Quali sono gli incentivi fotovoltaico aziende 2022?
Incentivi fotovoltaico aziende 2022: esaminiamo le varie opzioni qui di seguito
Home » Blog »I costi energetici sono lievitati negli ultimi mesi in maniera importante rappresentando un problema non di poco conto per le imprese di qualsiasi settore. Complice la pandemia che ha imposto numerosi vincoli negli ultimi tre anni e soprattutto le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, le aziende italiane sono costrette a operare in una situazione di difficoltà. Le imprese stanno cercando di sopravvivere mantenendo più bassi possibili i costi per non alzare il prezzo di servizi e prodotti.
Questo sembra essere il momento ideale per investire nelle energie rinnovabili con particolare riferimento all’impianto fotovoltaico industriale per ottenere energia pulita e a costo zero. Tra l’altro gli investimenti che si andrebbero a effettuare grazie ai vari incentivi statali previsti per le imprese che puntano sul fotovoltaico nel 2022 sono interessanti. Si tratta infatti di investimenti che permettono di ottenere un risparmio congruo per ammortizzare il tutto nel giro di pochi anni.
Vediamo nel dettaglio quali sono gli incentivi fotovoltaico imprese 2022 da prendere in considerazione.
Gli incentivi fotovoltaico aziende 2022
Per effetto di una politica indirizzata sempre di più alla sostenibilità e al risparmio energetico, le aziende possono accedere a importanti incentivi fotovoltaico per tutto il 2022. Ci sono diverse opportunità da poter cogliere come il Piano Transizione 4.0 (aliquota al 6%), il Credito d’Imposta per le imprese del mezzogiorno (Bonus Sud) e le Comunità Energetiche.
Andiamo con ordine e scopriamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche di ogni forma di detrazione prevista dagli incentivi fotovoltaico per aziende nel 2022.
Gli incentivi per le Comunità Energetiche
Per l’anno 2022 ci sono state diverse novità che riguardano gli incentivi che lo Stato mette a disposizione per le imprese che investono nel fotovoltaico, in particolare per quanto riguarda le comunità energetiche. Qualsiasi piccola e media impresa italiana può entrare a far parte di una comunità energetica rinnovabile conosciuta spesso con l’acronimo C.E.R.
Una comunità energetica rappresenta una grande opportunità per le aziende perché basata sulla possibilità di gestire il cosiddetto autoconsumo collettivo di energia. In pratica si entra a far parte di un sistema virtuoso nel quale sono presenti aziende che si occupano della produzione e distribuzione di energia pulita ottenuta da impianti fotovoltaici. Per cui possono far parte ci una C.E.R. anche soggetti che non dispongono inizialmente di impianti fotovoltaici.
Tuttavia per poter entrare a far parte delle comunità energetiche e sfruttare gli incentivi previsti, è necessario che siano rispettati due principali requisiti tecnici:
- Gli impianti devono essere riconducibili a una cabina elettrica in comune che può essere di media oppure di bassa tensione
- Il computo complessivo degli impianti fotovoltaici di una determinata comunità energetica non può superare una potenza massima installata di 200 KW
Se ci sono i presupposti per entrare a far parte di una comunità energetica, si possono sfruttare i vantaggi previsti dal relativo incentivo che lo Stato mette a disposizione.
- Il primo importante vantaggio riguarda una tariffa agevolata incentivante pari a 110 euro per ogni megawattora. La tariffa viene intesa come un incentivo cumulabile con tutte le altre attività per il fotovoltaico 2022. Lo scopo è quello di promuovere l’utilizzo dei sistemi di accumulo ossia i dispositivi che permettono di immagazzinare energia pulita prodotta e di utilizzarla quando serve.
- Le aziende che fanno parte di queste comunità energetiche possono avere un importante sgravio che viene quantificato intorno ai 150 euro per ogni megawattora.
Il Piano Transizione 4.0
Tra gli altri incentivi fotovoltaico aziende 2022 che lo Stato mette a disposizione delle aziende che vogliono investire sulle energie rinnovabili c’è il Piano Nazionale Transizione 4.0 o PNT 4.0. Si tratta di uno strumento che può offrire indubbi vantaggi per le aziende che potrebbero risparmiare enormi risorse nel medio e nel lungo periodo. Risorse che potrebbero essere destinate a investimenti mirati che permetterebbero di accrescere la competitività sul mercato.
Rispetto al 2021 in questo nuovo anno fiscale la detrazione prevede una nuova aliquota di ammortamento degli incentivi del 6%. Si tratta di un risparmio davvero congruo perché la spesa massima ammissibile per l’acquisto e l’installazione dell’impianto fotovoltaico è di ben 2 milioni di euro.
Nello specifico la normativa prevede che investimenti che permettono di fruire del credito d’imposta riguardano l’acquisto dei beni strumentali materiali. Fra questi rientrano anche i pannelli fotovoltaici e di tutto il necessario per la realizzazione e l’installazione dell’impianto fotovoltaico. Per queste spese sostenute il credito d’imposta può essere sfruttato in 3 anni con importi di pari entità. In pratica se si ha diritto a un credito di imposta di 600 mila euro, allora ogni anno fiscale l’azienda può portare in detrazione 200 mila euro.
Questo permette, in un periodo davvero breve, di ammortizzare le spese sostenute. Dagli investimenti nel campo della ricerca fino alla possibilità di proporre al cliente nuovi servizi e opportunità. Tra l’altro, c’è anche la possibilità di prolungare la durata del credito di imposta. L’importante è che l’azienda abbia previsto un investimento per il settore fotovoltaico con un contratto sottoscritto dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2022.
Il Bonus Sud
Il credito d’imposta per le imprese del Mezzogiorno conosciuto più semplicemente come Bonus Sud è un’importante incentivo fotovoltaico aziende 2022. Sono detrazioni fiscali previste per le aziende che investono in energia rinnovabile con particolare riferimento al fotovoltaico. Per accedere all’agevolazione le imprese devono però avere sede in una delle regioni del sud ossia in Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Molise e Calabria. Il vincolo territoriale è praticamente l’unico previsto da questa forma di incentivo.
Per quanto riguarda invece lo sgravio fiscale c’è la differenziazione a seconda della grandezza dell’azienda. In particolare la normativa prevede che per le piccole imprese ci sia uno sgravio fiscale pari al 45% delle spese sostenute per la fornitura e per l’installazione di un impianto fotovoltaico con potenza almeno pari o maggiore di 20 KW. Lo sgravio si abbassa al 35% delle spese sostenute per le imprese di media dimensione ed è pari al 25% per le grandi aziende. C’è da sottolineare che per le regioni Abruzzo e Molise gli sgravi si abbassano rispettivamente al 30, al 20 e al 10%.
In aggiunta ci sono delle limitazioni rispetto all’attività che viene svolta dall’impresa. Questo credito d’imposta può essere fruito da aziende che operano nel settore dell’agricoltura, della pesca e della silvicoltura. Restano escluse tutte le aziende dell’industria siderurgica carbonifera e quante si occupano di costruzioni navali oppure di fibre sintetiche. La normativa ha tagliato fuori le imprese del settore creditizio assicurativo, finanziario, specializzate nei trasporti e tutte quelle che ovviamente sono specializzate nel segmento della produzione e distribuzione di energia e di infrastrutture energetiche. Il bonus non può essere applicato per quelle imprese che sono in difficoltà e quindi sono già destinatarie di altre forme di supporto.
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