Ad esso infatti possono accedervi i seguenti soggetti:

  •  società semplici;
  •  associazioni tra professionisti;
  •  contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali).

La legge di Bilancio 2022 ha confermato il bonus facciate fino al 31 dicembre 2022, ma, per le spese sostenute nell’anno in corso l’aliquota agevolativa è scesa al 60%.

La detrazione spetta per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti. Tra gli altri: pulitura e tinteggiatura esterna; interventi su balconi, ornamenti, fregi; interventi sulle strutture opache verticali della facciata influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio.

Superbonus 110%

Alle aziende non è concesso l’accesso al Superbonus 110% , quindi la maxi-detrazione sembrerebbe non rientrare fra gli ecobonus per società. Tuttavia, come precisato dalla circolare 24E, l’azienda potrebbe ottenere la detrazione sull’IRES limitatamente alle spese sostenute per interventi realizzati sulle parti comuni di edifici residenziali in condominio.

Ciò significa che qualora la società che vuole sostenere gli interventi sia proprietaria di un appartamento sito in un condominio e nel caso in cui il condominio stesso aderisse al 110%, beneficerebbe dell’agevolazione solo per gli interventi sulle parti comuni. Una società quindi non potrebbe beneficiare degli incentivi per quanto riguarda gli interventi realizzati nell’appartamento, come la sostituzione degli infissi o della caldaia autonoma.

Gli altri ecobonus per società

Accanto a questi ecobonus per società che abbiamo esaminato in maniera approfondita in questa pagina, lo stato ha previsto anche altri benefici dedicati appositamente ed esclusivamente alle aziende ed alle imprese. Se vuoi approfondire questo argomento puoi leggere il nostro approfondimento qui sul fotovoltaico. In alternativa ci teniamo a ribadire che esiste anche il Conto Termico 2023 come incentivo. Clicca qui per approfondire l’argomento!

Ora che sei a conoscenza di tutti gli ecobonus per società puoi richiedere ulteriori informazioni contattandoci compilando il modulo che trovi qui sotto con i tuoi dati! Un nostro operatore ti richiamerà nel più breve tempo possibile.

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Raffrescamento capannoni: la soluzione sono i sistemi evaporativi

Come avere un economico ma efficiente sistema di raffrescamento dei capannoni industriali grazie ai sistemi evaporativi

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D’estate, uno dei maggiori problemi dei proprietari di aziende, uno dei problemi più difficili da risolvere è quello del raffrescamento dei capannoni. Con temperature esterne che sfiorano i 40 °C non è infatti affatto semplice mantenere una temperatura confortevole all’interno degli ambienti di lavoro come i capannoni.

I normali condizionatori industriali a pompa di calore sono infatti in grado di risolvere il problema solo parzialmente. Se è vero che possono mitigare la temperatura, è altrettanto vero che però consumano molta energia con evidenti impatti negativi in bolletta. Inoltre, gli ambienti in cui sono accesi questi condizionatori non possono essere sottoposti a ricircolo dell’aria in quanto ogni volta che una porta viene aperta perdono d’efficacia.

Il raffrescamento capannoni svolto tramite sistemi evaporativi ha invece un costo decisamente meno contenuto oltre ad essere più efficiente. Inoltre ha il vantaggio di poter, anzi dover, tranquillamente funzionare a porte e/o finestre aperte garantendo un costante ricambio d’aria.

Abbiamo cercato di spiegare insieme ai nostri esperti i vari motivi per cui un sistema adiabatico o evaporativo di raffrescamento capannoni industriale è più conveniente rispetto ad altri sistemi.

Cosa sono i raffrescatori d’acqua evaporativi

Il raffrescatore ad acqua evaporativo (ne parliamo anche qui) è un dispositivo in grado, di svolgere agevolmente una funzione di raffrescamento dell’aria su tutto il volume contenuto in un grande capannone. Il tutto a costi enormemente inferiori, e con il vantaggio di non richiedere la chiusura di porte e finestre come abbiamo avuto modo di accennare poco più sopra.

D’altronde è evidente come l’eccessiva temperatura all’interno dei capannoni industriali sia un problema non di poco conto per diversi settori. Un problema che riguarda gli operatori in quanto con temperature troppo elevate potrebbero provare disagio oltre ad avere dei cali di concentrazione pericolosi per la loro incolumità ma non solo loro. Le alte temperature possono anche danneggiare, anche seriamente, i macchinari impiegati nell’attività.

Quello di abbassare la temperatura all’interno dei capannoni industriali non è però un compito semplice. Le dimensioni medie di un capannone industriale rendono economicamente improponibile, in molti casi, l’installazione di un sistema di climatizzazione. Questi infatti sono particolarmente indicati in quei casi dove è strettamente necessario mantenere una temperatura e un’umidità assolutamente controllate e costanti.

Grazie al sistema evaporativo è possibile ottenere un raffrescamento capannoni industriali sfruttando la capacità dell’aria di trattenere l’umidità (vapore acqueo) ed al tempo stesso riuscire a diminuire la propria temperatura. Ecco perché grazie al raffrescamento evaporativo è possibile avere ambienti di lavoro freschi e quindi più vivibili.

Come funzionano i raffrescatori d’aria adiabatici?

Il principio alla base del funzionamento degli impianti industriali di raffrescamento dell’aria è molto semplice tanto che era conosciuto anche nell’antichità.

In sostanza l’aria all’esterno del capannone viene aspirata e forzata all’interno di un condotto posto sul tetto o sulle pareti esterne. All’interno di questo condotto sono posizionati dei filtri di cellulosa di struttura particolare, mantenuti costantemente bagnati d’acqua. In questo modo l’aria perde buona parte del suo calore ed abbassa la sua temperatura. 

L’aria così raffrescata viene a questo punto immessa tramite un sistema di ventilazione all’interno del capannone stesso. L’aria fresca è più pesante di quella calda, perciò quest’aria raffrescata tenderà a depositarsi verso il basso contribuendo ad abbassare la temperatura nella zona del capannone più a contatto con il pavimento. La stessa zona in cui di norma si trovano operai e macchinari. L’aria calda, intanto, viene sospinta in alto e all’esterno, dove non crea alcun disturbo.

Tutto questo non prevede operazioni meccaniche, né impianti di raffreddamento simili a quelli di un condizionatore. Proprio per questi motivi il sistema di raffrescamento capannoni industriali adiabatico ha costi radicalmente più bassi rispetto ad una climatizzazione di tipo tradizionale.

Il raffrescamento dei capannoni industriali

Il raffrescamento dei capannoni e dei grandi ambienti industriali con il sistema evaporativo è una soluzione economica ed ecologica. Per questo motivo i raffrescatori adiabatici trovano applicazione in un numero sempre crescente di aziende.

Raffrescare l’aria è infatti ben diverso dal condizionarla. Questo principalmente per un semplice motivo: per condizionare il volume d’aria di un capannone industriale sono necessari impianti di condizionamento molto potenti. Condizionare l’aria di un capannone industriale è quindi possibile, ma antieconomico, soprattutto dopo il recente caro bollette.

L’impiego dei raffrescatori industriali evaporativi ad acqua permette invece di mantenere una temperatura confortevole al livello del suolo, dove si trovano gli operatori, senza dover per questo raffreddare tutta l’aria del capannone. L’aria che si trova più in alto infatti, di solito, non necessita di un controllo della temperatura, dato che non vi si trova nessuno. Un fattore che riduce gli sprechi di energia e quindi anche il consumo con un conseguente vantaggio economico ed ecologico.

I vantaggi del raffrescamento capannoni industriali

Impiegare dei raffrescatori adiabatici per diminuire la temperatura all’interno del capannone è una scelta vantaggiosa sotto almeno quattro aspetti:

  1. Questo sistema di raffrescamento capannoni permette di abbassare la temperatura con consumi energetici nettamente ridotti e con un investimento iniziale inferiore. A livello economico è quindi una scelta molto efficiente, soprattutto se paragonata ai sistemi che usano condizionatori ad inverter e pompa di calore.
  2. Il raffrescamento capannoni con sistema adiabatico rende possibile ottenere una temperatura confortevole, con tutti i vantaggi in benessere e produttività che ne derivano. E’ possibile ottenere questo risultato anche in ambienti che normalmente risulterebbero troppo vasti per climatizzarli con tecnologie di tipo tradizionale anche nel caso in cui sia economicamente conveniente che rimane comunque impossibile. Qualsiasi capannone può essere raffrescato con l’uso dei dispositivi ad acqua evaporativi, con risultati pienamente soddisfacenti e a fronte di costi d’esercizio praticamente trascurabili.
  3. Per utilizzare i climatizzatori evaporativi è necessario mantenere aperte porte e finestre per evitare l’accumulo di umidità. Nei casi in cui vi sia un obbligo di mantenere chiuse le finestre e le porte, l’impiego di raffrescatori rimane comunque possibile, grazie all’installazione di appositi estrattori d’aria.
  4. Questo sistema non fa uso di gas refrigeranti, ed è quindi una scelta decisamente più ecologica rispetto alla climatizzazione dell’ambiente;
  5. I raffrescatori adiabatici evaporativi rispondono al 100% alle linee guida dell’ISS sugli impianti di trattamento aria riguardo al virus COVID-19 visto che non prevedono alcun ricircolo dell’aria – a differenza dei condizionatori. Oltre a questo, è possibile installare sistemi di sanificazione dei pannelli evaporativi che combattono la proliferazione degli agenti patogeni.

Se hai ancora dei dubbi puoi leggere questo articolo per fugarli!

Contattateci subito compilando il modulo qui sotto con i vostri dati per ricevere informazioni sull’installazione di un impianto di raffrescamento aria nella vostra azienda!

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Tutte le agevolazioni fotovoltaico industriale

Alla scoperta di tutte le agevolazioni fotovoltaico industriale che puoi richiedere per la tua impresa o attività

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Hai avviato un’azienda o un’attività commerciale? Hai creato da zero un azienda del settore manifatturiero? Oppure hai una struttura ricettiva come un hotel, un bar o un ristorante?

Se ti riconosci fra questi soggetti allora in questo periodo hai sicuramente un problema non di poco conto da risolvere: quello dei costi energetici. La guerra in Ucraina ha infatti contribuito a far salire enormemente il prezzo di gas e corrente con il risultato che i costi energetici incidono sempre di più sul bilancio annuale della tua attività. Anzi, in alcuni casi, le imprese potrebbero trovarsi costrette a dover chiudere!

Ma una soluzione a tutto questo esiste ed è ricorrere alle energie rinnovabili. Solo così la tua azienda potrà compiere un passo deciso verso l’indipendenza energetica ed abbattere in maniera significativa i costi delle bollette.

Hai ancora qualche remora ad effettuare un investimento in tal senso per via del costo da sostenere?

Niente paura. In questo approfondimento parleremo infatti delle agevolazioni fotovoltaico industriale che potresti ottenere per la tua impresa. In questo modo potresti ottenere un doppio vantaggio:

  • abbattere i costi delle bollette;
  • diminuire il costo dell’investimento grazie alle agevolazioni fotovoltaico industriale;

Pronto a scoprire le agevolazioni fotovoltaico industriale 2022 e 2023? Allora continua a leggere!

Attenzione! Leggi l’ultimo aggiornamento sugli incentivi fotovoltaico aziende 2024 cliccando qui!

I vantaggi delle agevolazioni fotovoltaico industriale 2023

Come dicevamo, se sei stanco di pagare delle bollette astronomiche, la soluzione potrebbe essere rappresentata dagli impianti ad energia rinnovabile come quello fotovoltaico. Tanto più se lo stato italiano ha deciso di rinnovare o di introdurre delle agevolazioni per gli impianti fotovoltaici industriali.

I vantaggi di usufruire di questi incentivi non sono solo economici come ridurre il costo delle bollette, o il costo dell’investimento. Ma sono anche di altra natura. Per questo prima di esaminare il complesso delle agevolazioni fotovoltaico industriale abbiamo deciso di analizzarne i vantaggi. Con questi incentivi fotovoltaico aziende potrai:

  • abbattere i costi di installazione dei pannelli e delle eventuali batterie di accumulo;
  • aumentare il valore dell’immobile;
  • ridurre drasticamente il tuo impatto ambientale e quindi poter promuovere un immagine aziendale più green e sostenibile;
  • diminuire gli sprechi di energia in azienda.

A questo punto sei pronto per scoprire quali sono le agevolazioni fotovoltaico imprese e quali potrebbero esserlo nel 2023.

Agevolazioni fotovoltaico industriale

Passare all’energia solare è semplice e vantaggioso. Gli impianti fotovoltaici industriali consentono di risparmiare da subito risorse preziose per il proprio business e di rispettare l’ambiente riducendo l’impatto di emissioni CO2!

Qui di seguito abbiamo riportato tutte le agevolazioni fotovoltaico industriale in vigore in questo momento e delle quali potresti usufruire anche il prossimo anno.

Credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali al 6 %

L’agevolazione fotovoltaico industriale del credito d’imposta al 6% per l’acquisto di beni strumentali prevede che:

  • le aziende con un fatturato annuo superiore ai 5 milioni di euro, invece, riceveranno una compensazione ripartita in 3 quote annuali di pari importo, a partire dall’anno di entrata in funzione dell’impianto fotovoltaico.
  • aziende con un fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro hanno diritto a un’unica quota annuale di compensazione;

Il credito d’imposta così ottenuto sarà valido fino al 30/06/2022 a patto che al 31/12/2022 tu abbia versato un acconto di almeno il 20% della spesa totale da sostenere.

Precisiamo inoltre che Il massimale di spesa per cui puoi ottenere questo credito d’imposta è però rimasto invariato ed ammonta a 2 milioni di euro.

Abevolazioni fotovoltaico industriale: Nuova Sabatini

Il provvedimento denominato “Nuova Sabatini” (di cui parliamo qui), serve per garantire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Il credito così ottenuto dovrà però essere utilizzato esclusivamente per l’acquisto di:

  • nuovi macchinari,
  • impianti (come quelli fotovoltaici)
  • attrezzature.

Se riuscirai ad ottenere il finanziamento grazie all’agevolazione prevista dalla Nuova Sabatini devi sapere che:

  • Il finanziamento per le PMI sarà sempre ripartito in sei quote
  • Potrai ottenere il versamento dell’intera somma se la cifra che richiederai sarà compresa tra i 20 mila e i 4 milioni di euro
  • Il finanziamento dovrà comunque avere una durata non superiore a 5 anni:
  • Potrai beneficiare di questa agevolazione fotovoltaico industriale solo se la tua impresa non si occupa di attività finanziarie e assicurative o le attività connesse all’esportazione.

Questa agevolazione è valida fino alla fine di questo anno. Al momento infatti non ci risulta nessuna intenzione di prorogarla da parte del Governo.

Decreto FER 1

Anche l’incentivo introdotto dal Decreto FER 1 non è previsto per il prossimo anno. Ma stai tranquillo, è attualmente in fase di studio una nuova agevolazione che si basa proprio su questa oltre ad un Decreto Fer 2. Ecco perché lo abbiamo inserito comunque questa agevolazione fra gli incentivi fotovoltaico imprese 2023.

Ma come funziona al momento questo incentivo?

Il Decreto FER 1 è un’agevolazione fiscale fotovoltaico per le aziende che intendono installare impianti fotovoltaici tra i 20 kW ed 1MW. Per poter beneficiare di questa agevolazione in questo momento è necessario che tu iscriva la tua impresa in un apposito registro. Una volta effettuata questa iscrizione potrai iniziare a guadagnare grazie all’energia non consumata dalla tua impresa e che quindi immetterai in rete. Tale quantità sarà calcolata e remunerata in base a criteri specifici.

Questa agevolazione è rivolta in particolare a tutte quelle imprese he vogliono sostituire le coperture dei propri edifici in amianto o in eternit con pannelli fotovoltaici, così da produrre energia pulita.

Bonus Sud

Se la tua azienda si trova nel sud Italia, precisamente in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo, potrai usufruire anche del bonus Sud nel 2023.

Questa agevolazione fotovoltaico industriale ti permetterà di beneficiare di un credito d’imposta dal 25 al 45%! L’importante è che la tua attività non operi nel settore della produzione e distribuzione di energia e infrastrutture energetiche, o nell’industria siderurgica, carbonifera, costruzione navale, fibre sintetiche, e trasporti.

Incentivi automatici per le imprese dall’UE

L’Unione Europea infatti ha infatti ammesso gli incentivi automatici per impianti fotovoltaici o a fonti rinnovabili. Tali incentivi ammonterebbero fino al 65% della spesa per le piccole imprese e fino al 45% per le grandi. Potranno ricevere questi incentivi tutti i nuovi impianti con capacità installata pari o inferiore a 1 MW per le grandi imprese e a 6 MW per le Pmi. Gli incentivi automatici per il fotovoltaico aziendale potranno essere rendicontati sulle spese sostenute a partire dal 20 luglio 2022.

La palla quindi passa in mano ai singoli stati membri dell’Unione Europea. Saranno infatti loro a rendere fruibili alle imprese questi incentivi automatici per il fotovoltaico aziendale e per gli altri impianti a fonti rinnovabili.

Per approfondire clicca qui!

Fine dello scambio sul posto e gli incentivi fotovoltaico industriale per le comunità energetiche

Tra le agevolazioni per impianti fotovoltaici industriali vi rientra, anche il cosiddetto Scambio sul Posto. Questo strumento prevede una remunerazione per l’energia non auto-consumata ed immessa nella rete nazionale. L ’erogazione del contributo è effettuata dal GSE in conto scambio. Il problema è che questa agevolazione non sarà valida nel 2023 quindi il prossimo non sarà più possibile farne richiesta.

Al posto dello scambio sul posto però entreranno in vigore nuove agevolazioni fotovoltaico industriale come quelle per le comunità energetiche (ne parliamo qui). Tali agevolazioni, cumulabili in ogni caso con quelle per l’installazione degli impianti fotovoltaici, prevedono delle tariffe agevolate per il consumo di energia (12 c€ / kWh). Tali tariffe, se unite all’energia autoprodotta dall’impianto aziendale, generano ulteriori risparmi.

Inoltre, l’energia non autoconsumata dalla comunità viene reimmessa in rete e viene pagata al produttore circa 5 c€ / kWh.

In sostanza è possibile ottenere un guadagno di circa 17 c€ / kWh sull’energia prodotta e consumata all’interno della comunità. Molto più di quanto si poteva ottenere con lo Scambio sul Posto.

Il revamping fotovoltaico inoltre rappresenta un’opportunità per massimizzare l’efficienza del tuo impianto industriale. Questo processo di ammodernamento può portare benefici economici notevoli, grazie agli incentivi disponibili. Vuoi scoprire come i tuoi investimenti possano fruttare ancora di più? Clicca qui per saperne di più sugli incentivi per il revamping

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Decreto aiuti bis: via libera alle misure contro il caro energia

In arrivo le nuove misure per famiglie ed imprese contro il caro energia previste dal Decreto Aiuti bis. Il punto della situazione

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Il Decreto Aiuti Bis approvato in questi giorni dal Parlamento interviene in maniera sostanziale sulla tematica del caro energia (come del resto già aveva fatto il DL Energia).

Fra le nuove misure previste dalla manovra spiccano in particolare le seguenti:

  • Proroga a tutto il 2022 delle misure per ridurre le bollette energetiche (azzeramento oneri generali nel settore elettrico, riduzione Iva sul gas),
  • rafforzamento del bonus sociale per elettricità e gas nel quarto trimestre,
  • sospensione delle modifiche unilaterali ai contratti di fornitura,
  • proroga dello sconto sulle accise dei carburanti fino al 20 settembre.

Le iniziative contenute nel Decreto Aiuti Bis approvato il 4 agosto hanno, come ha spiegato l’oramai quasi ex-premier in conferenza stampa, hanno un valore complessivo di ben 17 miliardi di euro, Precisiamo inoltre che sempre all’interno della stessa conferenza stampa, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha confermato la proroga al 30 giugno 2023 della norma sugli extraprofitti Fer.

Ma in cosa consistono le misure di cui abbiamo appena parlato più nel dettaglio?

Abbiamo cercato di fare il punto sul Decreto Aiuti Bis qui di seguito insieme ai nostri esperti.

Sospensione delle clausole contrattuali di luce e gas

Una delle norme del Decreto Aiuti Bis che ha attirato più critiche riguarda la sospensione fino al 30 aprile 2023 di ogni eventuale clausola contrattuale, nei contratti di fornitura luce e gas.

Se associazioni come Aiget, Utilitalia hanno protestato è perché tale norma impedisce alle imprese di vendita di modificare in modo unilaterale le condizioni generali relative alla definizione del prezzo.

Impedendo tali modifiche le associazioni ritengono che aumenti il rischio di mandare in fallimento molte imprese di vendita. Rischio sottolineato a Parlamento e Governo anche dalla stessa Arera nel suo rapporto sulla crisi energetica. In particolare, si tratta di un rischio concreto soprattutto in riferimento al settore gas, a causa delle difficoltà a reperire sul mercato i volumi di gas necessari a coprire la domanda nei prossimi mesi.

Decreto Aiuti Bis: Le misure contro il caro energia

Qui di seguito abbiamo raccolto le misure del Decreto Aiuti Bis contro il caro energia:

  1. Una misura molto attesa prevista dal Decreto Aiuti Bis è il rafforzamento del bonus sociale elettricità e gas anche per il quarto trimestre 2022 per i clienti domestici in condizioni economiche svantaggiate e in gravi condizioni di salute. A definire i beneficiari di questa misura sarà il limite ISEE di 12.000 euro previsto da dl Energia 21/2022.
  2. A partire dal 1° gennaio 2023, ai clienti vulnerabili, le imprese di vendita sono tenute a offrire la fornitura di gas naturale a un prezzo speciale. Tale prezzo dovrà riflettere il costo effettivo di approvvigionamento nel mercato all’ingrosso, i costi efficienti del servizio di commercializzazione e le condizioni contrattuali e di qualità del servizio: Costi che in ogni caso sono stati definiti dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera);
  3. Il Decreto Aiuti Bis prevede inoltre un azzeramento degli oneri generali di sistema nel settore elettrico per tutte le utenze anche nel quarto trimestre 2022;
  4. riduzione Iva al 5% nel settore gas anche nel quarto trimestre 2022;
  5. le aliquote relative agli oneri generali di sistema, in vigore nel terzo trimestre 2022 rimarranno invariate anche nel quarto trimestre 2022.

Proroga dei crediti d’imposta per le imprese per acquisto di energia

Il Decreto Aiuti Bis prevede anche la proroga dei crediti di imposta alle imprese per gli acquisti di energia elettrica e gas relativi al terzo trimestre 2022. Lo schema per cui saranno garantiti questi crediti è il seguente:

  • 25% a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica;
  • 25% a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (per usi diversi da quelli termoelettrici);
  • 15% a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di energia, dotate di contatori elettrici di potenza pari o superiore a 16,5 kW;
  • 25% a favore delle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas (per usi diversi da quelli termoelettrici).

Proroga ai tagli fiscali sul carburante

Il decreto Aiuti Bis infine estende fino al 20 settembre i tagli fiscali su benzina, diesel, gpl e metano. Una buona notizia per quanti già si stavano affrettando a rifornire di carburanti i propri mezzi di trasporto visto che la scadenza era prevista il prossimo 21 agosto.

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Di quali incentivi fotovoltaico aziende 2023 potrebbe usufruire la tua impresa?

Il punto della situazione sugli incentivi fotovoltaico aziende 2023 di la tua azienda potrebbe usufruire per ridurre i costi energetici

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Che esistano degli incentivi fotovoltaico aziende 2023 è cosa certa, tutti gli imprenditori ne sono a conoscenza. Del resto agevolazioni per le imprese per questo tipo di investimenti esistono già da alcuni anni. Tuttavia quando un imprenditore come te prova a cercare informazioni a riguardo si trova ingarbugliato in mille rivoli burocratici, ammesso che riesca a trovare qualche informazione utile.

Peccato perché, come ben saprai, quella degli incentivi fotovoltaico aziende 2023 è una questione di primaria importanza per tutte le attività. I costi dell’energia sono saliti alle stelle, tanto che potresti trovarti a dover pagare anche 3 o 4 volte di più per le stesse bollette energetiche del 2019. Con questi costi, sono molte le attività a rischiare di dover chiudere.

Per questo sono in molti gli imprenditori come te che stanno cercando modi per ridurre questi costi. Ricorrere ad impianti fotovoltaici per aziende è senza dubbio una soluzione efficace che ti permette di abbattere i consumi della tua impresa. Abbattere i consumi per almeno 25 anni ma anche risparmiare sull’investimento grazie agli incentivi fotovoltaico 2023.

Perché continuare a spendere cifre esorbitanti per le bollette quando con un impianto a pannelli solari potresti essere in grado di produrre il 60% del fabbisogno energetico della tua impresa?

Se sei titolare di un’azienda e stai cercando informazioni concrete sui pannelli fotovoltaici e sugli incentivi di cui puoi usufruire il prossimo anno, quanto segue ti interesserà sicuramente.

Attenzione! Leggi l’ultimo aggiornamento sugli incentivi fotovoltaico aziende 2024 cliccando qui!

Tutti gli incentivi fotovoltaico aziende 2023 che sono validi in questo momento

Vediamo ora di fare chiarezza sugli incentivi per l’installazione di un impianto fotovoltaico per le aziende italiane che è possibile ottenere in questo momento e quelle che potrebbero essere in vigore nel prossimo anno.

1. Nuova Sabatini

Il provvedimento denominato “Nuova Sabatini” (di cui parliamo qui), serve per garantire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Una volta ottenuto questo credito però deve essere utilizzato per scopi ben precisi. Fra questi rientrano: l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature.

Ci preme subito specificare che al momento non è prevista una proroga di questo incentivo fotovoltaico aziende 2023. Anzi al momento non c’è nessuna dichiarazioni di intenti del governo che lascia intendere che questa agevolazione fotovoltaico aziende rimanga in vigore anche nel 2023. Tuttavia puoi ancora usufruire di questa possibilità fino a fine anno. Perciò ne parliamo brevemente qui di seguito.

La legge di Bilancio 2022 ha prorogato la scadenza di questa agevolazione al 31 dicembre 2022. La stessa Legge ha però stabilito che:

  • Il finanziamento per le PMI sarà sempre ripartito in sei quote
  • la possibilità di versamento dell’intera somma dei prestiti è estesa a qualsiasi cifra compresa tra i 20 mila e i 4 milioni di euro
  • Il finanziamento dovrà comunque avere una durata non superiore a 5 anni:
  • possono beneficiare di questa agevolazione tutti i settori produttivi tranne le attività finanziarie e assicurative o le attività connesse all’esportazione.

2. Decreto FER 1

Anche l’incentivo introdotto dal Decreto FER 1 non è previsto per il prossimo anno. Ma stai tranquillo, è attualmente in fase di studio una nuova agevolazione che si basa proprio su questa. Ecco perché lo abbiamo inserito comunque questa agevolazione fra gli incentivi fotovoltaico imprese 2023.

Ma come funziona al momento questo incentivo?

Il Decreto FER 1 è un’agevolazione fiscale fotovoltaico per le aziende che intendono installare impianti fotovoltaici tra i 20 kW ed 1MW. Per poter beneficiare di questa agevolazione in questo momento è necessario che tu iscriva la tua impresa in un apposito registro. Una volta effettuata questa iscrizione potrai iniziare a guadagnare grazie all’energia non consumata dalla tua impresa e che quindi immetterai in rete. Tale quantità sarà calcolata e remunerata in base a criteri specifici.

Questa agevolazione è rivolta in particolare a tutte quelle imprese he vogliono sostituire le coperture dei propri edifici in amianto o in eternit con pannelli fotovoltaici, così da produrre energia pulita.

3. Incentivi fotovoltaico aziende 2023: Credito d’imposta al 6%

Questo incentivo fotovoltaico aziende 2023 è in realtà in vigore da diverso tempo anche se viene puntualmente modificato quando si avvicina alla sua scadenza.

In particolare, la Legge Bilancio del 2022 ha ridotto il precedente credito d’imposta al 10% al 6% (per approfondire clicca qui). Il massimale di spesa per cui puoi ottenere questo credito d’imposta è però rimasto invariato ed ammonta a 2 milioni di euro.

Il credito d’imposta così ottenuto sarà valido fino al 30/06/2022 a patto che al 31/12/2022 tu abbia versato un acconto di almeno il 20% della spesa totale da sostenere.

Potranno usufruire di questa opzione tutte le aziende con modalità diverse a seconda del fatturato della stessa azienda:

  • le aziende con un fatturato annuo superiore ai 5 milioni di euro, invece, riceveranno una compensazione ripartita in 3 quote annuali di pari importo, a partire dall’anno di entrata in funzione dell’impianto fotovoltaico.
  • aziende con un fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro hanno diritto a un’unica quota annuale di compensazione;

Fine dello scambio sul posto e gli incentivi fotovoltaico aziende 2023 per le comunità energetiche

Tra le agevolazioni per impianti fotovoltaici vi rientra, anche il cosiddetto Scambio sul Posto. Questo ulteriore incentivo, fruibile sia dalle aziende, che dai privati è valido a livello nazionale fino alla fine del 2022. Questo strumento prevede una remunerazione per l’energia non autoconsumata ed immessa nella rete nazionale. L ’erogazione del contributo è effettuata dal GSE in conto scambio sia su base semestrale, in caso di acconto, sia su base annuale, in caso di conguaglio.

Tuttavia questa agevolazione non sarà valida nel 2023 quindi il prossimo non sarà più possibile farne richiesta. Rimarrà in vigore solo per gli impianti che già ne usufruiscono che potranno continuare a goderne fino a dicembre 2024.

La buona notizia è però che lo scambio sul posto lascerà il posto a nuovi incentivi fotovoltaico aziende 2023: quelli per le comunità energetiche (di cui parliamo qui). Tali agevolazioni, cumulabili in ogni caso con quelle per l’installazione degli impianti fotovoltaici, prevedono delle tariffe agevolate per il consumo di energia (12 c€ / kWh). Tali tariffe, se unite all’energia autoprodotta dall’impianto aziendale, generano ulteriori risparmi.

Inoltre, l’energia non autoconsumata dalla comunità viene reimmessa in rete e viene pagata al produttore a un prezzo unitario fisso. Tale prezzo è lo stesso che viene riconosciuto dal RID (il Ritiro Dedicato equivale storicamente a circa 5 c€ / kWh).

In sostanza è possibile ottenere un guadagno di circa 17 c€ / kWh sull’energia prodotta e consumata all’interno della comunità. Molto più di quanto si poteva ottenere con lo Scambio sul Posto.

E ora che sei a conoscenza di tutte le agevolazioni fotovoltaico aziende 2023 contattaci compilando il modulo che trovi qui sotto ed aspetta la chiamata del nostro operatore! Ti illustreremo l’impianto fotovoltaico più adatto alla tua azienda.

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6 domande sul raffrescamento adiabatico

La risposta a sei domande sul raffrescamento adiabatico che fugheranno ogni dubbio

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Le aziende di tutto il mondo si trovano a dover ripensare i loro processi produttivi per ridurre le emissioni di CO2. A rendere inevitabile questo cambiamento non sono solo gli accordi internazionali (come quello di Parigi) stipulati dalle varie nazioni ma anche considerazioni ben più concrete. Ad esempio è sotto gli occhi di tutti come il costo dell’energia, specie dopo l’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina, sia salito alle stelle. Sono molte le imprese che sono in difficoltà per colpa dei nuovi costi che devono sostenere e che pertanto stanno cercando di abbattere i loro consumi.

Abbattere i consumi energetici significa quindi da un lato cercare di produrre l’energia necessaria all’attività dell’impresa (magari con un fotovoltaico) dall’altro avvalersi di sistemi che consumano meno energia. Ed è proprio in questa seconda ottica che rientrano i sistemi di raffrescamento evaporativo o adiabatico. D’altronde, uno dei maggiori consumi energetici di un’attività è proprio quello relativo alla climatizzazione degli ambienti.

Il raffrescamento adiabatico fornisce una soluzione per il clima interno responsabile dal punto di vista ambientale oltre che economico visti i suoi consumi ridotti. Nonostante questo molte persone sono scettiche a riguardo. In questo approfondimento abbiamo deciso di rispondere a molte domande sul raffrescamento adiabatico proprio per fugare ogni dubbio.

Le domande sul raffrescamento adiabatico che abbiamo preso in esame derivano da false convinzioni radicate nelle persone. False convinzioni che derivano perlopiù da una scarsa conoscenza del raffrescamento evaporativo. Rispondendo a queste domande sul raffrescamento adiabatico abbiamo cercato di evidenziare tutti i vantaggi di una soluzione ecologicamente ma anche economicamente sostenibile.

1. Domande sul raffrescamento adiabatico: è vero che il raffreddamento evaporativo crea un clima interno subtropicale?

Una delle domande sul raffrescamento adiabatico più frequenti deriva dalla convinzione che utilizzando questo sistema si creerebbe un clima interno subtropicale all’interno della fabbrica. La paura più diffusa è quella che potrebbero raggiungersi alti livelli di umidità o di condensa all’interno o intorno al luogo di lavoro.

Quello che ci preme sottolineare è che un condizionatore adiabatico non funziona come i condizionatori domestici che umidificano l’aria. Essi infatti non prevedono un meccanismo di estrazione dell’aria umidificata: pertanto essa non può uscire. Di conseguenza, il clima interno diventa sempre più umido.

Il raffrescamento adiabatico industriale a doppio stadio invece funziona secondo il principio del raffreddamento ventilatorio. L’aria fresca viene pompata nel locale, assorbe il calore e viene poi estratta attraverso uno scarico. In questo modo, non si ha la possibilità di accumulo di umidità nell’aria interna.

2. Domande sul raffrescamento adiabatico: quanto  è costoso?

Questa è forse una delle domande sul raffrescamento adiabatico che più spesso vengono poste. Fortunatamente abbiamo una risposta che ti piacerà visto che è molto economico.

il raffrescamento adiabatico consente di raffreddare e ventilare grandi edifici industriali a costi inferiori dell’80% rispetto ad un sistema di raffrescamento meccanico. Inoltre c’è anche l’evidente vantaggio della sua economicità in fase d’acquisto.

Ovviamente ci sono da considerare anche i costi relativi all’acqua consumata nel suo processo di raffreddamento. Tuttavia questi sono minimi rispetto a quelli elettrici e non impattano in maniera significativa sul costo del mantenimento totale.

3. Il raffrescamento adiabatico è ecologicamente sostenibile oppure no?

Rispondere a questa domanda sul raffrescamento adiabatico è d’obbligo. Il raffrescamento evaporativo consente un notevole risparmio energetico anche perché il suo funzionamento è basato sul principio naturale dell’evaporazione dell’acqua per raffreddare l’aria. Per fornire fino a 40 kW di potenza di raffreddamento basta solo 1 kW di elettricità. Questa può essere tranquillamente prodotta da un impianto fotovoltaico per risparmiare ulteriormente sui costi.

L’EER (Energy Efficiency Ratio) è quindi 10 volte inferiore rispetto ai sistemi di raffrescamento tradizionali. Inoltre c’è da considerare che questi climatizzatori non hanno mai un’elevata potenza di picco.

Può anche sorgere il dubbio che un sistema di raffrescamento adiabatico utilizzi molta acqua per raffreddare. In realtà basta un solo metro cubo d’acqua per generare 695 kW di potenza di raffreddamento.

E’ quindi evidente come la risposta a questa domanda sul raffrescamento adiabatico sia affermativa.

4. Il raffrescamento adiabatico è o non è efficace in un clima umido? Quali sono i suoi limiti?

Con questa domanda sul raffrescamento adiabatico prenderemo in esame alcuni dei limiti di questi dispositivi.

Con un sistema di raffrescamento adiabatico diretto, come quelli domestici, non è possibile raffreddare fino a temperature molto basse. Inoltre è necessaria una grande quantità di aria per abbassare la temperatura. Tuttavia, quelli a due stadi, riescono a raffreddare la temperatura fino a 7 °C in meno rispetto a quelli domestici.

Nonostante tutto, il raffrescamento evaporativo è un processo fisico. Se c’è un umidità relativa dell’80%, l’efficacia di un sistema di questo tipo è notevolmente ridotta. In alcuni paesi tropicali è dunque un sistema che semplicemente non può funzionare. Non è questo però il caso dei paesi europei in cui tali condizioni si verificano molto raramente e solo per alcune ore. Per tutto il resto del tempo, questo sistema di raffrescamento è molto efficiente.

Nel caso in cui ancora non fossimo riusciti a fugare questo dubbio, potrai comunque optare per un sistema di raffrescamento ibrido. In sostanza potresti abbinare ad un raffrescamento evaporativo uno meccanico, alternandoli fra loro, in modo da garantire temperature confortevoli all’interno degli edifici tutto l’anno.

5. Domande sul raffrescamento adiabatico: fino a quanti gradi al di sotto della temperatura esterna può raffreddare?

Un sistema di raffrescamento adiabatico diretto ha i suoi evidenti limiti. Con una temperatura esterna di 40°C non può di certo portare quella interna a 22 °C. Tuttavia, un sistema di raffrescamento evaporativo a due stadi riesce tranquillamente a raffreddare fino a 7 °C in meno rispetto ai vecchi sistemi adiabatici diretti. Ciò significa temperature più confortevoli da un lato e fino al 60% di umidità in meno negli ambienti.

Un esempio: le temperature all’interno di una fabbrica possono salire rapidamente da 5 a 10 °C al di sopra della temperatura esterna. Ciò avviene si per la radiazione di calore proveniente dall’esterno, ma anche per il carico termico interno, come quello dei sistemi di produzione. Installando un sistema di raffreddamento adiabatico a due stadi la temperatura interna può essere portata ad un livello confortevole, di solito intorno ai 22 °C.

6. Il raffreddamento adiabatico è igienico?

In tempi di covid è più che lecito rispondere alle domande raffrescamento adiabatico che riguardano la salute di tutti.

E’ vero, il raffrescamento adiabatico utilizza aria fresca per raffreddare, e l’aria esterna contiene tutti i tipi di batteri e funghi. Il dubbio che questo processo non sia igienico è dunque più che lecito considerando anche che il pannello attraversato dall’aria nel processo adiabatico si bagna.

Questi pannelli però vengono completamente asciugati ogni 24 ore con l’effetto di sterilizzare questi pannelli. Inoltre, molto dipende anche dal materiale con cui sono realizzati questi pannelli. Utilizzando alluminio rivestito da uno strato di ioni d’argento si impedisce ancora di più la crescita di batteri e funghi.

Conclusioni

Con queste risposte a queste domande raffrescamento adiabatico abbiamo cercato di spiegarti come questa sia una soluzione sostenibile per un clima interno sano e confortevole.

Il sistema adiabatico a due stati, oltre ad essere adatto nella stragrande maggioranza delle aree mondiali è anche una soluzione eco-sostenibile.

In quest’epoca di crescente preoccupazione ambientale, l’obiettivo di Solar Cash è quello di fornire una soluzione ecologica ed economica alla portata di tutti. I nostri esperti dispongono di un’ampia gamma di strumenti per calcolare con precisione il carico termico esterno ed interno di un edificio, la capacità necessaria per il raffreddamento e la ventilazione e i relativi costi operativi. Insieme ai vostri esperti e al team di installazione locale, siamo in grado di progettare il modo migliore e più efficiente per integrare la fornitura e la rimozione dell’aria dai vostri edifici.

Vuoi installare un sistema di raffrescamento evaporativo all’interno della tua azienda? Compila il modulo che trovi qui sotto con i tuoi dati ed attendi la chiamata del nostro operatore!

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