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Legge Sabatini: si può applicare anche per l’impianto fotovoltaico aziendale?

Legge Sabatini: la misura di incentivo agli investimenti in beni strumentali si può applicare anche agli impianti fotovoltaici aziendali

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Quella dei costi elettrici, per le aziende, è una voce di spesa davvero onerosa. Un’affermazione particolarmente evidente soprattutto negli ultimi tempi, visti i continui rincari che l’elettricità ha dovuto sopportare a causa della pandemia. Sono quindi molte le imprese ed aziende a trovarsi in forte difficoltà.

Difficoltà economiche che però potrebbero essere ridotte facendo ricorso alle energie rinnovabili. Installare un impianto fotovoltaico in azienda infatti potrebbe essere sicuramente una soluzione per ridurre l’approvvigionamento di energia dalla rete elettrica nazionale e quindi ridurre le bollette.

Ma installare un impianto fotovoltaico in grado di ridurre sensibilmente i consumi di un azienda non è cosa da poco. E’ necessario infatti che l’impresa o azienda sostenga un investimento di tutto rispetto in modo da poter un discreto grado di autosufficienza energetica. Un investimento che magari, soprattutto le imprese più colpite dalla crisi post-pandemia non sono in grado di sostenere.

Per questo motivo, lo stato italiano prevede tutta una serie di misure a sostegno degli investimenti nei cosiddetti “beni strumentali” delle imprese. Fra queste misure c’è anche la Legge Sabatini, lo diciamo subito, potrà essere applicata anche al fotovoltaico.

Ma cosa è la legge Sabatini? Perché si tratta a tutti gli effetti di un incentivo per il fotovoltaico aziendale? 

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Cos’è la nuova Sabatini?

La cosiddetta legge “Nuova Sabatini” non altro che un agevolazione che il Ministero dello Sviluppo Economico ha introdotto a favore delle delle aziende. La misura serve a facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese in modo che esse possano effettuare investimenti per accrescere la loro competitività e quindi anche quella italiana.

La Legge Sabatini quindi serve sostanzialmente a facilitare gli investimenti delle aziende in beni strumentali materiali ed immateriali. In altre parole è possibile ottenere questo contributo per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti come ad esempio quello fotovoltaico, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

Chi può beneficiare dell’agevolazione?

Possono beneficiare dell’agevolazione della Legge Sabatini le micro, piccole e medie imprese (PMI) che rispettano i seguenti requisiti:

  • risultano essere regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca;
  • sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
  • non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
  • non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà;
  • sono residenti in un Paese estero purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

Questa attività possono accedere ai finanziamenti solamente se non operano in settori finanziari ed assicurativi, oppure se non hanno attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

 

Come funziona la Legge Sabatini?

Precisiamo subito che, le imprese elencate nel paragrafo precedente, possono, in concomitanza alle agevolazioni della Legge Sabatini, usufruire anche del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso. 

Il finanziamento richiesto dall’impresa però, per poter usufruire delle agevolazioni deve rispettare i seguenti requisiti:

  • non avere una durata superiore a 5 anni;
  • L’ importo finanziato deve essere compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro;
  • Il finanziamento deve inoltre essere interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili come ad esempio la realizzazione di un impianto fotovoltaico.

Inoltre, il contributo erogato dallo stato dovrà essere pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati, in via convenzionale, sul predetto finanziamento al tasso annuo del:

  • 2,75% per la realizzazione di investimenti “ordinari”, come ad esempio il fotovoltaico;
  • 3,575% per la realizzazione di investimenti in “tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti” (c.d. investimenti 4.0).

Legge Sabatini e fotovoltaico

La misura di incentivo “Nuova Sabatini” si potrà quindi applicare anche al fotovoltaico come si evince anche dalle FAQ recentemente pubblicate dal Ministero qui. In particolare, proprio da queste FAQ si evince che se l’acquisto ed installazione di un impianto fotovoltaico fa parte di

“un investimento in beni strumentali all’attività svolta configurabile in una delle tipologie previste dal regolamento comunitario di riferimento.”

allora può essere agevolato dalla Legge Sabatini.

Viene inoltre specificato nelle circolari del 19 dicembre 2013 n. 36/E; circolare 19 luglio 2007, n.46/E; circolare 11 aprile 2008, n.38/E che:

“l’acquisto di un impianto fotovoltaico è considerata spesa ammissibile alle agevolazioni, laddove rientri nel concetto di “impianti”, come chiarito nelle varie risoluzioni dell’Agenzia delle entrate e quindi macchinari, impianti diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2 e B.II.3 dello schema previsto dall’art. 2424 c.c”

Pertanto, alla domanda se un impianto fotovoltaico può essere considerato un investimento agevolabile dalla Legge Sabatini, la risposta è solo una: si!

Legge Sabatini e Transizione ecologica

La Legge Sabatini quindi, si adatta bene alle esigenze delle aziende che cercando di modernizzarsi prestando attenzione sia ad un minor consumo di energia ed al tempo stesso alla loro sostenibilità ambientale. 

Sono molte oggi le imprese e le aziende che vogliono puntare al risparmio energetico tramite l’installazione di un impianto fotovoltaico. Una soluzione resa ancora più conveniente dai vari incentivi fiscali che via via i governi italiani hanno implementato, non ultima la “Nuova Sabatini”.

In particolare, quest’ultima non è altro che un’opportunità che da un punto di vista legislativo è piuttosto data ma che è stata riformata in chiave 4.0. In questo modo è in grado di garantire notevoli vantaggi che, a quanto sembra potrebbero continuare ad essere garantiti tramite l’approvazione della Legge di Bilancio 2022.

Insomma, quello che stiamo cercando di dirti è che realizzare subito investimenti strategici per crescere e diventare energeticamente autonomi è possibile anche grazie a strumenti come la Legge Sabatini 2021.

 

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Nuova Sabatini 2022: come potrebbe cambiare?

Nuova Sabatini 2022: la prossima Legge di Bilancio 2022 prevede che venga erogata in un’unica soluzione fino a 200.000 euro

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La prossima Legge di Bilancio in discussione in questi giorni prevede di destinare risorse economiche alla Nuova Sabatini 2022. E questa, di per sé è una bella notizia per gli imprenditori che intendono accedere a dei finanziamenti per gli investimenti. Tuttavia non ci sono solo belle notizie in arrivo.

Il testo del disegno di Legge di Bilancio sembrerebbe depotenziare in maniera decisa la Nuova Sabatini 2022. Il testo infatti ripristina il limite di 200.000 per il finanziamento che, analogamente a quanto avviene ora, sarà possibile erogare un un’unica soluzione.

Questa novità fa in realtà parte dei ritocchi alla prima bozza, diffusa lo scorso 28 ottobre dal Consiglio dei Ministri. Tuttavia, il testo della norma, essendo contenuto nella nuova Legge di Bilancio, potrebbe anche essere oggetto di modifiche prima della sua approvazione definitiva.

Oltre a ciò possiamo anticipare già che verranno nuovamente ritoccati gli incentivi riservati alle imprese. Sono infatti previste modifiche relative al credito d’imposta per i beni 4.0, l’addio definitivo all’ex super ammortamento, viene ripristinato il riconoscimento in più quote del contributo MISE calcolato in base al valore degli interessi sui finanziamenti concessi.

Ma quali saranno nello specifico i cambiamenti apportati alla Nuova Sabatini 2022?

Abbiamo cercato di riassumere tutte le modifiche alla legge in questo approfondimento.

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Nuova Sabatini 2022 in un’unica soluzione fino a 200.000 euro

Gli incentivi previsti dalla Legge Sabatini hanno subito molte modifiche nel corso del tempo. All’inizio infatti era previsto un tetto massimo a 100.000 euro che è stato raddoppiato. Con la Legge di Bilancio 2021 però il limite massimo previsto per il pagamento degli incentivi della “Sabatini” in un’unica soluzione era stato abrogato.

La Nuova Sabatini 2022, salvo ulteriori modifiche, tornerà però ad introdurre un tetto per il pagamento degli incentivi, proprio come avveniva in passato. Nella bozza della Legge di Bilancio 2022 è infatti previsto un tetto di 200.000 euro. Si tratta del limite già fissato dal decreto Semplificazioni n. 76/2020 dal 17 luglio 2020 che, al fine di “snellire” la procedura per il riconoscimento dell’agevolazione, aveva raddoppiato il limite fissato in precedenza a 100.000 euro.

Questa sarà infatti la massima quota del contributo statale concesso per i finanziamenti relativi ad investimenti in beni strumentali, quali ad esempio macchinari, impianti come il fotovoltaico, attrezzature nuove di fabbrica, hardware e software, tornerà ad essere suddivisa in più tranche .

Nello specifico, possiamo citare l’articolo 11 del testo in bozza datato 10 novembre 2021. E’ proprio questo articolo infatti a stabilire sia il rifinanziamento della Nuova Sabatini 2022, che la modifica al massimale del contributo. Riportiamo testualmente il testo dell’articolo:

“In caso di finanziamento di importo non superiore a 200.000 euro, il contributo può essere erogato in un’unica soluzione nei limiti delle risorse disponibili”.

Il rifinanziamento, realizzato con l’obiettivo assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese, prevede di destinare a ciò i seguenti fondi:

  • 240 milioni per il 2022 e per il 2023;
  • 120 milioni all’anno dal 2024 al 2026;
  • 60 milioni per il 2027.

Cosa succede se l’investimento supera i 200.000 euro?

Se per l’erogazione in un’unica soluzione del contributo statale relativo alla Nuova Sabatini 2022 è previsto il tetto massimo di 200.000 euro non è così per l’erogazione dei contributi che eccedono questo limite.

La Nuova Sabatini 2022 prevede infatti l’erogazione del contributo MISE, in caso di rimborsi superiori a 200.000 euro e fino a 4.000.000 di euro in più quote. Ciò entrerà in vigore dal 1 gennaio 2022, sempre che nel frattempo, il testo della Legge di Bilancio 2022 non subisca modifiche prima della sua approvazione.

Ricordiamo infatti, che al momento, la Legge di Bilancio 2022 che contiene queste modifiche, è in discussione in Senato e Parlamento.

Vuoi conoscere gli incentivi per il fotovoltaico delle aziende in vigore nel 2022? Clicca qui!

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Legge Sabatini 2022: nuovo finanziamento nella nuova legge di bilancio

Legge Sabatini 2022: nella prossima legge di Bilancio è previsto un nuovo rifinanziamento oltre a quello di 300 milioni di euro approvato da poco

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Buone notizie in vista per coloro che stanno attendendo novità in merito alla Legge Sabatini 2022. In vista dell’approvazione della Nuova Legge di Bilancio infatti il governo fa sapere che all’interno di essa è previsto anche un rifinanziamento della misura. Rifinanziamento che si aggiunge ai 300 milioni di euro dedicati alla misura ed inseriti nella legge di assestamento di Bilancio dello Stato per il 2021.

La conferma è arrivata dal comunicato stampa che lo scorso 19 ottobre ha pubblicato il Consiglio dei Ministri al termine della riunione che ha approvato il ddl. In realtà la misura era stata annunciata già da diverso tempo, ma, prima di entrarne nei dettagli è stato attendere l’approvazione del draft budgetary plan, ovvero lo scheletro della Legge di Bilancio 2022 le risorse economiche messe a disposizione per le misure principali in essa contenute.

All’interno di questo documento infatti sono previste importanti misure a sostegno delle PMI. Le più importanti sono le seguenti:

  • rifinanziamento del Fondo di Garanzia delle PMI,
  • misure per l’internazionalizzazione delle imprese,
  • stanziamento delle risorse per la Legge Sabatini 2022.

Ed è proprio questo ultimo aspetto che prendiamo in esame in questo approfondimento.

Pronto a scoprire in cosa potrebbe consistere la Legge Sabatini 2022? Allora continua a leggere!

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Nuova Sabatini, il rifinanziamento della legge di assestamento di bilancio per il 2021

Già il 18 ottobre scorso era iniziata a circolare la notizia del rifinanziamento previsto dal Ministero dello Sviluppo Economico relativamente alla legge Sabatini per 300 milioni di euro. Una voce subito confermata dal comunicato stampa che sottolineava come la misura serva a sostenere gli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese per i beni strumentali (tra cui il fotovoltaico per le aziende). Risorse che appunto era stato possibile stanziare attraverso la legge di assestamento di bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2021.

Il testo della legge che attua il ri-finanziamento, di fatto ricalca quello di un precedente rifinanziamento avvenuto con il decreto Sostegni bis, che con 425 milioni di euro. E’ stato possibile effettuare la riapertura dello sportello lo scorso mese di luglio solo a seguito di questo finanziamento, dal momento che era stato chiuso per mancanza di risorse.

Le micro, piccole e medie imprese quindi, a seguito di entrambi i rifinanziamenti, potranno continuare a beneficiare delle agevolazioni per l’acquisto di beni materiali o immateriali. In particolare, la Legge Sabatini, prevede che esse possano essere facilitate all’accesso di finanziamenti per investimenti ad esempio in macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature nuove di fabbrica e hardware o software e tecnologie digitali.

Tali finanziamenti potranno però essere concessi solamente dagli intermediari finanziari convenzionati, in base alla convenzione tra MISE, ABI e Cassa Depositi e Prestiti. Inoltre questi finanziamenti potranno essere assistiti fino all’80 per cento dalla garanzia del Fondo per le PMI.

Precisiamo che la durata di questo finanziamento non potrà essere superiore ai 5 anni e l’importo richiesto deve essere compreso tra i 20.000 ed i 4 milioni di euro. 

Leggi questo nostro approfondimento per capire meglio in cosa consiste la Nuova legge Sabatini!

Legge Sabatini 2022: il rifinanziamento nella prossima Manovra

In questi giorni il dibattito politico verte attorno alla prossima Legge di Bilancio. Ed è proprio all’interno di questa nuova manovra che si fa riferimento alla possibilità di rifinanziare la Legge Sabatini 2022 per i prossimi anni. In realtà, il rifinanziamento a cui facciamo riferimento era stato già previsto originariamente dal documento programmatico di Bilancio ovvero un documento all’interno del quale viene definita la cornice della manovra 2022.

Un ulteriore conferma del rifinanziamento alla legge Sabatini 2022 è arrivata inoltre direttamente da Palazzo Chigi. Lo scorso 28 ottobre infatti, dopo l’approvazione del ddl Legge di Bilancio, il Consiglio dei Ministri ha rilasciato un comunicato stampa che verteva proprio su questo rifinanziamento.

In particolare, questo comunicato stampa afferma che, per quanto riguarda il capitolo relativo agli investimenti privati e alle imprese:

“sono prorogate e rimodulate le misure di transizione 4.0 e quelle relative agli incentivi per gli investimenti immobiliari privati. Vengono rifinanziati il Fondo di Garanzia Pmi, la cosiddetta ‘Nuova Sabatini’ e le misure per l’internazionalizzazione delle imprese.”

Infine, sempre secondo quanto affermato della bozza del ddl Legge di Bilancio, è necessario fare riferimento alle risorse stanziate per il rifinanziamento. Le risorse ammonterebbero a a 180 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.

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Nuova Sabatini 2021: cos’è e come funziona

Cos’è la Nuova Sabatini 2021? Quali sono gli obiettivi di questa legge a sostegno per le aziende?

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Se sei un imprenditore probabilmente hai già sentito parlare della cosiddetta Legge “Nuova Sabatini” (disponibile anche qui). Grazie a questa legge infatti le imprese potrebbero avere un accesso al credito facilitato per acquistare dei beni materiali o immateriali utili alla propria attività.

Ricordiamo brevemente che fra i beni materiali figurano beni come:

mentre per quelli definiti come immateriali si intendono beni come software e tecnologie digitali.

E’ quindi facilmente intuibile come, tramite la Nuova Legge Sabatini 2021 sia possibile ottenere un accesso facilitato anche per l’acquisto di impianti fotovoltaici per le aziende per imprese come la tua. Una possibilità che è stata ulteriormente potenziata dalla scorsa Legge di Bilancio e che è stata recentemente rifinanziata.

Ma in cosa consiste esattamente la Nuova Legge Sabatini 2021? Come funziona? Cosa vi può rientrare?

Abbiamo cercato di rispondere a queste ed altre domande in questo approfondimento.

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Cos’è la Nuova Sabatini 2021?

La cosiddetta “Nuova Sabatini” è un agevolazione che il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione delle aziende. Obiettivo della misura è quello di facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese in modo che esse possano effettuare investimenti per accrescere la loro competitività e quindi anche quella italiana.

In altre parole quindi, è possibile affermare che la Legge Sabatini 2021 serve a sostenere gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti (come il fotovoltaico), beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

A chi si rivolge e quali settori possono accedere gli incentivi?

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda rispettano i seguenti requisiti:

  • sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca;
  • sono nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
  • non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
  • non si trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà;
  • sono residenti in un Paese estero purché provvedano all’apertura di una sede operativa in Italia entro il termine previsto per l’ultimazione dell’investimento.

Possono accedere alle agevolazioni previste dalla Nuova Sabatini 2021 tutti i settori produttivi tranne le seguenti attività:

  • finanziarie e assicurative;
  • attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

Come funziona la Nuova Sabatini 2021?

La Nuova Sabatini 2021 prevede che il Ministero conceda un contributo rilasciato solo dopo che all’azienda sia stato concesso un finanziamento (bancario o in leasing finanziario).

Il finanziamento di cui sopra può, nello stesso momento essere assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso. Per poter usufruire di questo finanziamento deve però rispettare i seguenti requisiti:

  • La durata del finanziamento non deve essere superiore a 5 anni;
  • L’ importo finanziato deve essere compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro;
  • Il finanziamento deve inoltre essere interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili.

Il contributo erogato dallo stato dovrà essere pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati, in via convenzionale, sul predetto finanziamento al tasso annuo del:

  • 2,75% per la realizzazione di investimenti “ordinari”, come ad esempio il fotovoltaico;
  • 3,575% per la realizzazione di investimenti in “tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti” (c.d. investimenti 4.0).

I beni materiali ed immateriali rientranti negli investimenti dei vecchi incentivi del piano “Industria 4.0” possono inoltre beneficiare del contributo maggiorato del 30% previsto dalla legge 232 dell’11 dicembre 2016 (legge di bilancio 2017). Precisiamo inoltre che, nell’Agosto 2018, tramite la circolare n. 269210 è stato adeguato l’elenco dei ei beni immateriali per i quali può essere riconosciuta la misura massima del contributo.

Nuova Sabatini 2021: modulo per la domanda

Per accedere alle agevolazioni previste dalla Nuova Legge Sabatini 2021 è necessario sottoscrivere con firma digitale il Modulo presente nel sito del MISE (che trovi anche qui). La procedura operativa per compilare il Modulo di domanda è descritta nella “Guida alla compilazione del modulo di domanda”.

Il modulo in questione va firmato con firma digitale e inviato esclusivamente da un indirizzo PEC (posta elettronica certificata) all’indirizzo PEC della banca/intermediario finanziario a cui si chiede il finanziamento scelta tra quelle aderenti all’iniziativa che hanno aderito all’Addendum alla convenzione tra il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione Bancaria Italiana e Cassa depositi e prestiti S.p.

Gli atti e i documenti formali relativi alle singole pratiche devono essere inviati esclusivamente mediante la piattaforma informatica del Ministero collegandosi all’indirizzo internet: https://benistrumentali.dgiai.gov.it

Come funziona l’erogazione del contributo della Legge Sabatini?

Il contributo previsto dalla Nuova Legge Sabatini 2021 sarà erogato al completamento dell’investimento autocertificato dall’impresa. Sarà versato in un’unica soluzione per quanto riguarda le domande presentate dalle imprese alle banche e agli intermediari finanziari invece che in sei quote annuali come previsto in origine. La somma verrà erogata alternativamente a decorrere:

  • dal 1° gennaio 2021, indipendentemente dall’importo finanziario deliberato, come disposto dall’articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2020, n. 178;
  • dal 1° maggio 2019 e fino al 16 luglio 2020, in caso di finanziamento deliberato di importo non superiore a 100.000 euro, come già disposto dall’articolo 20, comma 1, lettera b), del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58;
  • dal 17 luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, in caso di finanziamento deliberato di importo non superiore a 200.000 euro, come già disposto dell’articolo 39, comma 1, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120.

Nuova Sabatini 2021: il 25 ottobre 2021 approvato un rifinanziamento di 300 milioni

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente annunciato un nuovo rifinanziamento della misura della Nuova Sabatini 2021. Il rifinanziamento ammonta a 300 milioni di euro, risorse che sono state predisposte tramite la legge di Bilancio 2021 e che potrebbero essere confermate anche dalla prossima Legge di Bilancio 2022.

Questi 300 milioni vanno ad aggiungersi ai precedenti 425 milioni di euro stanziati lo scorso mese di luglio dopo l’entrata in vigore del Decreto Sostegni bis. Il Rifinanziamento alla Nuova Sabatini 2021 ammonta quindi, nel complesso, a 725 milioni di euro. Per questo motivo le imprese non dovranno temere di non poter continuare a beneficiare delle agevolazioni per l’acquisto di beni materiali e immateriali.

Scopri le ultime novità sulla proroga al credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali cliccando qui!

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Agevolazioni imprese turistiche: in arrivo il superbonus hotel 80% e fondo di garanzia per le PMI

Lo scorso 6 novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per l’attuazione del PNRR che prevede l’istituzione del Superbonus hotel all’80% e di un fondo di garanzia per le PMI

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Il 2020 è stato un anno drammatico per il settore del turismo. La pandemia ha infatti colpito duramente il settore turistico ricettivo e molti altri settore dell’economia. Una situazione di emergenza che ha costretto il governo, Conte prima, Draghi poi, a prendere dei seri provvedimenti con misure volte al sostegno dell’economia. Misure che, fortunatamente, hanno incontrato il parere favorevole ed il supporto dell’Europa, e che si sono sostanziate nel tanto famoso PNRR.

Per facilitare la ricezione del Piano di Resistenza e Resilienza italiano che il governo Draghi ha ritenuto opportuno produrre un decreto legge volto alla semplificazione delle procedure per mettere in atto le misure contenute in esso. Decreto Legge, n.152, che è già entrato in vigore dal momento che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 06.11.2021 n. 265.

Ed è proprio all’interno di questo decreto legge che sono contenute le nuove agevolazioni imprese turistiche che prevedono l’introduzione del Superbonus per gli hotel all’80% ed il nuovo fondo di garanzia per le PMI.

Vediamo in breve in cosa consistono queste agevolazioni imprese turistiche qui di seguito.

Agevolazioni imprese turistiche: il credito d’imposta

Gli obiettivi che il governo si propone di raggiungere attraverso queste nuove agevolazioni imprese turistiche sono sostanzialmente due. Il primo è indubbiamente quello di migliorare la qualità dell’offerta ricettiva delle strutture alberghiere in Italia anche tramite una loro ristrutturazione riqualificazione energetica e sismica. Il secondo, coerentemente a quanto stabilito dal  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR misura 4.2.1) è quello di favorire la ripresa dell’economia.

Per questo motivo, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto (6/11/2021) e fino al 31 dicembre 2024, è riconosciuto un credito di imposta nella misura dell’80% per le spese ammissibili sostenute. Il credito d’imposta generato dall’accesso a questa agevolazione potrà essere ceduto a soggetti terzi, in linea con quanto già avviene per il superbonus 110%. La cessione del credito d’imposta è infatti una soluzione utile a minimizzare gli investimenti iniziali sui progetti finanziati. Soluzione su cui, noi di Solar Cash s.r.l. siamo specializzati.

Potranno fruire di questo credito d’imposta i seguenti soggetti:

  • imprese alberghiere,
  • strutture che svolgono attività agrituristica, come definita dalla legge 20 febbraio 2006, n. 96 e dalle pertinenti norme regionali,
  • strutture ricettive all’aria aperta,
  • imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici.

Gli interventi ammessi al Superbonus 80% alberghi

Le spese per cui sarà possibile usufruire queste agevolazioni imprese turistiche non sono solo per i lavori materiali ma riguardano anche il servizio di progettazione. Gli interventi da sostenere devono infatti rispettare i principi della “progettazione universale” di cui alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. In ogni caso gli interventi ammissibili alla detrazione sono i seguenti:

  • Riqualificazione energetica degli edifici (installazione di un impianto fotovoltaicosostituzione di un vecchio impianto di riscaldamento, realizzazione di involucri di isolamento termico, ecc.);
  • Miglioramento antisismico dell’edificio,
  • Eliminazione delle barriere architettoniche,
  • Manutenzione straordinaria
  • Ristrutturazione edilizia
  • Restauro e risanamento conservativo
  • Installazione di manufatti leggeri (anche prefabbricati)
  • realizzazione di piscine termali e acquisizione di attrezzature e apparecchiature per lo svolgimento delle attività termali, 
  • spese per la digitalizzazione previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106.

Contributo a fondo perduto

Ma le agevolazioni per imprese turistiche previste dal Decreto Legge, n.152 non finiscono qui. E’ infatti previsto il riconoscimento di un Contributo a fondo perduto per un importo massimo pari a 40.000 euro. Un contribuito che sarà fruibile anche nel caso in cui l’impresa turistica non usufruisca del credito d’imposta di cui abbiamo parlato qui sopra.

I destinatari di questo contributo sono i medesimi della misura di cui abbiamo parlato qui sopra. Tuttavia, il contributo a fondo perduto può essere aumentato anche cumulativamente, come segue:

  • di una cifra che può arrivare ai 30.000 euro, se l’intervento prevede una quota di spese per la digitalizzazione e l’innovazione delle strutture in chiave tecnologica ed energetica di almeno il 15% dell’importo totale dell’intervento;
  • fino ad ulteriori 20.000 euro, qualora l’impresa o la società abbia i requisiti previsti dalle agevolazioni per: l’imprenditoria femminile, per le società cooperative e le società di persone, costituite in misura non inferiore al 60% da giovani, le società di capitali le cui quote di partecipazione sono possedute in misura non inferiore ai due terzi da giovani e i cui organi di amministrazione sono costituiti per almeno i due terzi da giovani, e le imprese individuali gestite da giovani, che operano nel settore del turismo. Per giovani si intendono tutte le persone con età compresa tra i 18 anni e 35 anni non compiuti alla data di presentazione della domanda;
  • ulteriori 10.000 euro, per le imprese la cui sede operativa è ubicata nei territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Agevolazioni imprese turistiche a breve ci saranno ulteriori notizie

Precisiamo che sebbene il decreto legislativo sia già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per il momento manca ancora la pubblicazione dell’avviso con le modalità di accesso a queste agevolazioni imprese turistiche. La pubblicazione di questo avviso dovrà avvenire entro 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto Legge n. 152 del 2021 e sarà il ministero del Turismo ad effettuarla.

Sono attese quindi ulteriori novità in merito alle agevolazioni imprese turistiche nei prossimi giorni. Novità che come sempre, non mancheremo di trattare tra le pagine di questo blog. 

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Arriva il Bonus Ristrutturazione Alberghi 2021 per la riqualificazione energetica!

Bonus ristrutturazione alberghi 2021: previsto l’arrivo di un credito d’imposta all’80% per strutture ricettive che effettuano interventi di riqualificazione energetica

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Gli imprenditori del settore turistico ricettivo saranno contentissimi della notizia che stiamo per riportare tra queste pagine. E’ infatti in arrivo un bonus ristrutturazione alberghi che prevede la fruizione di un credito d’imposta dell’80% per tutte quelle strutture ricettive che effettuano dei lavori di riqualificazione energetica, antisismica e di eliminazione delle barriere architettoniche.

A grandi linee è questo parte del contenuto del DL approvato lo scorso 6 novembre dal Consiglio dei Ministri. Si tratta infatti del cosiddetto DL PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ed ha l’obiettivo di facilitare ed agevolare l’attuazione delle misure in esso contenute. Misure che, ricordiamolo, hanno già ricevuto il benestare da parte del Consiglio Europea.

Ma in cosa consiste questo bonus ristrutturazione alberghi di preciso? Chi sono i beneficiari o le strutture che possono richiederlo? Quale sarà la sua validità?

Abbiamo fatto il punto della situazione in questo approfondimento.

Interventi ammessi nel bonus ristrutturazione alberghi

Rientrano nel bonus ristrutturazione alberghi i seguenti interventi:

Oltre a quelli appena menzionati possono rientrare nell’incentivo anche la realizzazione di piscine termali ed interventi di digitalizzazione (rete wi-fi, sito web, sistemi digitali di prenotazione/vendita servizi). Questo significa che anche le spese sostenute per la pubblicità e le altre attività di promozione possono essere oggetto di agevolazione, così come quelle per consulenze in comunicazione e digital marketing.

Previsto anche un contributo a fondo perduto cumulabile

Una delle maggiori novità che si appresta ad introdurre il bonus ristrutturazione alberghi o Superbonus Turismo, è la possibilità di cumulare a questo bonus un contributo a fondo perduto costituito ad hoc.

Questo contributo può ammontare fino a 40.000 € e dovrà essere utilizzato per gli interventi elencati in precedenza. Sarà possibile ricevere questo contributo solamente se l’investimento dell’impresa presenta una quota almeno del 15% dedicata a digitalizzazione ed efficienza energetica.

A questi 40.000 € sarà possibile aggiungerne altri 20.000 € se il richiedente possiede i requisiti previsti per uno tra i bandi sull’imprenditoria femminile o sull’imprenditoria giovanile.

Infine le imprese turistiche delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono ottenere un ulteriore contributo di 10.000 €.

Precisiamo inoltre che, il bonus ristrutturazione alberghi 2021 non sarà cumulabile con gli altri incentivi pubblici riguardanti gli stessi interventi. Il bonus alberghi sarà quindi cumulabile esclusivamente con i contributi a fondo perduto che abbiamo elencato qui sopra.

I beneficiari del bonus alberghi 2021

A questo punto è venuto il momento di elencare i soggetti che faranno parte della platea dei beneficiari del bonus ristrutturazione alberghi. Le strutture che potranno ricevere il credito d’imposta dell’80% per gli interventi elencati in precedenza sono le seguenti:

  • alberghi,
  • agriturismi,
  • campeggi,
  • imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale
  • stabilimenti balneari
  • impianti termali
  • porti turistici
  • parchi tematici.

Validità della detrazione, risorse e modalità di accesso

Il bonus ristrutturazione alberghi da quindi diritto ad un credito d’imposta che ammonta all’80% delle spese sostenute per gli interventi sopra elencati. Sarà possibile richiederlo fino a dicembre 2024.

Sia il bonus ristrutturazione alberghi che il contributo a fondo perduto saranno concessi fino ad esaurimento delle risorse. Queste ammontano a 100 milioni di euro per il 2022 e 180 milioni sia per il 2023 che per il 2024. Il criterio di erogazione è cronologico, verranno quindi valutate le domande in ordine di presentazione fino ad esaurimento risorse.

Il credito d’imposta generato dall’accesso a questa agevolazione potrà essere ceduto a soggetti terzi, in linea con quanto già avviene per il superbonus 110%. La cessione del credito d’imposta è infatti una soluzione utile a minimizzare gli investimenti iniziali sui progetti finanziati. Soluzione su cui, noi di Solar Cash s.r.l. siamo specializzati.

Precisiamo che il Superbonus 80% alberghi deve ancora entrare in vigore. A questo proposito infatti il ministero del Turismo pubblicherà l’avviso con le modalità di accesso al bonus alberghi 2021 entro 30 giorni dall’entrata in vigore del DL. Sono quindi attese novità entro metà dicembre 2021.

Sei un imprenditore del settore turismo e interessato al bonus?

Solar Cash s.r.l. è da sempre a fianco degli imprenditori che scelgono di investire nell’efficientamento energetico delle proprie imprese. Abbiamo un esperienza decennale nel fornire agli imprenditori soluzioni di efficientamento energetico chiavi in mano.

Siamo in grado di supportare le imprese del settore turismo in ogni fase del progetto, dalla progettazione alla produzione documentale necessaria all’accesso agli incentivi.

Se pertanto sei interessato al bonus ristrutturazione alberghi compila il form che trovi in questa pagina con i tuoi dati ed attendi la chiamata di un nostro operatore!

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Superbonus 80% alberghi in arrivo!

Superbonus 80% alberghi: è ufficiale! Ecco il punto della situazione con tutto quello che c’è da sapere

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E’ da un po’ di tempo a questa parte che si stanno susseguendo sempre di più alcune notizie che riguarderebbero delle agevolazioni fiscali che per il settore turistico-ricettivo. Sono di alcuni mesi fa le dichiarazioni del Ministro del Turismo Massimo Gravaglia secondo cui il Superbonus 80 alberghi era quasi pronto al suo debutto. Una questione che avevamo affrontato in questo articolo qui ma che oggi si arricchisce di nuovi risvolti.

L’idea di dedicare un credito d’imposta appositamente alla ristrutturazioni ed alla riqualificazione energetica degli edifici del settore turistico ha preso forma dopo l’approvazione del DL Semplificazioni/Recovery. All’interno di una delle bozze di questo decreto era infatti stata inserita una clausola che prevedeva che il superbonus 110% potesse venire applicato anche alle strutture ricettive ed agli alberghi. Tuttavia, la clausola è rimasta solo all’interno della bozza. Il progetto di un superbonus per gli alberghi, è rimasto su carta a causa della mancanza di fondi da destinare al Decreto Semplificazioni bis.

L’idea però ha smosso il settore turistico alberghiero italiano che si è movimentato a sostegno di una proposta in tal senso. Il legislatore quindi non ha potuto non fare a meno di notare il probabile consenso che può riscuotere una misura di questo tipo. Una misura di questo genere infatti potrebbe contribuire fortemente al rilancio del settore turistico, uno dei più importanti in Italia dopo la pandemia.

Queste premesse hanno finalmente portato i propri frutti. Alcuni giorni fa infatti la notizia che verrà approvato un Superbonus 80% per gli Alberghi.

Ma in cosa consisterà di preciso il bonus ristrutturazione alberghi o Superbonus 80 Alberghi?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti riassumendolo in questo approfondimento.

Superbonus 80% alberghi e le altre novità

Il Superbonus Alberghi 80% diventerà presto effettivo dal momento che, il Decreto PNRR è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 27 ottobre. In particolare, il Decreto PNRR mira a semplificare ed accelerare l’applicazione del l Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Recovery Plan italiano) approvato oramai qualche mese fa dal Consiglio Europeo.

Tuttavia, il Decreto PNRR introduce anche altre novità oltre al credito d’imposta destinato alle strutture ricettive ed alberghiere che devono effettuare interventi di riqualificazione energetica o sismica. Il Decreto contiene davvero molte novità per il settore turistico prevedendo anche dei contributi a fondo perduto oltre a nuove opportunità di investimento.

Il credito d’imposta per gli alberghi e tutte le altre misure

In totale sono stati stanziati 2,4 miliardi di euro per il settore turistico. Questa cifra racchiude non solo il Superbonus 80% Alberghi ma anche tutti gli altri contributi a fondo perduto, alcuni dei quali saranno dedicati alle nuove opportunità di investimento.

Ma come sono ripartiti questi 2,4 miliardi di euro? Spieghiamolo brevemente qui di seguito.

Di questi 2,4 miliardi di euro, circa 1,8 sono dedicati all’istituzione di un Fondo Nazionale del Turismo. Il fondo si promette di finanziar i seguenti numerosi progetti:

  • 500 milioni saranno destinati a finanziare il Superbonus 80% Alberghi, oltre ad un nuovo contributo a fondo perduto dedicato alle imprese turistiche;
  • 98 milioni saranno mirati alla digitalizzazione delle agenzie di viaggio e dei tour operator;
  • 500 milioni serviranno invece ad attivare un nuovo Fondo per l’ammodernamento delle strutture ricettive, per gli interventi nelle aree montuose e per lo sviluppo di nuovi itinerari turistici;
  • 358 milioni andranno a coprire un nuovo Fondo di Garanzia mirato al sostenimento del tessuto imprenditoriale e allo sviluppo di nuove figure professionali;
  • 180 milioni saranno destinati all’attivazione di un Fondo rotativo di Cassa Depositi e Prestiti per la riqualificazione ambientale, l’ammodernamento delle strutture e l’eliminazione delle barriere architettoniche;
  • 150 milioni andranno invece a rafforzare il Fondo Nazionale per il Turismo, al fine di valorizzare il patrimonio immobiliare.

114 milioni di euro saranno impiegati per la creazione di nuova piattaforma digitale che possa favorire la crescita e la diffusione del turismo nazionale. La piattaforma si chiamerà Digital Tourism Hub.

500 milioni di euro saranno praticamente destinati alla città di Roma, in vista anche del Giubileo 2025 che terrà proprio nella capitale italiana, tramite il progetto  “Caput Mundi”.

Superbonus Alberghi 80%: cos’è e come funziona

Il Superbonus 80% Alberghi non è altro che la concessione di un credito d’imposta per quanto riguarda le spese sostenute dalla struttura ricettiva per gli interventi di riqualificazione energetica e sismica. Il credito d’imposta cui queste strutture avrebbero diritto ammonta all’80% della spesa totale che hanno sostenuto.

L’incentivo potrà essere usufruita da queste strutture:

  • Alberghi e strutture ricettive;
  • Agriturismi;
  • Stabilimenti balneari e strutture termali;
  • Parchi tematici e porti turistici;
  • Fiere e congressi.

Il maxi incentivo dedicato agli alberghi sarà utilizzabile, almeno secondo le prime indiscrezioni, per i lavori iniziati dopo il 1° febbraio 2020. 

Il meccanismo del Superbonus 80% alberghi sembra essere, almeno in questa fase, molto simile a quello del Superbonus 110%. Rimarrebbe quindi valida la possibilità della cessione del credito e quindi, presumiamo, anche dello sconto in fattura. La differenza principale con la misura sta nel fatto che il Superbonus 110% è rivolto soprattutto ai contesti domestici ed abitativi, mentre con il Superbonus per gli alberghi si amplierebbe la platea anche alle imprese ricettive e turistiche.

Un’altra novità del Superbonus 80% sarebbe la possibilità di accumulare questo incentivo con il contributo a fondo perduto che abbiamo citato poco fa. Il contributo sarà pari a 40 mila euro per beneficiario. Si prevede inoltre la possibilità di incrementare la cifra di ulteriori 30 mila euro per le imprese turistiche che decideranno di investire nella digitalizzazione e nell’innovazione.

Presto ci saranno ulteriori notizie

Ricordiamo e sottolineiamo ancora una volta che il Superbonus 80 alberghi non è ancora operativo. Quelle che abbiamo riportato qui sono solo delle indiscrezioni che possiamo desumere analizzando gli unici atti pubblicati fino ad adesso e quindi il Decreto PNRR.

Per il Superbonus 80% Alberghi sarà infatti necessario approvare delle normative ad hoc che al momento non sono ancora state approvate.

In ogni caso non mancheremo di riportare le ulteriori notizie riguardanti le agevolazioni fiscali fra queste pagine. Pertanto se vuoi rimanere aggiornato compila il modulo che trovi in questa pagina con i tuoi dati!

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Arriva la proroga cessione del credito e sconto in fattura!

La Legge di Bilancio 2022 proroga la cessione del credito e sconto in fattura al 2025 ma con più controlli!

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La tanto attesa proroga cessione del credito e sconto in fattura sta per arrivare!

L’ultima versione del disegno di Legge di Bilancio 2022 infatti contiene la tanto attesa novità. Una novità che siamo sicuri farà felici in molti dal momento che dovrebbe riguardare molti dei bonus edilizi e per la riqualificazione energetica per imprese e privati in vigore adesso. 

Tuttavia, le novità in arrivo non si fermano qui. Se infatti è stata proposta una proroga cessione del credito e sconto in fattura, è altrettanto vero che arriveranno anche maggiori controlli su coloro che richiedono l’accesso alle detrazioni fiscali. In particolare, tutti i bonus edilizi diversi dal 110% dovranno essere corredati dal visto di conformità per avere accesso alla cessione dei crediti e lo sconto in fattura.

Nonostante il superbonus sia una misura pensata prevalentemente per i contesti domestici, ci teniamo comunque a precisare che il visto di conformità sarà necessario, per questa agevolazione, anche in caso di utilizzo della detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Ma quali sono le novità della proroga cessione del credito e sconto in fattura? Cosa significa che ci saranno più controlli per l’erogazione di questi bonus fiscali?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti qui di seguito.

Proroga cessione del credito e sconto in fattura: il punto della situazione

Affermare che ci sarà una proroga cessione del credito comporta anche che è necessario specificare quali bonus coinvolgerà e fino a quando sarà valida.

Il testo della nuova legge di Bilancio 2022, interviene sul comma 1 dell’art. 121 del D.L. n. 34/2020, conferma la possibilità di optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura. Una possibilità riservata alle spese sostenute nel 2022, nel 2023 e nel 2024 per le detrazioni edilizie diverse dal superbonus 110%.

La nuova versione della Legge di Bilancio invece non modifica il comma 2 dell’articolo 121 del DL Rilancio. Questo significa che ci sarà una proroga cessione del credito e sconto in fattura: i due meccanismi potranno essere applicabili ai bonus indicati nel suddetto comma.

Ma quali sono questi bonus? Ne parliamo qui di seguito.

Bonus ristrutturazioni edilizia

Per quanto riguarda la detrazione Iperf del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia, sarà possibile usufruire della proroga cessione del credito per le spese sostenute nel 2022, nel 2023 e nel 2024. Gli interventi del bonus ristrutturazione che danno diritto alla detrazione sono i seguenti:

  • manutenzione ordinaria (solo su parti comuni);
  • manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia.

Ricordiamo che, come chiarito nella circolare n. 30/E/2020 dell’Agenzia delle Entrate, l’opzione sconto in fattura/cessione del credito può essere esercitata anche dagli acquirenti degli immobili facenti parti di interi fabbricati oggetto di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che provvedano entro 18 mesi dalla data di termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile e che hanno diritto alla detrazione.

Tutti gli altri incentivi che usufruiranno della proroga cessione del credito

La proroga cessione del credito e sconto in fattura fino al 2024 sarà valida anche per i seguenti incentivi:

  • ecobonus ordinario (di cui all’art. 14 del D.L. n. 63/2013) per interventi riqualificazione energetica per imprese e privati;
  • sismabonus ordinario (di cui all’art. 16 del D.L. n. 63/2013) per interventi di adozione di misure antisismiche, compreso il sisma bonus acquisti di cui al comma 1-septies spettante per l’acquisto di abitazioni situate in zona sismica 1, 2 e 3, facenti parte di edifici demoliti e ricostruiti anche con aumento di volumetria;
  • bonus facciate per interventi di recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti;
  • detrazione per l’installazione di impianti fotovoltaici aziendali (ne parliamo meglio qui) di cui all’art. 16-bis, comma 1, lettera h) del TUIR.

Incentivi ed ecobonus in cui possono rientrare anche le imprese, soprattutto quelli che riguardano l’installazione in un impianto fotovoltaico aziendale e la sostituzione di un vecchio impianto di riscaldamento dell’azienda. Incentivi che rappresentano un’occasione unica ed irripetibile per le imprese!

Maggiori controlli

C’era molta attesa attorno alla proroga della possibilità di trasferire il credito d’imposta anche per eco e sismabonus ordinari, bonus facciate e detrazione Irpef 50% per le ristrutturazioni. Una possibilità che potrebbe arrivare con la nuova Legge di Bilancio 2022 (usiamo il condizionale perché ancora la legge deve essere approvata).

Tuttavia, entrambe le opzioni, saranno soggette ai maggiori controlli introdotti dal decreto legge antifrodi (D.L. n. 157/2021), pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 269 dell’11 novembre 2021, in vigore dal 12 novembre 2021.

Il decreto appena entrato in vigore infatti (12 novembre 2021) stabilisce che per tutti i bonus edilizi diversi dal 110%, in caso di opzione per la cessione del credito/sconto in fattura sarà necessario il visto di conformità e l’asseverazione tecnica di congruità delle spese sostenute.

Cessione del credito e sconto in fattura, il nuovo modello delle Entrate

Per usufruire della proroga cessione del credito l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il nuovo modello per la comunicazione delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura all’Agenzia delle Entrate. Sono disponibili anche le relative istruzioni per la compilazione e dalle specifiche tecniche che recepiscono le novità introdotte dal nuovo decreto anti-frodi.

La presentazione del nuovo modello ha coinciso con la riapertura del canale per la trasmissione delle comunicazioni delle opzioni di cessione o sconto in fattura relative ai bonus edilizi. Riapertura che è avvenuta per l’appunto ieri, 15 novembre 2021 dopo la chiusura resasi necessaria per l’adeguamento della piattaforma alle ultime modifiche della normativa.

Se sei un impresa e vuoi effettuare interventi di efficientamento energetico usufruendo degli incentivi fiscali, compila il modulo che trovi in questa pagina con i tuoi dati! Un nostro operatore ti ricontatterà nel più breve tempo possibile!

Vuoi conoscere gli incentivi per il fotovoltaico delle aziende in vigore nel 2022? Clicca qui!

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Piano di Transizione 4.0 2022: come potrebbe cambiare con la nuova Legge di Bilancio?

Alcune indiscrezioni sulla nuova Legge di Bilancio 2022 che riguardano il Piano di Transizione 4.0 2022

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Da Impresa 4.0 a Piano di Transizione 4.0 2022. Quella di questo incentivo per le imprese è una storia travagliata e ricca di modiche in corso d’opera che gli imprenditori seguono con apprensione ed interesse. Le agevolazioni per le aziende che investono in innovazione e nella riqualificazione energetica sono state oggetto di numerose modifiche in questi ultimi anni. Se all’inizio infatti, tramite il Piano Industria 4.0 erano previsti solamente iperammortamento e superammortamento, in un secondo momento sono stati introdotti i crediti d’imposta. Modifiche che hanno raggiunto il loro apice nel corso di questi ultimi due anni, 2021 e 2022 a causa della pandemia.

Vista la drammatica situazione lo stato italiano è stato costretto a prendere provvedimenti ed a stanziare somme volte ad incentivare la ripresa economica. Somme che si sono incanalate all’interno del cosiddetto PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che, a mano a mano che veniva delineato ha visto cambiare rapidamente l’ammontare delle somme destinate a questa misura. Se a dicembre 2020 erano previsti 21,7 miliardi di euro, al momento della sua approvazione la dotazione è scesa a circa 14 miliardi.

A questi fondi però vanno aggiunti quelli europei di NextGeneration UE: che stanziano per la Transizione 4.0 altri 4,48 miliardi di euro. La somma a cui attingeranno le risorse previste per il Piano di Transizione 4.0 2022 quindi ammonta a 18,45 miliardi di euro.  E’ proprio in questo contesto che infatti, 19 ottobre 2021 il governo italiano ha annunciato la proroga al 2022 del Piano di Transizione 4.0:

“incentivi fiscali collegati a Transizione 4.0 ed il contributo a favore delle PMI per l’acquisto di beni strumentali (c.d. nuova Sabatini). Sono, inoltre, previste risorse aggiuntive per il fondo per l’internazionalizzazione delle imprese ed il fondo di garanzia per le PMI”

Tuttavia, prima di entrare nel merito delle misure del piano di Transizione 4.0 2022, è forse bene fare un passo indietro e ricapitolare in cosa consiste questa misura. Cosa che faremo qui di seguito.

Il Piano di Transizione 4.0: cosa è e come funziona

Il vecchio Piano di Transizione 4.0, di cui parliamo anche qui, sostituisce le vecchie misure Impresa 4.0 e Industry 4.0 rappresentando il prossimo indirizzo di politica industriale italiano. Si tratta di una misura che in pratica sostituisce le misure dell’iperammortamento e del superammortamento, che potevano essere richieste fino al 2020.

Al posto di iperammortamento e superammortamento sarà erogato un credito d’imposta in unica misura. Ovviamente sono previste delle aliquote differenti in base alla categoria di beni in cui investe l’impresa che sostiene le spese. La durata del piano doveva essere biennale ed i beni sui quali poteva essere ricevuto il credito d’imposta relativo potevano essere ricevuti fino a giugno 2023. Obiettivi di questa misura sono i seguenti:

  • stimolare degli investimenti privati, grazie alle aliquote maggiorate,
  • dare stabilità alle diverse categorie con misure pluriennali e ampie.

Tuttavia la bozza della nuova legge di Bilancio sembra cambiare, anche in maniera sostanziale, le carte in tavola per il Piano di Transizione 4.0 2022. In particolare si interverrà sulla durata temporale della misura e sulle aliquote sulle quali applicare il credito d’imposta che approfondiremo qui di seguito. In particolare, per:

  1. i beni strumentali come ad esempio il fotovoltaico la misura varrà per 3 anni (fino al 2025),
  2. gli investimenti in ricerca e sviluppo la misura avrà una valenza decennale.

Come cambiano le aliquote dei crediti d’imposta sui beni materiali 4.0

Come abbiamo avuto modo di accennare brevemente, la prossima legge di bilancio apporterà quasi sicuramente al nuovo Piano di Transizione 4.0 2022. Cambiamenti che riguardano soprattutto le aliquote delle detrazioni che è possibile ottenere. Purtroppo però, come possiamo desumere  dalla proposta di legge di bilancio, queste aliquote verranno probabilmente ritoccate al ribasso.

Facciamo il punto della situazione qui di seguito; in particolare, le aliquote per chi acquista beni strumentali materiali 4.0 passeranno dal:

  • 50% al 40% per investimenti con tetto fissato a 2,5 milioni di euro;
  • 30% al 20%  per chi investe da 2,5 a 10 milioni di euro;
  • 10% alla stessa aliquota, rimarranno quindi invariate, per la fascia da 10 a 20 milioni di euro.

La bozza delle Legge di bilancio 2022 prevede anche il rinnovo della misura del Piano di Transizione 4.0 2022 per altri tre anni. Ci sarà quindi la possibilità di usufruire di queste aliquote di detrazione fino a dicembre 2025 e di ricevere i beni acquistati entro l’estate 2026.

Dopo questo periodo tuttavia, le aliquote previste dal Piano di Transizione 4.0 2022 caleranno ancora. I nuovi scaglioni saranno sempre tre, ma le aliquote saranno rispettivamente del 20%, 10% e 5%.

Credito di imposta sui beni immateriali 4.0

Le misure contenute nel Piano di Transizione 4.0 riguardano anche il credito d’imposta per i beni immateriali. Quest’ultimo sarà rinnovato per altri tre anni. L’aliquota fissata per questo tipo di investimenti sarà del 20% per il 2022 ed il 2023, mentre invece calerà al 15% nel 2024 ed al 10% nel 2025.

Che fine farà il superammortamento?

Il nuovo Piano di Transizione 4.0 2022 non fa alcun riferimento a misure come il superammortamento. Nel testo della bozza della prossima legge di bilancio infatti non ci sono riferimenti a questa misura per quanto riguarda i beni materiali e non materiali 4.0

Piano di Transizione 4.0 2022 e credito d’imposta: le regole dell’Agenzia delle Entrate

Risalgono a gennaio le regole tramite cui è possibile, per le imprese, usufruire del credito d’imposta generato dagli investimenti previsti dal vecchio Piano di Transizione 4.0. Regole che molto probabilmente rimarranno valide anche nel nuovo Piano di Transizione 4.0 2022.

Ma in cosa consistono queste regole? Proviamo ad attualizzare le vecchie regole con le nuove scadenze ed aliquote, giusto per dare un’idea di quello che potrà essere la nuova misura qui di seguito.

La prima cosa è che l’Agenzia delle Entrate spiega che gli investimenti devono essere fatti da aziende con sede in Italia. Le imprese dovranno sostenere questi investimenti entro il periodo di validità della misura ovvero fino al 2025 a patto che sia stato pagato almeno il 20% del costo totale. Il  credito di imposta concretamente sarà fruibile tramite compensazione con il modello F24.

Per chiarire alcuni dubbi l’Agenzia delle Entrate ha anche rilasciato una lista dei beni esclusi dalle misure ovvero i seguenti:

  • mezzi di trasporto motorizzati;
  • costruzioni e fabbricati;
  • i beni per i quali, spiega la nota, “il decreto ministeriale del 31 dicembre 1988 stabilisce coefficienti di ammortamento ai fini fiscali inferiori al 6,5%”;
  • condutture delle industrie di imbottigliamento di acque minerali, stabilimenti balneari e termali oppure condutture per la produzione e distribuzione di gas naturale, aerei, materiale rotabile;
  • i beni descritti come “gratuitamente devolvibili delle imprese operanti, in concessione e a tariffa, nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti”.

Scopri le ultime novità sulla proroga al credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali cliccando qui!

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Detrazione batterie fotovoltaico anche per le imprese

Tutto quello che c’è da sapere sulla detrazione batterie fotovoltaico per le imprese

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Oggi, installare qualche pannello fotovoltaico oppure un impianto vero e proprio con tutte i vari componenti è senza dubbio più semplice rispetto a questi anni fa. Non si tratta tanto del fatto che si tratta di dispositivi che sono sempre più conosciuti da installatori e progettisti, ma più che altro del fatto che la componentistica degli impianti fotovoltaici ha subito una notevole riduzione dei prezzi. In particolare, la riduzione dei prezzi della componentistica degli impianti fotovoltaici è dovuta da più cause. Se da un lato c’è il continuo emergere di soluzioni innovative ed all’avanguardia, dall’altro c’è una maggiore concorrenza sul mercato. Ma c’è anche un terzo fattore da tenere in considerazione: quello degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende che contribuiscono a ridurre ancora di più il prezzo di componenti come i sistemi di accumulo per gli impianti fotovoltaici. Ed è proprio su di questo particolare dispositivo che si concentrerà questo approfondimento. Abbiamo infatti cercato di analizzare in maniera approfondita insieme ai nostri esperti le varie detrazioni batterie fotovoltaico che possono essere sfruttata anche dagli imprenditori e dalle imprese.

A  cosa servono le batterie di accumulo?

Prima di esaminare la detrazione batterie fotovoltaico forse è necessario ricapitolare brevemente cosa sono ed a cosa servono le batterie di accumulo dell’energia.

Le batterie di accumulo dell’energia installate a corredo di un impianto fotovoltaico hanno una funzione importantissima. Quella di immagazzinare l’energia che produce l’impianto per utilizzarla in un momento successivo. Un concetto semplice quindi, che però fa la differenza per quanto riguarda i consumi energetici di un impresa.

Durante il giorno infatti un impianto fotovoltaico, specie se di grandi dimensioni come quelli delle imprese, sono in grado di produrre più energia di quella che l’impresa consuma. Questa energia prodotta in eccesso non sarebbe quindi sfruttata dall’azienda, ma sarebbe ceduta alla rete elettrica nazionale tramite il meccanismo dello scambio sul posto.

Di notte invece, l’impianto fotovoltaico non produce energia, pertanto, se la produzione dell’impresa continua anche nelle ore senza sole, l’impresa sarà costretta ad acquistare energia per poter continuare la sua attività. Stesso discorso vale anche in tutti quei casi in cui, nonostante l’impresa lavori durante le ore diurne, non ci sia abbastanza sole per produrre l’energia di cui l’impresa ha bisogno. Ad esempio quando piove, nevica o quando il cielo è particolarmente coperto.

La detrazione batterie fotovoltaico serve quindi a permettere di ridurre il costo dell’investimento necessario ad installare i dispositivi di accumulo dell’energia. In questo modo installare un dispositivo che sia in grado di immagazzinare prima e rilasciare poi, al momento del bisogno, l’energia che produce l’impianto fotovoltaico, è possibile risparmiare ancora di più sulle bollette dell’elettricità.

Tutte le Detrazioni per il fotovoltaico

Come abbiamo già avuto modo di anticipare, ci sono delle belle notizie per gli imprenditori che vogliono avvalersi di una batteria di accumulo dell’energia. Esistono infatti delle detrazioni batterie fotovoltaico che possono essere fruite anche dalle imprese. A ben vedere non si tratta di detrazioni batterie fotovoltaico ad hoc ma si tratta di agevolazioni che più che per le batterie riguardano più in generale gli impianti fotovoltaici.

Il 2021 è infatti stato un vero e proprio anno di svolta per quanto riguarda le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica. Detrazioni pensate anche per le imprese e non solo per i privati. Grazie al  Bonus Sud per le imprese ed al Piano di Transizione 4.0 anche gli imprenditori possono ottenere dei vantaggi fiscali dall’installazione di impianti fotovoltaici e batterie di accumulo. Detrazioni a cui si somma, in alcuni casi specifici anche quella del Superbonus 110%.

Agevolazioni fiscali e la detrazione batterie fotovoltaico

Come abbiamo visto la detrazione batterie fotovoltaico per le imprese non è unica ma riguarda in realtà l’insieme di più detrazioni fiscali. In particolare, queste detrazioni trovano la loro materializzazione in due misure principali che andremo ad esaminare qui di seguito.

Piano di Transizione 4.0

Il Piano di Transizione 4.0 ha come obiettivo quello di agevolare gli investimenti delle aziende volti a sostenere la transizione ecologica italiana ed è in pratica la nuova versione del Piano Industria 4.0. Questa misura invece si sostanzia in tre direttive principali:

  1. Potenziamento dell’aliquota di ammortamento. Si passa dal 6% del 2020 al 10% nel 2021 per un massimale di spesa non superiore ai 2 milioni di euro.
  2. Fruizione del credito d’imposta. Gli investimenti in beni strumentali e in beni immateriali che non rientrano nel Piano Industria 4.0 potranno fruire del credito d’imposta in un anno. L’acquisto dei beni strumentali materiali (come il fotovoltaico) invece potrà generare un credito fruibile nei successivi 3 anni.
  3. Estensione della durata del credito d’imposta fino al 2022 per interventi e acquisti di beni strumentali contrattualizzati dal 16 novembre 2020 al 31/12/2022.

Bonus Sud per le imprese

Il Bonus Sud, o credito d’imposta per le imprese del mezzogiorno invece riguarda solamente le imprese del mezzogiorno e nelle isole. La misura è riservata solamente ai titolari d’impresa la cui attività di produzione di energia elettrica sia funzionale all’attività dell’azienda. Gli incentivi vengono erogati sotto forma di crediti d’imposta. L’aliquota d’imposta di questi crediti fiscali può variare dal 25% fino al 45% sulla base di fattori come l’esatta ubicazione dell’attività e la dimensione della stessa. Inoltre è necessario tenere presente che gli incentivi per il fotovoltaico del Bonus Sud prevedono anche dei massimali di spesa da rispettare.

Affidati a degli esperti per ottenere le detrazioni batterie fotovoltaico per gli impianti fotovoltaici industriali

Nelle spese coperte dalle agevolazioni fiscali che abbiamo preso in esame rientrano quelle sui beni strumentali dell’azienda. Ed è proprio in questa definizione che è possibile far rientrare anche l’installazione dell’impianto fotovoltaico e delle batterie di accumulo. Ecco quindi che non è propriamente sbagliato nemmeno parlare di detrazione batterie fotovoltaico o di accumulo per le imprese.

Tuttavia, ottenere le detrazioni batterie fotovoltaico per tutti quegli interventi di installazione di un impianto fotovoltaico per le aziende è abbastanza complicato. Sapersi districare fra i meandri della normativa italiana è infatti tutt’altro che semplice visto e considerato che è spesso oggetto di modifiche e revisioni.

Affidarsi ad aziende con personale specializzato nella gestione burocratica ma anche progettuale e pratica è forse l’unica soluzione possibile se vuoi ottenere gli incentivi senza incorrere in brutte sorprese!

Solar Cash si pone l’obiettivo di diventare un forte punto di riferimento per tutte quelle persone fisiche e quelle società, aziende, PMI e operatori nel terziario che desiderano investire nelle energie rinnovabili. Valutando gli incentivi per fotovoltaico 2021 per le aziende, come le detrazioni batterie fotovoltaico, siamo in grado di aiutarti a realizzare i tuoi sogni e a sostenere un nuovo approccio produttivo eco-sostenibile.

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