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5 trucchi per consumare meno energia elettrica in azienda

5 consigli e trucchi per consumare meno energia elettrica in azienda a cura di Solar Cash

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Il costo delle bollette per l’energia elettrica e per il riscaldamento sta aumentando in maniera vertiginosa a causa anche degli effetti della pandemia. Gas ed elettricità hanno raggiunto infatti dei prezzi ben superiori addirittura a quelli del 2019. Per le aziende e gli imprenditori questo è un problema non da poco dal momento che i propri ricavi potrebbero subire delle riduzioni considerevoli. Riduzioni di ricavi che potrebbero impattare anche pesantemente nella gestione dell’azienda stessa (approfondisci l’argomento qui).

E’ quindi chiaro come tutto ciò che riguarda il come consumare meno energia elettrica in azienda stia riscuotendo un successo sempre maggiore. In realtà più che di alcuni consigli o idee per risparmiare si dovrebbe parlare di settori strategici in cui un’impresa dovrebbe investire per consumare meno energia elettrica tagliando così i costi delle bollette.

Se c’è infatti un modo efficace per risparmiare sulle bollette definitivo è quello di entrare sull’ottica dell’investimento. Se è vero che alcune volte per risparmiare basta cambiare fornitore di energia elettrica, è altrettanto vero che il cambio di fornitore risolve il problema solo per un periodo di tempo limitato. Un’investimento sulle energie rinnovabili, magari installando un impianto fotovoltaico in azienda, invece permette di abbattere i consumi per un periodo di tempo molto più lungo. E se calano i consumi, cala anche il costo delle bollette.

Per fortuna, per le aziende che cercano soluzioni per consumare meno energia elettrica in azienda esistono diverse soluzioni a seconda delle aree strategiche sulle quali intendono investire. Aree strategiche che ovviamente dipendono anche dalla particolari necessità di ogni azienda. Per questo abbiamo raccolto alcuni consigli e trucchi per consumare meno energia elettrica in azienda con l’aiuto dei nostri esperti qui di seguito.

Trucchi per consumare meno energia elettrica: Cambiare il fornitore

Il primo dei nostri trucchi per consumare meno energia elettrica è molto banale e semplice da mettere in pratica: cambiare il fornitore di energia e/o gas, o quanto meno cercare di cambiare il contratto con il tuo fornitore per accedere a tariffe più convenienti. 

Qualora tu voglia seguire questo nostro consiglio, ti suggeriamo anche di affidarti ad un consulente energetico indipendente, Ciò per un semplice motivo: interfacciarsi direttamente con le ditte che erogano il servizio significa rimettersi nelle mani di chi lavora, prima di tutto, per incrementare i propri guadagni.

Consumare meno energia in azienda grazie al fotovoltaico

La tecnologia degli impianti fotovoltaici ha oramai raggiunto un notevole grado di efficienza in termini di produzione di elettricità. Proprio per questo motivo per le imprese e per le industrie che consumano molta energia elettrica, installarne uno, significa ripagare l’investimento in tempi ridotti. Addirittura, grazie anche agli incentivi per il fotovoltaico per le imprese del 2021 è possibile ripagare l’investimento in meno di 10 anni!

Installare un impianto fotovoltaico in azienda significa infatti produrre l’energia elettrica necessaria al funzionamento dei macchinari dell’azienda da soli abbattendo i costi delle bollette. Energia che, qualora l’impianto fotovoltaico abbia anche delle batterie di accumulo dell’energia può essere immagazzinata ed utilizzata nel momento del bisogno.

Inoltre, consumare l’energia che produce il proprio impianto, significa anche ridurre le emissione di CO2 in atmosfera ed avere quindi una produzione più sostenibile. Un fattore che sicuramente sarà molto apprezzato dai clienti della  tua impresa.

Puntare tutto sull’efficienza energetica

Un altro trucco per consumare meno energia elettrica in azienda è quello di puntare tutto sull’efficienza energetica. Si, lo sappiamo anche noi, le parole efficienza energetica racchiudono un concetto che al suo interno racchiude un mondo. Tuttavia, in questo contesti, puntare sull’efficienza energetica significa investire in interventi mirati ad eliminare o quanto meno ridurre il più possibile gli sprechi strutturali.

E’ caso ad esempio delle lampadine che vengono usate negli uffici per l’illuminazione. Sostituire queste lampadine con delle lampadine a Led può significare una riduzione dei consumi dell’illuminazione oltre che un costo ridotto per la manutenzione vista la loro incredibile durata. Riduzione che può arrivare anche al 10% del totale.

Un discorso simile può essere affrontato anche per quanto riguarda i macchinari che si utilizzano per la produzione. Investire sui macchinari infatti permette di acquistare dei dispositivi efficienti anche dal punto di vista dei consumi energetici. Un fattore non da poco quando si parla di industrie di grandi dimensioni che consumano molta elettricità.

Risparmiare energia grazie alla domotica

Grazie alla domotica è possibile consumare meno energia elettrica. La domotica infatti è la gestione intelligente degli impianti, dei macchinari, del sistema di riscaldamento e di ogni altra variabile che può garantire un notevole risparmio energetico. Ovviamente, un sistema domotico, per essere definito tale deve monitorare queste variabili ed intraprendere azioni automatiche attraverso l’utilizzo di software.

Ad esempio, grazie da un sistema di domotica è possibile “comandare” l’azionamento di luci o macchinari oppure il loro spegnimento in base all’orario limitando gli sprechi.

Manutenzione costante

L’ultimo consiglio o trucco per consumare meno energia elettrica riguarda la manutenzione dell’impianto elettrico e delle apparecchiature. Solo attraverso una costante manutenzione con un controllo approfondito delle componenti dell’impianto è possibile evitare guasti e/o sprechi. Inoltre, sostituendo componenti usurati oppure non più all’altezza è possibile aumentare l’efficienza dell’impianto o quanto meno mantenerla sui livelli di progettazione originari.

Trucchi per consumare meno energia elettrica in azienda

Oltre ai consigli per consumare meno energia elettrica in azienda che ti abbiamo dato qui sopra ci sono ovviamente due considerazioni generali da fare.

La prima è che si possono contenere i consumi solamente tramite investimenti su macchinari e componenti efficienti ed in grado di ridurre gli sprechi. La tecnologia che si utilizza quindi ha un ruolo fondamentale nel contenere i consumi e gli sprechi di energia.

La seconda considerazione per consumare meno energia elettrica è forse anche la più importante. E’ inutile infatti ricorrere alla migliore tecnologia se poi non cambiano le abitudini di operai, impiegati e dirigenti. Se si vogliono ridurre i consumi elettrici infatti tutti devono cominciare con l’acquisire delle buone abitudini come ad esempio utilizzare con moderazione il condizionatore, staccare i caricabatterie, togliere la batteria ai computer portatili e scollegare il modem quando non è in funzione, spegnere le luci ecc.

Quello che in breve vogliamo dire è che è impossibile cambiare il mondo se prima non siamo noi stessi a cambiare, pertanto iniziamo da subito ad adottare queste buone abitudine per ridurre i consumi di energia!

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6 consigli per consumare meno gas in azienda

Ecco 6 consigli da mettere in pratica per consumare meno gas dopo il recente rincaro delle materie prime

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La spesa annuale per le bollette per il riscaldamento delle aziende è molto alta. Una spesa che quest’anno sarà ancora maggiore visti i recenti rincari delle materie prime che andranno ad incidere notevolmente nelle bollette. Spese che si aggiungono a quelle della manutenzione delle rispettive caldaie aziendali e per la loro manutenzione e che vanno ad affossare i bilanci aziendali.

Fortunatamente esistono delle strategie efficaci e piccoli arrangiamenti vincenti che puoi mettere in pratica per consumare meno gas e risparmiare sulla bolletta. Consigli che se messi in pratica quotidianamente possono davvero fare la differenza in fondo all’anno sia per il tuo portafoglio sia per l’ambiente. Se le bollette sono alte infatti, spesso il problema è la poca efficienza degli impianti di riscaldamento o delle caldaie che inquinano molto di più di quello che dovrebbero.

Per questo motivo, data la nostra esperienza, abbiamo deciso di riassumere in questo approfondimento 6 consigli che puoi far mettere in pratica ai tuoi dipendenti per consumare meno gas e spendere meno in bolletta. Consigli che, a prescindere dal fatto che tu abbia una riscaldamento autonomo o centralizzato, si avvalgono di soluzioni a basso impatto ambientale.

Pronto a scoprire quali sono i nostri consigli? Allora continua a leggere!

1. Installare una impianto solare termico

Per consumare meno gas puoi decidere di installare una impianto solare termico, meglio se abbinato ad una caldaia a gas tradizionale o a condensazione. La sinergia fra questi due sistemi può farti risparmiare fino al 70% sulle tue bollette!

Il solare termico è infatti una tecnologia che sfrutta l’energia solare per produrre acqua calda. Una tecnologia che è in grado di funzionare anche nei mesi invernali e che non prevede un costo di investimento eccessivo. Costo che tra le altre cose può essere ridotto dal momento che gli ecobonus per il solare termico ti permettono di usufruire di uno sconto in fattura del 65% (ne parliamo qui).

2. Consumare meno gas installando una caldaia a condensazione con valvole termostatiche

Nel caso in cui tu debba sostituire la vecchia caldaia della tua azienda allora il nostro consiglio è quello di sostituirla con una a condensazione, specie se devi riscaldare degli uffici. Ricorrere a questa soluzione ti permetterà di consumare meno gas e risparmiare almeno il 15-20% sulla bolletta del gas oltre a beneficiare del bonus caldaia.

Una riduzione dei consumi che sarà ancora maggiore se deciderai di installare delle valvole termostatiche nei termosifoni. Questi dispositivi non sono altro che delle manopole che consento di regolare la temperatura dei termosifoni in maniera facile ed intuitiva e permettendoti di utilizzare il riscaldamento solo dove ma soprattutto quando serve.

Questi dispositivi vengono installati direttamente sui caloriferi e permettono di limitare le dispersioni di calore e quindi gli sprechi che sono la vera fonte dei costi elevati in bolletta. Sostanzialmente, il funzionamento delle valvole termostatiche fa in modo che il calorifero smetta di riscaldare l’ambiente in cui si trova una volta che ha raggiunto la temperatura desiderata. Allo stesso modo, il termosifone tornerà in funzione nel momento in cui la temperatura scenderà al di sotto di una certa soglia rispetto alla temperatura desiderata.

3. Impostare una corretta temperatura degli ambienti

Le imprese come la tua, per consumare meno gas, dovrebbero fare attenzione alla temperatura che i propri dipendenti impostano all’interno degli ambienti nei quali lavorano. Ad esempio, un corretta temperatura degli uffici si aggira intorno ai 21 °C. Ogni grado in più porta ad un consumo che può essere quantificato fino al 6% sulla bolletta del gas.

Un altro consiglio utile che possiamo darti è quello di spegnere i termosifoni durante la notte e limitare la durata della temperatura preimpostata in modo da consumare meno gas per il riscaldamento. Altrettanto utile potrebbe essere installare un timer centralizzato che regoli i caloriferi in modo automatico spegnendosi al raggiungimento del limite massimo di calore impostato. Questa soluzione da applicare alla caldaia permette di ottenere un risparmio energetico pari al 20%.

4. Consumare meno gas limitando le dispersioni di calore

Gli infissi sono tra le principali cause della dispersione di calore. Per questo, se vuoi consumare meno gas, dovresti assicurarti di avere degli infissi che ti possano garantire un corretto isolamento termico.

Anche utilizzare strumenti isolanti come tapparelle e persiane permette di aumentare l’efficacia degli infissi e di ridurre gli sprechi. Inoltre assicurerai un corretto comfort termico ai dipendenti che vivono gli ambienti di lavoro ed ai macchinari che vi si trovano.

E’ inoltre possibile limitare la dispersione di calore anche applicando a porte e finestre delle strisce in gomma e sigillandone le fessure con il silicone. Infine, per ridurre i consumi di gas ed il costo delle bollette, ti consigliamo di installare dei fogli isolanti dietro i termosifoni per ridurre le dispersioni di calore verso l’esterno.

5. I regolatori di flusso sono un alleato prezioso

Per consumare meno gas è necessario anche focalizzarsi sulle modalità di utilizzo dell’acqua calda sanitaria. Per questo ti consigliamo sempre di installare di soffioni con regolatori di flusso dal momento che sono in grado di assicurare una migliore gestione dei consumi ottimizzando il lavoro della caldaia.

Una buona pratica inoltre è quella di aprire i rubinetti con un flusso moderato dando il tempo alla caldaia di scaldare l’acqua in maniera graduale, senza sovraccarichi che fanno consumare più gas del dovuto.

6. Manutenzione e pulizia degli impianti

Tutti i consigli su come consumare meno gas che abbiamo riportato qui sopra sono inutili se non si effettua una corretta manutenzione e pulizia degli impianti di riscaldamento.

Individuare malfunzionamenti o anomali non è solo efficace per consumare meno gas, ma anche per la sicurezza delle persone che si trovano all’interno dell’edificio in cui è installato l’impianto di riscaldamento. Solo tramite una corretta manutenzione è infatti possibile individuare perdite e malfunzionamenti ed intervenire tempestivamente.

Stesso discorso anche per la pulizia dell’impianto. Essa infatti è fondamentale per garantire una buona efficienza e durata nel tempo agli impianti, garantendo così una riduzione dei consumi ed una maggiore sicurezza per l’ambiente.

La riduzione dei consumi e il risparmio consapevole sono al centro della mission di Solar Cash s.r.l.

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Beni strumentali delle imprese: cosa sono e di quali detrazioni possono beneficiare

Beni strumentali delle imprese: cosa sono e quali detrazioni fiscali possono usufruire

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I beni strumentali delle imprese possono accedere alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica. A stabilirlo è l’Agenzia delle Entrate che, tra le altre cose stabilisce anche che la detrazione spetta agli utilizzatori dell’immobile e non a chi ne fa commercio.

Di detrazioni per la riqualificazione energetica. come abbiamo avuto più volte modo di trattare all’interno di queste pagine, ne esistono diverse. Merita però specificare che solo alcune sono rivolte in maniera specifica, quelle di cui parleremo in questo approfondimento, ai beni strumentali delle imprese.

Tuttavia, prima di analizzare a fondo la questione e quindi capire su quali immobili la tua azienda può effettuare interventi di riqualificazione energetica è necessario fare un passo indietro. Cosa sono infatti i beni strumentali delle imprese? Di quanti tipi sono? Quali sono le detrazioni per la riqualificazione energetica di cui possono usufruire?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti in questo approfondimento.

Cosa sono i beni strumentali delle imprese?

Rientrano nella definizione di beni strumentali tutti quei beni materiali ed immateriali che le imprese ed i professionisti utilizzano per svolgere la propria attività. Questi beni quindi vengono utilizzati per diverso tempo dopo il loro acquisto, per tanto è possibile registrare questi beni da un punto di vista contabile seguendo il principio dell’ammortamento. In questo modo è possibile “spalmare” in più esercizi (anni) il costo di acquisto del bene deducendo così solo la quota relativa all’anno di utilizzo.

Esistono diversi tipi di beni strumentali. Proviamo ad elencarli qui di seguito:

  • Beni mobili strumentali: possono essere classificati in questa categoria gli autoveicoli, i veicoli commerciali e industriali (es. furgoni, camion), le attrezzature e gli impianti di un’impresa produttiva, le macchine e gli arredi dell’ufficio (es. computer, smartphone, scrivanie, armadi).
  • Beni strumentali immobili: anche gli immobili (fabbricati strumentali) possono essere beni strumentali. Fanno parte di questa categoria i capannoni, i magazzini, gli uffici e i negozi sia già realizzati che da costruire.
  • Beni strumentali immateriali o immobilizzazioni immateriali. Questa categoria comprende, in particolare, i marchi, i brevetti, i diritti di utilizzo delle opere dell’ingegno come i software e gli altri diritti di proprietà intellettuale.

Il Piano di Transizione 4.0 e la legge sabatini

La legge italiana prevede ovviamente incentivi ed agevolazioni per queste categorie di beni strumentali. Agevolazioni che dovrebbero servire ad incentivarne l’acquisto e l’installazione in una logica complessiva di transizione ecologica.

Un esempio di queste agevolazioni è il Piano di Transizione 4.0 (ex Piano Industria 4.0) che riguarda i beni materiali e immateriali connessi alla trasformazione tecnologica e digitale. Fra questi beni però è possibile far rientrare anche quegli investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici un impianto fotovoltaico o uno per la climatizzazione invernale ecc. Tra le altre cose la misura prevede anche, per investimenti di questo tipo:

  1. Fruizione del credito d’imposta.
  2. Estensione della durata del credito d’imposta. In particolare, l’acquisto dei beni strumentali materiali (come il fotovoltaico) potrà generare un credito fruibile nei successivi 3 anni.
  3. Potenziamento dell’aliquota di ammortamento degli incentivi per il fotovoltaico per le aziende nel 2021. Questa passa infatti dal 6% del 2020 al 10% nel 2021 per un massimale di spesa non superiore ai 2 milioni di euro.

Un altro esempio di incentivo per l’acquisto di beni strumentali è quello previsto dalla nuova legge Sabatini. Questa norma permette alle PMI di accedere più facilmente ai finanziamenti. Le imprese possono infatti richiedere allo stato un contributo sugli interessi dei finanziamenti relativi all’acquisto di beni strumentali.

Riqualificazione energetica, detrazione per le aziende solo sui beni strumentali

Le risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate numero 303/E del 2008 e numero 340/E del 2008 hanno chiarito che i titolari di reddito d’impresa hanno diritto alle detrazioni per interventi di riqualificazione energetica solo per i fabbricati strumentali utilizzati nell’ambito dell’attività imprenditoriale. Sono invece esclusi dalla detrazione i beni merce, ovvero quei beni al cui scambio e/o produzione è connessa l’attività d’impresa.

L’Agenzia delle Entrate, inoltre, ha messo in chiaro una volta per tutte le motivazioni per cui i beni strumentali possono accedere alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica specificando che:

“La normativa fiscale in materia di riqualificazione energetica è finalizzata a promuovere il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici esistenti attraverso l’attribuzione di un beneficio che un’interpretazione sistematica consente di riferire esclusivamente agli utilizzatori degli immobili oggetto degli interventi e non anche ai soggetti che ne fanno commercio come nel caso di specie”.

La detrazione quindi non può essere fruita da chi fa commercio dell’immobile ma spetta solo agli utilizzatori finali. Il beneficio non è quindi trasferibile a chi acquista anche anche se i lavori di riqualificazione sono rientrati nella trattativa sulla compravendita.

Vuoi conoscere gli incentivi per il fotovoltaico delle aziende in vigore nel 2022? Clicca qui!

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Come è possibile per le aziende risparmiare in bolletta?

Alcuni consigli su come far risparmiare in bolletta alla tua azienda

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Se sei un imprenditore probabilmente saprai anche tu che i costi per il riscaldamento aziendale e quelli per l’energia possono rappresentare una voce di spesa davvero pesante per le imprese. Le imprese sono così costrette a destinare preziose risorse al pagamento delle loro bollette, risorse che invece potrebbero essere utilizzate per investire e per far crescere l’azienda.

Ma non solo. In un momento particolare come questo infatti le spese per il riscaldamento possono essere anche maggiori. A causa della pandemia infatti i prezzi delle materie prime come ad esempio quelli del gas stanno subendo un incredibile rialzo. Un aumento che per forza di cosa andrà a riflettersi sulle bollette, come abbiamo provato a spiegare qui.

In questo contesto, ovviamente sono molti gli imprenditori che stanno cercando dei metodi per risparmiare in bolletta e liberare così risorse utili ad affrontare la crisi che stiamo vivendo in questo momento.

Ma esistono dei metodi che puoi implementare nella tua impresa per risparmiare in bolletta? Se si, quali sono?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti.

Metodi per risparmiare in bolletta

I modi per risparmiare in bolletta per il riscaldamento aziendale ed elettrica ci sono, e non sono nemmeno pochi. La cosa che ti sorprenderà di più inoltre è che alcuni di essi sono semplici da attuare e non prevedono ingenti investimenti.

Ovviamente, ci sono due direzioni in cui vanno questi consigli. Le direzioni in questione sono:

  • Cambio delle abitudini: il primo ambito su cui è possibile agire riguarda noi stessi. Cambiando le abitudini di dipendenti e responsabili è infatti possibile ottenere un beneficio immediato in termini di risparmio. Fare attenzione ad isolare gli ambienti soggetti a riscaldamento chiudendo porte e finestre può contribuire infatti a migliorare le performance dell’impianto di riscaldamento. Ovviamente, se aumentano le performance diminuiscono i consumi e quindi le bollette ne trarranno giovamento.
  • Avvalersi delle ultime tecnologie: un’altra soluzione per ridurre i costi di riscaldamento aziendale è senza dubbio di avvalersi delle migliori e più recenti tecnologie. Ovviamente, le nuove tecnologie hanno un’efficienza migliore, quindi anche questo caso si punta ad una migliore gestione delle risorse per il riscaldamento e dell’energia elettrica.

In base alle riflessioni che abbiamo appena affrontato abbiamo riassunto alcune soluzioni che ti permetteranno di risparmiare in bolletta per il riscaldamento aziendale e delle bollette elettriche.

Motori inverter

Montare dei motori inverter all’avanguardia permette di tagliare i costi della bolletta elettrica fino al 30%. Un risparmio che in contesti aziendali, soprattutto medi e grandi, può voler dire una quantità enorme di soldi. I motori inverter sono infatti in grado di adattare in tempo reale le performance del motore alle necessità di applicazione eliminando tutti gli sprechi di energia.

Illuminazione led

Per risparmiare in bolletta, una delle prime cose da fare è sicuramente quella di sostituire le lampadine tradizionali con quelle a LED. Queste ultime infatti non solo hanno una durata maggiore, ma consentono di risparmiare un ulteriore 3-5% sulla bolletta. Altri vantaggi sono i minori costi di manutenzione e la loro capacità di conservazione del proprio flusso luminoso iniziale. E’ infatti dimostrato che anche dopo 50.000 ore di funzionamento conservano oltre l’80% del flusso luminoso iniziale.

Domotica e gestione smart

La domotica permette di avviare una gestione “smart” dell’azienda. La domotica quindi aiuta in sostanza a mantenere un’elevata efficienza degli impianti elettrici e di riscaldamento aziendale agendo sia su di essi che su altri fattori ad essi collegati.

Ad esempio, un sistema domotico in azienda potrebbe garantire la gestione combinata degli infissi, delle porte dei climatizzatori e dei deumidificatori. In questo modo non sono solo i conti aziendali a trarne beneficio ma anche le persone che frequentano lo stabile per periodi di tempo prolungati come i dipendenti.

Risparmiare in bolletta grazie alle Energie rinnovabili

Ovviamente per risparmiare in bolletta in maniera costante nel tempo, la migliore soluzione rimane l’indipendenza energetica. Indipendenza che se anche non è possibile ottenere completamente contribuisce a ridurre sensibilmente i costi delle bollette.

Utilizzare impianti alimentati da energia rinnovabile aiuta a ridurre i costi energetici, un risparmio che ovviamente varia di caso in caso a seconda dei sistemi utilizzati e dalla potenza degli stessi. In generale possiamo affermare che installare un impianto fotovoltaico permette di ridurre le spese legate all’elettricità, installare una solare termico permette di produrre acqua calda sanitaria per riscaldare gli ambienti sfruttando l’energia solare.

Inoltre, è possibile integrare fra di loro anche diversi sistemi che si basano sulle energie rinnovabili riuscendo in questo modo ad ottenere un risparmio ancora maggiore!

Riqualificazione o sostituzione dell’impianto di riscaldamento

Un’ultima soluzione per risparmiare in bolletta e è quella di riqualificare, e nei casi più estremi sostituire, l’attuale sistema di riscaldamento. Una soluzione che potrebbe anche prevedere il cambio di combustibile che hai utilizzato fino a questo momento ma non solo, potrebbe per esempio portarti a dover sostituire la tua vecchia caldaia con una nuova, magari a condensazione,

Richiedi una consulenza dei nostri esperti

Ovviamente, prima di intraprendere investimenti in questo senso, è necessario capire quali siano le tue reali necessità. Solo dopo averle comprese sarà possibile capire quale soluzione si adatta meglio alle esigenze della tua attività o impresa.

Per attuare tutti questi passaggi è quindi bene rivolgersi a degli esperti del settore che non siano solo in grado di darti una mano dal punto di vista tecnico. Esistono infatti degli importanti incentivi fiscali per la riqualificazione energetica delle imprese, incentivi che possono farti risparmiare anche il 65% del costo totale, e che solo gli esperti, come noi di Solar Cash sono in grado di farti ottenere!

Cosa aspetti a risparmiare in bolletta e ad usufruire degli incentivi fiscali?

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Detrazione 65 caldaia per le imprese: cosa e come funziona?

Detrazione 65 % caldaia per le imprese. In cosa consiste? Come si può ottenere?

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Le bollette, sia quelle per l’elettricità ma soprattutto quelle per il riscaldamento, rappresentano una grossa voce di spesa per le imprese. I contratti di fornitura dell’energia per le aziende infatti sono legate in maniera indissolubile al costo della materia prima. Pertanto se il costo di essa, ad esempio del gas, aumenta, anche il costo della bolletta sarà maggiore. Una situazione che purtroppo si verifica più spesso di quanto credi, anche in questo momento come puoi leggere qui.

Se l’impianto di climatizzazione invernale della tua attività è basato su di una vecchia caldaia non sarà molto efficiente. Dunque i costi per il riscaldamento degli ambienti di lavoro della tua impresa sanno più elevati rispetto a quelli di una con un sistema di riscaldamento più efficiente. Per risparmiare sulle bollette e mettere al riparo i bilanci della tua impresa quindi dovresti sostituire quanto meno la tua vecchia caldaia. Tuttavia per farlo dovresti sostenere un ingente investimento, un investimento che non tutte le imprese dopo la crisi generata dal covid sono in grado di sostenere.

Se stai cercando un modo ridurre l’investimento per ammodernare l’impianto di riscaldamento della azienda abbiamo una bella notizia da darti. Con la detrazione 65 % caldaia il tuo nuovo impianto di riscaldamento ti costa solo il 35%!

Ma cosa è la detrazione 65 % caldaia? Come funziona? Chi può richiederla?

Continua a leggere per scoprirlo!

Detrazione 65% caldaia: cosa è?

Tutti i contribuenti, sia privati cittadini che titolari di reddito d’impresa, che sostengono interventi di riqualificazione energetica degli edifici possono detrarre fino al 65% di questa spesa dalle loro tasse.

In particolare, le persone fisiche possono ottenere una detrazione del 65% dall’Irpef, mentre i titolari di reddito d’impresa dall’Ires. Questi ultimi però possono fruire della detrazione fiscale solo con riferimento ai fabbricati strumentali utilizzati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale.

Si tratta a tutti gli effetti di una detrazione che riguarda gli interventi di efficientamento energetico in generale più che di una vera e propria detrazione 65 caldaia. Tuttavia è pur vero che la maggior parte degli interventi di riqualificazione energetica oggetto della detrazione riguardano quelli sull’impianto di riscaldamento degli edifici. Pertanto in questa sede abbiamo ritenuto opportuno sia fornire un quadro completo della situazione con un particolare occhio alla detrazione 65 caldaia.

Quali sono gli interventi ammessi alla detrazione 65%?

Come avrai certamente avuto modo di capire la detrazione 65 caldaia si colloca in un quadro più ampio di detrazioni per la riqualificazione energetica. La sostituzione di una caldaia o di un impianto di climatizzazione invernale non è quindi l’unico intervento che potrà farti ottenere la detrazione. Abbiamo quindi ritenuto opportuno ricapitolare tutti quegli interventi che possono farti ottenere una detrazione del 65% qui di seguito:

  • interventi sull’involucro degli edifici
  • installazione di pannelli solari
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale
  • acquisto e posa in opera delle schermature solari
  • acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili
  • acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, di produzione di acqua calda, di climatizzazione delle unità abitative
  • acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione
  • acquisto e posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.

Tutte le percentuali di detrazione previste

Gli interventi sopra elencati, non solo quelli per la sostituzione dell’impianto di riscaldamento invernale, danno luogo per la maggior parte ad una detrazione fiscale del 65%. Tuttavia esistono anche dei particolari casi in cui la detrazione che si può ottenere è minore ovvero il 50%. Proviamo brevemente a ricapitolare la situazione qui di seguito per quanto riguarda gli interventi di sostituzione della caldaia elencando quindi i casi in cui è possibile ottenere la detrazione 65 caldaia e quelli in cui è possibile ottenere solo il 50%.

L’aliquota di detrazione per la sostituzione e l’installazione di una:

  • caldaia a biomassa in classe V oppure Caldaia a condensazione almeno di classe A: 50%;
  • caldaia a condensazione in classe A è del 50%;
  • caldaia a condensazione in classe A e sistemi di termoregolazione evoluti (appartenenti alle classi V, VI o VIII) è del 65%;
  • pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria o come integrazione al riscaldamento: 65%;
  • impianto di riscaldamento invernale con Pompa di calore ad alta efficienza (aria-acqua, aria-aria): 65%.

Chi può usufruire della detrazione 65 caldaia?

Tutti i contribuenti, sia residenti che non, sia titolari di reddito d’impresa che non, che possiedono, a qualsiasi titolo, l’immobile oggetto di intervento, possono accedere alla detrazione 65 caldaia.

Non importa quindi che tu sia una semplice persona fisica, che tu consegua un reddito d’impresa oppure che tu sia un ente pubblico o privato. In tutti questi casi potrai usufruire della detrazione 65 e per gli altri interventi a patto che questi siano effettuati su edifici o parti di essi esistenti. 

Non ci sono vincoli da rispettare anche da un punto di vista catastale. Ciò significa che potrai ottenere la detrazione anche nel caso in cui effettui gli interventi su di un edificio che rappresenta un bene strumentale per la tua attività d’impresa o professionale o nel caso sia un edificio rurale.

L’agevolazione inoltre non spetta solo ai proprietari degli immobili ma più in generale a quanti possiedono diritti reali/personali di godimento su di essi e che ne sostengono le relative spese.

Come funziona la detrazione fiscale?

Fino al 2019 era possibile usufruire della detrazione 65 caldaia, così come tutte le altre detrazioni fiscali, solo tramite dichiarazione dei redditi. Era possibile infatti recuperare il 65% dell’importo totale cui ammontavano i lavori di riqualificazione energetica tramite 10 rate annuali di pari importo.

Tuttavia, visti gli effetti della pandemia sull’economia Italiana, il governo ha deciso di intervenire tramite il DL Rilancio ampliando le modalità tramite cui è possibile usufruire della detrazione. In particolare, sono state introdotte due nuove modalità. La cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura. 

Per farla breve nel caso in cui tu voglia beneficiare della detrazione 65 caldaia, una volta sostenuto l’intervento come ad esempio l’installazione di una caldaia a condensazione, otterrai un credito d’imposta di pari valore. A questo punto potrai decidere di cedere questo credito d’imposta alla ditta cui hai affidato il cantiere ottenendo in cambio uno sconto in fattura di pari importo. In alternativa potrai cedere il credito ad un terzo soggetto in cambio di liquidità. Opportunità, quest’ultima che è percorribile anche dalle ditte che devono lavorare tramite lo sconto in fattura.

Detrazione 65% caldaia fino al 31 dicembre 2021! Sostituisci subito il tuo vecchio impianto di riscaldamento aziendale!

Usufruire della detrazione 65 caldaia è un ottimo modo per sostituire l’impianto di riscaldamento della tua azienda abbattendo drasticamente il costo dell’investimento! Ottenendo uno sconto in fattura del 65% infatti pagherai solamente il 35% del costo totale che avresti dovuto sostenere senza la detrazione.

Sbrigati però! Al momento infatti si tratta di una possibilità che ha una durata limitata nel corso del tempo. La legge, a meno di ulteriori proroghe, offre questa possibilità solo fino al 31 dicembre di questo anno! 

Sbrigati dunque a cogliere l’opportunità tenendo presente che al risparmio sul costo dell’investimento dovrai aggiungere anche quello sulle bollette! Con una nuova caldaia a condensazione per le imprese infatti il tuo bilancio aziendale non sarà gravato dai costi per il riscaldamento.

In alternativa ci teniamo a ribadire che esiste anche il Conto Termico 2023 come incentivo. Clicca qui per approfondire l’argomento!

Cosa aspetti quindi a sostituire la vecchia caldaia della tua impresa? 

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Detrazione fiscale 65% per le imprese: tutto quello che devi sapere

Detrazione fiscale 65 % per le imprese: cos’è e come funziona. Sostituisci la vecchia caldaia della tua azienda!

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Come oramai noto, la Legge di bilancio 2021 ha prorogato fino al 31 dicembre 2021 la detrazione fiscale 65 %. Questa detrazione al 65 % è quindi una detrazione Irpef o Ires a seconda del soggetto beneficiario, privato o imprenditore, per alcuni interventi di riqualificazione energetica. La legge di bilancio conferma inoltre il valore massimo della detrazione, 100.000 euro, per gli interventi di sostituzione degli impianti di riscaldamento esistenti. Requisito base per ottenere la detrazione fiscale 65%  è quello di effettuare interventi che portino a un risparmio di energia pari almeno al 20%.

Normalmente è possibile usufruire dell’agevolazione fiscale tramite una detrazione Irpef o Ires in 10 rate annuali di pari importo. Tuttavia, a tale modalità sono state affiancate anche due possibili alternativi dopo l’approvazione del DL Rilancio: la cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura. Sostanzialmente la detrazione può essere anche considerata come un credito d’imposta, quindi sulle tasse da pagare. Questo credito può essere ceduto all’impresa che effettua i lavori, in cambio di un uguale sconto in fattura, oppure ad un soggetto terzo ottenendo liquidità.

In alternativa alla detrazione fiscale 65 % è possibile optare per altre agevolazioni fiscali come quelle per gli interventi di recupero edilizio. Detrazioni che però possono far ottenere al massimo una detrazione del 50% anche se è prevista per gli stessi interventi della detrazione 65. Ovviamente cambiano i requisiti: in questo caso è applicabile solamente in concomitanza di interventi per la ristrutturazione di immobili, con un massimale di 96.000 euro.

Chi può usufruire della detrazione fiscale 65?

Tutti i contribuenti, sia residenti che non, sia titolari di reddito d’impresa che non, che possiedono, a qualsiasi titolo, l’immobile oggetto di intervento, possono accedere alla detrazione. Ricapitolando, possono accedere alla detrazione fiscale 65 % i seguenti soggetti:

  • Le persone fisiche (inclusi gli esercenti arti e professioni);
  • Chi consegue reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);
  • Enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

La condizione indispensabile per usufruire di questa detrazione è quella di effettuare gli interventi di sostituzione dell’impianto su unità immobiliari e su edifici o su parti di essi esistenti. Non ci sono vincoli a livello di categoria catastale, quindi possono essere sia edifici rurali che beni strumentali per attività d’impresa o professionale.

Infine merita precisare che l’agevolazione spetta non solo ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese.

Quali gli interventi che possono far ottenere le detrazioni fiscali?

Gli interventi che possono far ottenere le detrazioni che abbiamo approfondito qui sopra sono sostanzialmente due:

  • sostituzione dell’impianto di riscaldamento esistente con un nuovo impianto in pompa di calore, caldaia a condensazione (bonus caldaia), sistema ibrido o cogenerazione.
  • Installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria o come integrazione al riscaldamento

Quali sono le percentuali di detrazione riconosciute per questi interventi?

Gli ecobonus che abbiamo preso in esame in questo approfondimento danno diritto a percentuali diverse di detrazione fiscale in base agli interventi che si decidono di sostenere. In particolare

  • Installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria o come integrazione al riscaldamento: 65%;
  • Sostituzione dell’impianto di riscaldamento invernale con Pompa di calore ad alta efficienza (aria-acqua, aria-aria): 65%
  • Installazione di una caldaia a condensazione in classe A a termoregolazioni in classe V, VI o VIII: 65%
  • Sostituzione del vecchio impianto di climatizzazione con un sistema ibrido (caldaia a condensazione + pompa di calore) oppure Microcogeneratori (fino a 50 kWel): 65%
  • Installazione di una caldaia a biomassa in classe V oppure Caldaia a condensazione almeno di classe A: 50%

La detrazione fiscale del 65% include non solo i lavori, ma anche i costi del materiale, quelli di progettazione e quelli per ottenere le giuste certificazioni. Ovviamente, per ogni tipo di intervento è stata definita una quota massima detraibile. Quota massima che, nel caso siano stati realizzati più interventi di risparmio energetico agevolabili, sarà costituita dalla somma degli importi previsti per ciascuno degli interventi realizzati.

Come accedere alla detrazione fiscale 65%?

Fermo restando il requisito indispensabile di aver effettuato gli interventi su edifici o unità immobiliari esistenti per beneficiare della detrazione fiscale 65 è necessario essere in possesso dei seguenti documenti:

  • L’asseverazione da parte di un tecnico abilitato;
  • L’attestato di prestazione energetica (APE);
  • La scheda informativa relativa agli interventi realizzati, redatta secondo lo schema riportato nell’allegato E o F del decreto attuativo (D.M. 19 febbraio 2007).

Inoltre, entro il termine ultimo dei 90 gg successivi dalla fine dei lavori, questi documenti vanno trasmessi all’ENEA.

Detrazione fiscale 65%: approfittane per sostituire l’impianto di riscaldamento della tua azienda!

Usufruire della detrazione fiscale 65 è un ottimo modo per sostituire l’impianto di riscaldamento della tua azienda abbattendo drasticamente il costo dell’investimento! Ottenendo uno sconto in fattura del 65% infatti pagherai solamente il 35% del costo totale che avresti dovuto sostenere senza la detrazione.

Un risparmio notevole che potrai sommare anche a quello che otterrai in bolletta. Installando infatti una nuova caldaia a condensazione oppure un riscaldamento a pompa di calore nel tuo capannone industriale sarai in grado di abbattere i consumi risparmiando notevolmente! Un risparmio che non farà bene solo al bilancio della tua azienda ma anche al tuo portafoglio!

Noi di Solar Cash s.r.l. siamo specializzati in riqualificazioni energetiche di ogni tipo ma anche nella gestione del credito d’imposta e dello sconto in fattura. Per questo siamo in grado di offrirti tutto il nostro supporto e know-how. Quando si parla di detrazioni fiscali infatti è sempre bene rivolgersi a degli esperti del settore onde evitare di perdere il contributo, nel migliore dei casi, o di incorrere in pesanti sanzioni anche penali.

Scopri le ultime novità sulla detrazione 65 % per le imprese per il 2023 cliccando qui!

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Bonus caldaia 2021: le imprese possono usufruirne?

Cos’è il bonus caldaia 2021? Può essere fruito anche per le imprese?

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Il panorama delle agevolazioni in materia edilizia e per la riqualificazione energetica è davvero molto ampio. In particolare, con l’avanzare dell’autunno, una delle novità di maggior interesse è sicuramente quella rappresentata dal bonus caldaia.

Grazie a questo bonus, è infatti possibile ottenere una detrazione fiscale che può ammontare fino al 65% della spesa totale per interventi come la sostituzione delle vecchia caldaia a gas. Un bonus che, se sommato alla maggiore efficienza e quindi minor dispendiosità può portare a dei risparmi davvero ingenti a coloro che ne beneficeranno.

Ma cos’è di preciso il bonus caldaia 2021? Come si applica? Il bonus caldaia vale anche per le aziende?

Proviamo a fare il punto della situazione insieme ai nostri esperti in questo approfondimento.

Attenzione! Il Decreto Legge 11/2023 ha impattato sulla cessione del credito d’imposta. Clicca qui per conoscere le ultime novità.

Cos’è il Bonus caldaia?

Il Bonus caldaia fa parte degli incentivi fiscali destinati alle opere di riqualificazione energetica degli edifici, sia domestici che aziendali. Inizialmente il bonus permetteva di ottenere una detrazione fiscale sulla dichiarazione dei redditi, del 50 o del 65% a seconda dei casi, sulla spesa sostenuta per l’intervento.

A causa dei devastanti effetti della pandemia però, il governo italiano ha dovuto cambiare qualcosa introducendo altre modalità tramite cui è possibile usufruire della detrazione. Ci stiamo riferendo alla cessione del credito d’imposta ed allo sconto in fattura. Cedendo il credito d’imposta, quindi il 50 o 65% della detrazione, il beneficiario avrà diritto ad un pari sconto in fattura. Sostanzialmente sostituire una vecchia caldaia a gas con una nuova a condensazione potrebbe quindi costare solo il 35% anziché il 100%.

Scendendo più nel dettaglio, è possibile fruire di una detrazione fiscale parti al 50% quando si installa una caldaia a condensazione di classe pari almeno alla A. Una possibilità che vale sia nel caso l’intervento sia una sostituzione sia nel caso sia una nuova installazione.

L’aliquota del 65% invece può essere detratta nei seguenti casi:

  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione di classe almeno A e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti in classe V, VI o VIII;
  • installazione di sistemi cosiddetti ibridi, costituiti cioè da una combinazione integrata di caldaia a condensazione e pompa di calore.

Da precisare che l’installazione di caldaie di classe inferiore alla A non dà diritto ad agevolazioni.

Tutti i soggetti beneficiari dell’agevolazione, anche le aziende

I soggetti che possono richiedere l’agevolazione prevista dal bonus caldaia sono molteplici dal momento che possono beneficiarne i possessori di diritti reali sugli immobili oggetto di intervento, ed i soggetti che convivono con essi. Abbiamo comunque riportato una lista dei beneficiari qui di seguito:

  • locatari (anche detti affittuari, inquilini o conduttori);
  • usufruttuari;
  • titolari di diritti di abitazione o di superficie;
  • comodatari.

Ovviamente, il criterio necessario per poter accedere al beneficio è quello di aver sostenuto la spesa per le opere di efficientamento. La sostituzione della caldaia in un immobile in affitto, ad esempio, può far beneficiare della detrazione al proprietario dell’immobile o all’affittuario nel caso in cui sia lui a sostenere i lavori.

Sono inoltre ammessi al bonus caldaia anche i titolari di redditi di impresa per i lavori eseguiti sui fabbricati destinati alla loro attività. Le imprese come la tua quindi possono usufruire del bonus caldaia senza alcun tipo di problemi.

Quali sono le spese coperte dal bonus caldaia 2021?

Il bonus caldaia copre le spese sostenute per:

  • Acquisto e posa della caldaia nuova;
  • Smontaggio della caldaia da sostituire;
  • Acquisto materiali edili;
  • Opere murarie e di ristrutturazione funzionali al miglioramento energetico dell’impianto di riscaldamento;
  • Prestazioni professionali per sopralluoghi preventivi e acquisizione della certificazione energetica;
  • Requisiti oggettivi per l’applicazione del bonus caldaie.

Per beneficiare della detrazione è necessario rispettare alcuni requisitivi oggettivi relativi agli edifici oggetto di intervento. Requisiti che si vanno ad aggiungere a quelli previsti dal bonus caldaia. In particolare, è necessario che:

  • sia già presente un impianto di riscaldamento;
  • l’immobile sia già accatastato o in fase di accatastamento;
  • il pagamento di IMU e eventuali tributi sull’immobile sia in regola.

Come richiedere l’applicazione del bonus fiscale

Per richiedere l’applicazione del bonus caldaia 2021 è necessario che coloro che hanno sostenuto la spesa ottengano la perizia di un tecnico abilitato e la certificazione del produttore della caldaia installata. Una volta compiuti questi step è necessario comunicare all’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) l’importo delle spese affrontate e documentate e le caratteristiche degli impianti installati. Sarà necessario farlo entro 90 giorni dalla data di fine lavori.

Ma ottenere il bonus caldaia non è così semplice come puoi pensare. Per ottenerlo è necessario anche presentare una richiesta di detrazione all’Agenzia delle Entrate, uno step che provoca di solito non pochi disagi. La richiesta infatti deve anche includere i seguenti documenti:

  • codice fiscale e/o partita IVA del beneficiario delle detrazioni;
  • codice fiscale e/o partita IVA del beneficiario dei pagamenti effettuati;
  • causale dei versamenti erogati;
  • dati relativi alle fatture (numero e data).

Differenze tra soggetti privati ed imprenditori

I contribuenti soggetti ad Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) devono rispettare anche i seguenti vincoli sul pagamento dei lavori per ottenere il bonus caldaia. Costoro infatti potranno saldare le fatture solamente tramite bonifico bancario o postale.

Per gli imprenditori, tutti i soggetti Ires (Imposta sul Reddito delle Società), invece è più semplice. Costoro infatti dovranno utilizzare una forma di pagamento tracciabile evitando l’obbligo di ricorrere ai bonifici.

Per entrambi i soggetti vale comunque il discorso di conservare tutte le fatture e le ricevute dei pagamenti. Ciò servirà per tutelarsi da eventuali e successivi controlli ma anche per poterne allegare la copia insieme alla comunicazione ENEA della richiesta del bonus.

Bonus caldaie: quando richiederlo, quando si ottiene

Il bonus caldaia 2020 è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021. Come abbiamo già avuto modo di accennare può essere detratto direttamente dalla dichiarazione dei redditi. In alternativa è possibile usufruire della detrazione fiscale, del 50 o del 65%, tramite la cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura.

Possibilità in cui noi di Solar Cash s.r.l. siamo specializzati e per cui ti offriamo tutto il nostro supporto e know-how. Quando si parla di detrazioni fiscali infatti è sempre bene rivolgersi a degli esperti del settore onde evitare di perdere il contributo, nel migliore dei casi, o di incorrere in pesanti sanzioni anche penali.

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Stop caldaie a gas: secondo gli ecologisti dovrebbe arrivare entro il 2025

La rete di O.N.G. Coolproducts spinge per lo stop alle caldaie a gas e lo chiede entro il 2025 alla Commissione Europea

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L’Unione Europea si è da tempo mossa per quanto riguarda le tematiche ambientali e green. Un’attenzione che è culminata in un pacchetto di misure che mira a far diventare il Vecchio Continente il primo continente ad impatto zero sul clima. Misure che quindi devono per forza di cose sostenere la transizione ecologica sia delle istituzione ma anche dei privati cittadini e delle imprese. Transizione ecologica che può essere raggiunta investendo in soluzioni tecnologiche realistiche e coinvolgendo i cittadini e armonizzando gli interventi in settori fondamentali.

In quest’ottica si dovrebbe quindi anche provvedere ad uno stop caldaie a gas dal momento che risultano essere altamente inquinanti. Tuttavia, le nuove regole che la Commissione Europea sta per adottare non prevedono lo stop caldaie a gas almeno fino al 2030.

A denunciare quanto appena riportato è da tempo la coalizione di O.N.G. Coolproducts. Sempre secondo l’associazione di O.N.G. le nuove regole non solo prevedono lo stop alle caldaie a gas ma ne permettono l’installazione almeno fino al 2030.  Regole che se approvate, sarebbero in forte contrasto con l’obiettivo europeo di raggiungere entro il 2050 l’azzeramento dell’impatto climatico.

Ma davvero le caldaie a gas sono altamente inquinanti? Quali sono le richieste che avanza Coolproducts? Da cosa saranno sostituite le caldaie a gas dopo lo stop?

Abbiamo provato a ricapitolare le questioni più importanti qui di seguito.

Stop caldaie a gas: alcuni dati e le richieste di coolproducts

La rete di ONG Coolproducts motiva la sua richiesta per uno stop caldaie a gas da un attenta analisi sulla situazione dell’Europa per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento in funzione.

In particolare da questa analisi emerge come in Europa siano state installate circa 129 milioni di caldaie, di tutti i tipi. Di queste però, più della metà sono molto inefficienti dal momento che la loro classe energetica è molto bassa, inferiore a C. In sostanza quindi più della metà delle caldaie a gas genera spreco di energia e quindi contribuisce alle emissioni di CO2. Un fattore che è ancora più grave se consideriamo il fatto che gli impianti di riscaldamento in Europa sono alimentati da fonti fossili.

Accanto a questa analisi va inoltre considerato l’intervento, dello scorso maggio, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia dello scorso maggio a favore dello stop caldaie a gas. In particolare, secondo l’Agenzia, lo stop caldaie a gas dovrebbe arrivare entro il 2025 dal momento che questa data è frutto di studi che dimostrano che:

“permettere la vendita di caldaie e riscaldatori a combustibili fossili nell’Ue dopo quell’anno rischia di compromettere gli sforzi che diversi Stati membri stanno facendo per impedire nuove vendite di vecchie tecnologie di riscaldamento inquinanti”.

 

E’ dunque facilmente comprensibile il motivo per cui Coolproducts stia sostenendo in maniera così decisa lo stop caldaie a gas. In particolare la rete di O.N.G. richiede un’eliminazione graduale degli apparecchi di riscaldamento a combustibile fossile entro il 2025 attraverso le norme sull’ecodesign. Norme che la Commissione Europea dovrebbe approvare entro la fine del 2021 come più volte garantito dalla Commissione stessa.

In particolare, fra le richieste delle O.N.G. ce ne sarebbe una specifica in quanto vorrebbero far cessare l’installazione di nuove caldaie a combustibili fossili al di sotto dei 400 kW entro il 2025.

La situazione italiana

Coolproducts, citando i dati dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ha anche ricostruito un quadro completo della situazione italiana. In particolare il quadro riguarda gli impianti di riscaldamento in funzione degli edifici residenziali, commerciali e pubblici.

Da questo rapporto emerge che il settore del riscaldamento pesa per oltre il 17,7% delle emissioni di anidride carbonica totali. Ma non solo, si stima che il comparto abbia un ruolo particolarmente decisivo nell’inquinamento atmosferico (secondo i dati del 2018) in quanto è responsabile del:

  • 64% della quantità di polveri sottili PM 2,5;
  • 53% di PM10;
  • 60% di monossido di carbonio emessi.

Le soluzioni dopo lo stop caldaie a gas per il riscaldamento delle imprese

La scelta di rinunciare, tramite un deciso stop alle caldaie a gas, agli attuali sistemi di riscaldamento è da attuare nel più breve tempo possibile. Tuttavia la scelta non può essere presa a cuor leggero. E’ infatti necessario informare i privati cittadini e gli imprenditori sui metodi alternativi tramite cui riscaldare gli ambienti.

Quali sono quindi i sistemi alternativi?

Le soluzioni, a patto che si voglia comunque ricorrere ad una caldaia, sono sostanzialmente due:

  • Caldaie a condensazione. Si tratta di un sorta di evoluzione della classica caldaia in grado consumare meno energia e che garantisce un’efficienza maggiore. La differenza sta nel fatto che questa caldaia riesce ad ottenere la condensazione del vapore acqueo dei fumi di scarico riuscendo quindi a recuperare il calore del vapore. Ed è proprio grazie al recupero del calore così generato che presenta una maggiore efficienza energetica rispetto alla caldaia tradizionale. Efficienza che è anche sinonimo di una minor produzione di elementi inquinanti.
  • Caldaie a biomassa. In questo tipo di caldaie, l’energia necessaria al riscaldamento ed alla produzione di acqua calda sanitaria viene fornita dalla combustione della biomassa. Il vantaggio di questo sistema è l’enorme facilità con cui è possibile reperire i vari combustili. Spesso infatti si trovano a prezzi bassissimi permettendo quindi di ridurre drasticamente i costi della gestione della caldaia.

Accanto a queste soluzioni di facile implementazione ne esistono altre basate su diverse tecnologie come le pompe di calore o come il solare termico. Soluzioni di sicura affidabilità che però, in questa sede non ci interessa approfondire.

Gli Ecobonus per la sostituzione della caldaia

Se sei un imprenditore ti sarai reso sicuramente conto di come le bollette per il riscaldamento, impattino in maniera sempre maggiore sul bilancio della tua impresa. Specie in questo momento in cui i prezzi dell’energia e del gas naturale stanno salendo vertiginosamente (ne parliamo qui). Tanto è vero che sono molte le PMI e le micro-imprese che sono schiacciate da questi costi.

Le caldaie a condensazione per le imprese e quelle a biomassa rappresentano un’ottima soluzione per ridurre questi costi senza pesare sull’ambiente che le circonda. Il risparmio medio che si può ottenere installando una caldaia a condensazione è infatti stimato intorno al 35%, fino al 50% se viene integrata da un impianto solare termico.  Per quella a biomassa invece il risparmio dipende anche dal tipo di combustibile che deciderai di utilizzare.

Se hai dei consumi elevati quindi potresti risparmiare una cifra considerevole. Risparmio che può essere ancora più elevato grazie agli incentivi e detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica in vigore in questo momento come gli Ecobonus al 65%, il bonus Sud per le imprese, e la possibilità di optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Brucia sul tempo eventuali divieti che verranno approvati, risparmia sui costi della bolletta per il riscaldamento e fai un investimento che ti costa solo il 35%.

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Come difendere gli utili della tua impresa dall’aumento luce e gas?

Aumento luce e gas e nuova stangata in arrivo per le imprese. Scopri come difenderti dai rincari in maniera definitiva!

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Come abbiamo già avuto modo di approfondire qui siamo di fronte ad un un nuovo aumento luce e gas che darà una nuova stangata alle bollette delle imprese. In particolare, l’aumento luce e gas che si verificherà a partire dal prossimo 1 ottobre, è dovuto ad una molteplicità di cause che meritano di essere approfondite, ma anche e soprattutto dagli effetti della pandemia.

Durante il lockdown infatti, c’è stata una minor richiesta di energia e di materie prime per la sua produzione. Di conseguenza anche il loro costo è calato notevolmente, raggiungendo il minimo storico. Con la ripresa delle attività produttive però è tornata a salire anche la richiesta di energia; di conseguenza i prezzi di gas ed elettricità sono tornati a salire. L’aumento luce e gas era quindi prevedibile secondo molti esperti.

Tuttavia, il rincaro in questione è maggiore alle aspettative di molti esperti del settore.

Ma perché l’aumento dei costi di gas e luce si riflette soprattutto sulle imprese? Perché si verifica questo innalzamento delle tariffe? Come si può tutelare in maniera definitiva i bilanci aziendali da futuri aumenti luce e gas?

Abbiamo cercato di approfondire questi punti insieme ai nostri esperti riportando qui di seguito ciò che è emerso dalla loro analisi.

Perché le imprese sono maggiormente colpite dall’aumento luce e gas rispetto ai privati?

La ragione per la quale le imprese vengono colpite più duramente dall’aumento luce e gas è da ricercarsi nella tipologia di contratto per le utenze a loro dedicato.

Il contratto per le imprese per la fornitura di luce e gas infatti non prevede un prezzo fisso di acquisto delle materie prime come quello per le utenze domestiche. Il contratto riservato alle aziende prevede un prezzo di acquisto dell’elettricità o del gas che varia al variare delle tariffe stabilite da ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Quest’ultima infatti adegua le tariffe con cadenza periodica e regolare per avvicinarsi i ai costi di produzione e ai mercati internazionali.

Da ciò emerge che, se l’adeguamento di ARERA è verso l’alto, si verificherà anche un aumento luce e gas per le imprese. Ed in questo ultimo periodo, come abbiamo avuto modo di spiegare all’inizio di questo articolo, è proprio quello che si sta verificando. In particolare, rispetto al trimestre precedente gli esperti si aspettano un aumento di luce e gas del 40%, trimestre precedente che a sua volta aveva subito importanti rialzi.

Tutte le cause dell’innalzamento delle tariffe luce e gas

La pandemia ha provocato prima un abbassamento del costo delle bollette di luce e gas ed adesso sta provocando un aumento delle tariffe. Questo lo abbiamo già spiegato in maniera abbastanza approfondita all’inizio di questo articolo ed in altre pagine di questo blog. Ma la pandemia da sola è sufficiente a spiegare questo aumento luce e gas?

No, la pandemia non può essere la sola causa di questi rincari. In particolare stanno influendo decisamente anche i seguenti fattori:

  1. Taglio delle forniture di gas da parte della russa Gazprom. In particolare, dal gasdotto che passa attraverso l’Ucraina ne viene distribuita un terzo in meno;
  2. Programma di manutenzione delle centrali nucleari in Francia con conseguente riduzione della quantità di energia elettrica da “vendere” a paesi come l’Italia;
  3. Calo dell’apporto di energia prodotta da fonti rinnovabili a causa dell’obsolescenza degli impianti e del clima non troppo favorevole del 2020;

A questi tre motivi che si celano dietro il così cospicuo aumento di luce e gas ne va inoltre aggiunto un quarto, forse il più determinante: quello della speculazione. Con la ripresa dei consumi dovuta alla ripresa delle attività infatti, i grandi player del settore, non si stanno di certo perdendosi l’opportunità di specularci su. Non solo motivazioni “fisiologiche” dovute alla legge del mercato, ma anche precise volontà speculative che puntano a massimizzare i guadagni a discapito degli utenti.

Come difendere i bilanci della tua impresa dagli aumenti gas e luce una volta per tutte?

Il 2020 non è stato un anno particolarmente florido per l’economia italiana e mondiale. Sono molte le attività imprenditoriali che non ce l’hanno fatta sopravvivere, altrettante ce l’hanno fatta a malapena e versano in una condizione disperata. Se è vero che il 2021 ha registrato un netto aumento dei consumi è altrettanto vero che i maggiori introiti di questo anno dovrebbero servire a coprire le perdite precedenti.

Una considerazione che avranno fatto in molti ma che purtroppo rischia di rimanere solamente un sogno a causa dell’aumento luce e gas. Inutile riuscire ad avere utili maggiori rispetto all’anno precedente, se poi questi utili devono essere utilizzati per pagare le bollette energetiche. Ma allora come è possibile difendersi dagli aumenti luce e gas?

La soluzione è solo una: quella di puntare fortemente sulle energie rinnovabili. E’ solo tramite un’ampia transizione ecologica che i bilanci della tua impresa non saranno minacciati da eventuali rincari delle materie prime che portano ad aumenti consistenti di luce e gas. Con il fotovoltaico e batterie di accumulo infatti potrai produrre da solo l’energia che consumi, tramite il solare termico oppure una nuova caldaia a condensazione invece è possibile ridurre drasticamente le spese per il riscaldamento.

Certo, le soluzioni di cui abbiamo parlato richiedono un investimento non indifferente ma oggi, grazie agli ecobonus e gli altri incentivi, puoi risparmiare dal 50 al 65% del costo totale! 

Cosa aspetti a mettere in salvo i tuoi utili dall’aumento di gas e luce?

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Riqualificazione energetica imprese 2021: il punto della situazione

Tutto quello che c’è da sapere sulla riqualificazione energetica imprese nel 2021: cosa è, come funziona, gli interventi per cui si può richiedere, ed i beneficiari

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Lo stato italiano ha da tempo introdotto misure per favorire gli interventi di riqualificazione energetica imprese che si vanno ad aggiungere a quelle in vigore per gli edifici ad uso residenziale. L’efficientamento energetico degli edifici è infatti uno dei maggiori obiettivi che l’Italia deve raggiungere per rispettare non solo gli accordi internazionali ed europei, ma anche per rilanciare l’economia italiana. Un’ economia che grazie alle energie rinnovabili può diventare ancor più competitiva dal momento che è proprio grazie ad esse che si potrebbero liberare le aziende di costi sempre più insostenibili.

Ma quali sono queste detrazioni per la riqualificazione energetica delle imprese?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione sulle misure di sostegno agli interventi per la riqualificazione energetica imprese insieme ai nostri esperti qui di seguito.

Cosa è l’agevolazione per la riqualificazione energetica imprese?

L’agevolazione per la riqualificazione energetica imprese è sostanzialmente una detrazione dall’Irpef o dall’Ires. Si può ottenere la detrazione per la riqualificazione energetica imprese quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti.

Possiamo quindi fare un elenco generico dei principali obiettivi per cui vengono effettuati questi interventi per i quali viene riconosciuta la detrazione:

  • riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento;
  • miglioramento dell’isolamento termico dell’edificio (coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi);
  • l’installazione di pannelli solari (puoi cliccare qui per approfondire questo argomento);
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Vengono anche riconosciuti come ammissibili alla detrazione per la riqualificazione energetica imprese i seguenti tipi di intervento riguardanti l’acquisto e posa in opera di:

  • schermature solari;
  • impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
  • dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda o climatizzazione delle unità abitative;
  • micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti;
  • generatori d’aria calda a condensazione;
  • la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con apparecchi ibridi costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione.

Come funzionano le detrazioni per la riqualificazione energetica imprese?

Le detrazioni per la riqualificazione energetica delle imprese vengono di norma restituite nei successi 10 anni alla realizzazione dei lavori in rate di uguale importo. L’ammontare dell’agevolazione varia a seconda del tipo di interventi che vengono effettuati, esistono infatti due differenti aliquote di detrazione una al 50% ed una al 65%. Entrambe però possono essere richieste per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021.

La detrazione del 50% o Ecobonus 50% spetta per le seguenti spese:

  • acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi e di schermature solari;
  • installazione di un impianto fotovoltaico e/o batterie di accumulo dell’energia;
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto (dal 2018 gli impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza inferiore alla classe A sono esclusi dall’agevolazione).

Quella al 65% spetta invece per:

  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto che sono anche dotati di sistemi di termoregolazione evoluti:
  • acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale e/o estiva con pompa di calore;
  • acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.

E’ possibile usufruire dell’opzione per la cessione del credito o sconto in fattura?

Secondo quanto riportato dall’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020 (c.d. Decreto Rilancio) i soggetti beneficiari del bonus riqualificazione energetica impresa, al posto della detrazione in dichiarazione dei redditi possono optare, alternativamente per le seguenti modalità:

  • sconto in fattura: ovvero un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto pari al massimo al corrispettivo stesso. Si tratta di fatto di un contributo anticipato dai fornitori ovvero le imprese che effettuano i suddetti lavori. Questi recupereranno lo sconto effettuato al committente sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante. Potranno poi cedere questo credito a soggetti terzi.
  • cessione del credito d’imposta: i beneficiari della detrazione per la riqualificazione energetica imprese possono ricevere un credito d’imposta di pari ammontare alla detrazione da cedere successivamente a terzi soggetti compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

Chi può beneficiare delle detrazioni per l’efficientamento energetico delle imprese?

Possono usufruire della detrazione per la riqualificazione energetica imprese, tutti i contribuenti residenti e non residenti nell’edificio oggetto dei lavori, anche nel caso in cui siano titolari di reddito d’impresa. L’importante è che possiedano, a qualsiasi titolo, l’immobile che sarà oggetto degli interventi. 

Sono ammessi all’agevolazione quindi i seguenti soggetti:

  • le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni;
  • i contribuenti titolari di reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali):
  • le associazioni tra professionisti;
  • gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

Possono inoltre accedere alla detrazione, a patto che sostengano le spese per la realizzazione degli interventi di riqualificazione energetica imprese anche non effettuati su immobili strumentali all’attività d’impresa:

  • il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado) e il componente dell’unione civile
  • il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato.

A questo proposito puoi leggere il nostro approfondimento sulle agevolazioni per gli immobili appartenenti alle imprese cliccando qui!

La documentazione necessaria

Per richiedere l’agevolazione che da diritto alla detrazione per la riqualificazione energetica imprese è necessario produrre un’enorme serie di documenti:

  • asseverazione di un tecnico abilitato o dichiarazione resa dal direttore dei lavori. Questa deve servire a dimostrare che l’intervento realizzato è conforme ai requisiti tecnici richiesti;
  • l’attestato di prestazione energetica (APE), finalizzato ad acquisire i dati relativi all’efficienza energetica dell’edificio. Tale certificazione è prodotta dopo l’esecuzione degli interventi.
  • acquisto e installazione di dispositivi multimediali.
  • la scheda informativa relativa agli interventi realizzati.

A questo proposito è doveroso specificare che l’APE non è richiesto per i seguenti interventi:

  • sostituzione di finestre comprensive di infissi in singole unità immobiliari e l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione
  • acquisto e posa in opera delle schermature solari
  • installazione di impianti di climatizzazione dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, se le detrazioni sono richieste per la
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (comma 347 della legge 296/2006)

Ulteriori precisazioni su bonfici e scadenze

Per ottenere la detrazione per la riqualificazione energetica degli edifici di un impresa è anche necessario prestare particolare attenzione alle modalità con cui vengono effettuati i bonifici bancari e postali di pagamento. Nel modello di versamento con bonifico bancario o postale devono infatti essere indicati la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale è stato eseguito il bonifico (ditta o professionista che ha effettuato i lavori).

Infine è necessario trasmettere all’Enea, tramite modalità telematiche, la scheda informativa degli interventi realizzazioni e le informazioni contenute nell’APE. E’ obbligatorio farlo entro 90 giorni dal termine dei lavori, pena la perdita della detrazione.

Affidati a degli esperti per ottenere le detrazioni per la riqualificazione energetica imprese

Ottenere gli incentivi previsti per la riqualificazione energetica delle imprese è abbastanza complicato. Sapersi districare fra i meandri della normativa italiana è infatti tutt’altro che semplice visto e considerato che è spesso oggetto di modifiche e revisioni.

Affidarsi ad aziende con personale specializzato nella gestione burocratica ma anche progettuale e pratica è forse l’unica soluzione possibile se vuoi ottenere gli incentivi senza incorrere in brutte sorprese!

Solar Cash si pone l’obiettivo di diventare un forte punto di riferimento per tutte quelle persone fisiche e quelle società, aziende, PMI e operatori nel terziario che desiderano investire nelle energie rinnovabili. Possiamo infatti affermare di essere in grado di aiutarti a realizzare i tuoi sogni e a sostenere un nuovo approccio produttivo eco-sostenibile.

Per avere maggiori informazioni basta richiedere informazioni compilando il pratico form qui accanto. Un nostro collaboratore ti contatterà in tempi brevi per proporti un progetto di riqualificazione energetica della tua azienda. Cosa aspetti?
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