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Immobili imprese: il punto sulle detrazioni disponibili secondo l’AdE

Gli immobili imprese, ovvero quelli di tipo strumentale, merce o patrimonio possono accedere a delle detrazioni fiscale per la loro riqualificazione energetica?

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Hai un impresa che possiede immobili da riqualificare dal punto di vista energetico? Hai un’impresa i cui costi energetici sono diventati praticamente insostenibili e non sai come fare?

Allora sei nel posto giusto visto che stiamo per darti una bellissima notizia. Esistono infatti degli ecobonus per gli immobili imprese, siano essi strumentali, merce e patrimonio posseduti dalle grandi imprese e PMI. In particolare si tratta di una detrazione fiscale che può essere del 50 o del 65% se, in questi immobili, le imprese effettuano interventi di efficientamento energetico.

Non solo abitazioni residenziali quindi, anche per le imprese esiste la possibilità di riqualificare i propri immobili sfruttando importanti strumenti di sostegno economico per realizzare gli interventi. Fra questi strumenti rientrano senza dubbio le misure di sostegno che sono state prorogata per tutto il 2021 con l’approvazione dall’ultima Legge di Bilancio e l’introduzione del cosiddetto PNT 4.0. La misura è infatti rivolta agli immobili posseduti o detenuti dalle imprese, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso. Gli immobili imprese che possono beneficiare della detrazione possono essere quindi di tipo strumentale, merce, o patrimonio.

L’Ecobonus per gli immobili imprese in questione di fatto copre un vuoto lasciato dal Superbonus 110%. Contrariamente a quanto auspicato da molti infatti, il Superbonus è una misura riservata prettamente agli edifici di tipo residenziale ed ai condomini, seppur con qualche eccezione come queste qui.

Ma chi stabilisce che gli immobili delle imprese possono beneficiare delle detrazioni fiscali? Cosa ha stabilito di preciso l’Agenzia delle Entrate?

Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti che hanno fatto il punto della situazione in questo approfondimento.

La Risoluzione 34/2020 dell’Agenzia delle Entrate

La Risoluzione 34/2020 dell’Agenzia delle Entrate pervenuta lo scorso giugno sembra aver definitivamente chiarito la questione riguardante il fatto che gli edifici appartenenti alle imprese potessero o meno accedere all’ecobonus.

Esaminando il documento emerge chiaramente che, possono accedere alla detrazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica tutti i contribuenti che conseguono un reddito d’impresa. Non ci sono limitazioni di sorta sul tipo di soggetto, pertanto possono accedere alle detrazioni per la riqualificazione degli immobili delle imprese tutte le persone fisiche, titolari e non di reddito di impresa, ma anche società di persone e di capitali.

Ovviamente, per accedere alla detrazione, devono essere comunque rispettate le altre condizioni previste per l’agevolazione come ad esempio quella che prevede che l’edificio da riqualificare sia esistente.

Ma il chiarimento più importante riguarda la possibilità di beneficiare dell’ ecobonus 65 a tutti i titolari di reddito d’impresa che effettuano interventi su immobili da essi posseduti o detenuti, a prescindere dalla qualificazione degli stessi immobili.

Quali immobili possono rientrare nell’ecobonus immobili strumentali?

Secondo quanto specificato dall’Agenzia delle Entrate quindi, possono accedere alla detrazione per gli immobili imprese i seguenti tipi di edifici:

  • Strumentali: ovvero tutti quei fabbricati che hanno come unico impiego quello di essere “direttamente utilizzati” nell’espletamento di attività tipicamente imprenditoriali;
  • Merce: tutti i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita. Sono compresi anche gli immobili riqualificati e venduti;
  • Patrimonio: tutti quegli immobili che non sono di nè di tipo strumentale ne di tipo merce, ma costituiscono  a tutti gli effetti una forma di investimento per l’impresa.

Per spiegare quanto riportato poco più sopra, l’Agenzia del Fisco Italiano ha preso come riferimento il contenuto di alcune sentenze precedenti della Corte di Cassazione. In particolare, è la stessa Corte ad osservare che lo scopo finale della normativa:

“consiste nell’intento d’incentivare gli interventi di miglioramento energetico dell’intero patrimonio immobiliare nazionale, in funzione della tutela dell’interesse pubblico ad un generalizzato risparmio energetico”.

Infine la Cassazione stabilisce che gli stessi principi e regole enunciati qui sopra sono da applicarsi anche per gli interventi agevolabili con il Sismabonus.

Gli altri ecobonus per gli immobile appartenti ad imprese

In tema di ecobonus 2021 in vigore per le imprese vale la pena fare anche una precisazione sul Bonus Ristrutturazioni, meglio conosciuto come bonus Casa.

La detrazione che si otterrebbe in questo caso è rivolta solamente ai soggetti IRPEF. Questo significa che possono pertanto beneficiarne sia le persone fisiche che le microimprese (SS, SNC, SAS), per quanto riguarda gli immobili ad uso residenziale e gli immobili che ricadono comunque in ambito privatistico. In sostanza quindi per tutti quegli immobili che non rientrano fra i beni strumentali o merce.

Inoltre le agevolazioni relative al Bonus Ristrutturazioni non sono applicabili alle società soggette a tassazione IRES (SRL, SRLS, SPA) a prescindere dalla tipologia di immobili.

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A questo punto sei consapevole del fatto che interventi di riqualificazione su immobili imprese possono beneficiare di alcune detrazioni fiscali davvero vantaggiose. Cosa aspetti quindi a cercare di ottenerle?

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Riscaldamento capannoni industriali: quali sono le migliori soluzioni?

Alla scoperta delle migliori soluzioni e sistemi per il riscaldamento capannoni industriali

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Il riscaldamento dei capannoni industriali, come ben saprai, è molto diverso da quello di piccoli uffici o comunque di contesti domestici come del resto abbiamo avuto modo di approfondire anche qui. I capannoni industriali infatti sono spesso caratterizzati da ampie altezze e volumetrie e, al tempo stesso sono scarsamente isolati dal punto di vista termico. Per questo motivo è evidente come il riscaldamento industriale che utilizzerai per i capannoni della tua attività debba essere tarato specificatamente per gli edifici in cui verrà installato.

Risulta inoltre evidente il fatto che, proprio per le loro dimensioni e condizioni di scarso isolamento, riscaldare i capannoni industriali rappresenta una grossa voce di spesa per le imprese. Un magazzino di un’impresa del settore logistico ad esempio, a causa delle sue volumetrie estese e del fatto che spesso i suoi infissi rimangono aperti per favorire lo scarico ed il carico delle merci, ha dei costi di riscaldamento davvero ingenti.

Se l’obiettivo primario è quello di garantire il comfort termico a lavoratori ed eventualmente anche alle apparecchiature spendendo il meno possibile dobbiamo renderci conto che esistono diverse tecnologie per farlo. Ovviamente la soluzione di riscaldamento industriale più efficace non è unica per tutti i capannoni, ma andrà valutata caso per caso a partire dai consumi energetici aziendali (elettrici e termici). Insomma è necessario effettuare una sorta di Diagnosi Energetica in modo da capire anche se esiste la possibilità di sfruttare energia autoprodotta o calore residuo di processo.

Ma quali sono le migliori soluzioni per il riscaldamento di capannoni industriali? 

Lo abbiamo chiesto ai nostri tecnici esperti ed insieme a loro abbiamo cercato di fare il punto della situazione dei riscaldamento industriali. Continua a leggere per scoprire di più!

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Cosa considerare quando si deve installare un sistema di riscaldamento per capannoni industriali?

Prima del nostro approfondimento sulle migliori soluzioni e sistemi per il riscaldamento di capannoni industriali riteniamo sia opportuno fare un passo indietro e capire bene quali sono i fattori da tenere in considerazione per sceglierli. In particolare a nostro avviso è necessario considerare:

  • Volumetria e altezza del fabbricato. Ovviamente più questi valori sono grandi più difficile sarà riscaldare l’ambiente in modo adeguato. Se consideriamo infatti che l’aria calda tende a muoversi verso l’alto, può esserci una differenza di temperatura notevole tra l’alto ed il basso del capannone industriale. Altrettanto ovviamente, più grandi sono questi valori più energia servirà per riscaldare l’ambiente.
  • Involucro edilizio. Un capannone industriale difficilmente è isolato termicamente in maniera efficiente; una condizione che spesso causa un’ingente dispersione termica e che pertanto fa lievitare i consumi.
  • Zone da riscaldare. Individuare aree che necessitano di riscaldamento ed aree che non ne hanno bisogno può portare ad un risparmio energetico davvero notevole.
  • Ore di riscaldamento giornaliere. E’ necessario considerare il periodo di occupazione del capannone per capire quale sistema di riscaldamento è più efficiente in relazione alle ore utili.

Riscaldamento capannoni industriali: le migliori soluzioni

Le tecnologie su cui si basano i sistemi per il riscaldamento capannoni industriali sono diverse. Esistono infatti impianti per la produzione di acqua calda, surriscaldata, vapore ed energia elettrica che si differenziano tra loro in base alle esigenze di ogni specifica applicazione e alla strategia di approvvigionamento.

In commercio esistono caldaie in grado di generare una grande potenza a gas naturale, a gasolio ed biomassa. Ma esistono anche impianti che sfruttano la tecnologia delle pompe di calore, che magari riescono sia a riscaldare che a raffrescare gli ambienti sui quali sono installate. Abbiamo riassunto le principali soluzioni qui di seguito.

Impianti a gas naturale

Gli impianti a gas naturale, così come quelli a gasolio, continueranno, almeno nel breve periodo, ad essere una tra le soluzioni più scelte.

Sostituire il proprio impianto di riscaldamento è infatti una soluzione molto onerosa, per questo si opta per una riqualificazione dell’impianto invece che per una completa sostituzione. In quest’ottica può essere utile considerare soluzioni di “fuel switching”: cambiando combustibile infatti si possono riuscire a ridurre i costi del 25%.

Impianti di riscaldamento capannoni industriali a biomassa

In altri casi, imprese ed aziende municipalizzate, troveranno più conveniente sostituire i propri impianti a energia fossile con nuovi sistemi a biomassa. Ciò in virtù del fatto dell’ingente risparmio economico che possono ottenere, che andrà ad impattare in maniera evidente sul tempo di rientro dell’investimento.

Un altro fattore per cui si piò decidere di passare a questa “alimentazione” è inoltre la riduzione notevole di emissioni di CO₂. Specifichiamo che per biomassa intendiamo impianti per la combustione di trucioli di legno, scarti della lavorazione del legno, pellet e cippato.

Cogeneranzione

La cogenerazione rappresenta una filosofia di generazione di calore sempre più utilizzata anche in altri contesti come quelli relativi a strutture ricettive, residence, unità abitative, piscine e centri commerciali. Ma cos’è la cogenerazione? È la produzione di energia termica ed energia elettrica all’interno di un unico dispositivo. Addirittura, in alcuni casi, è possibile anche produrre energia frigorifera rendendo fattibile un impianto di trigenerazione.

Alcuni cogeneratori inoltre utilizzano la tecnologia della condensazione. In questo modo riescono a recuperare il calore latente dei fumi e riescono a raggiungere un rendimento davvero elevato. In sostanza si tratta di un sistema che recupera il calore del vapore acqueo contenuto nei gas di scarico, energia che viene assorbita dall’acqua di ritorno dell’impianto.

Il vantaggio di un sistema di cogenerazione è il fatto si tratta di un sistema compatto e dimensioni ridotte composto da un motore, un generatore, un sistema di recupero del calore, un mantello insonorizzato e la regolazione. Infine si tratta di un sistema di facile installazione.

Riscaldamento capannoni industriali a pompa di calore

Un’altra tecnologia che si può utilizzare nel riscaldamenti industriali è quella delle pompe di calore ovvero di dispositivi in grado di trasferire in modo efficiente energia da una sorgente all’altra.

Le pompe di calore sono particolarmente convenienti per le loro dimensioni particolarmente ridotte, per la bassa rumorosità ma anche per il basso impatto ambientale.

Riscaldamento capannoni industriali: i migliori sistemi

Ad ognuna delle soluzioni sopra elencate corrisponde in genere un sistema di riscaldamento industriale che più si adatta alle caratteristiche della tecnologia impiegata. Abbiamo cercato di riassumere insieme ai nostri esperti i migliori sistemi di riscaldamento dei capannoni industriali.

Riscaldamento a pavimento

Il riscaldamento a pavimento è un sistema di distribuzione del calore che sfrutta serpentine posizionate al di sotto del pavimento della superficie da riscaldare. All’interno di queste serpentine quali scorre un fluido termovettore riscaldato da una centrale termica basata su caldaie a condensazione, pompe di calore o altre tecnologie come la cogenerazione. A questo proposito, per comprendere meglio i vantaggi del riscaldamento a pavimento con pompa di calore ti consigliamo di leggere questo nostro approfondimento cliccando qui.

I capannoni industriali sono scarsamente isolati dal punto di vista termico oltre ad essere molto alti, per questo il riscaldamento a pavimento è un sistema che permette di mantenere in maniera efficace il calore nella parte bassa dell’ambiente.

Tubi microforati

Questo sistema di riscaldamento industriale sfrutta canali microforati per la fuoriuscita dell’aria calda. Questi canali o tubazioni sono sistemati solitamente nella parte alta del capannone e consentono quindi una distribuzione del calore omogenea. Solitamente questo sistema è collegato ad una centrale termica che sfrutta la tecnologia di caldaie, pompe di calore ecc. oltre ad una unità di trattamento dell’Aria.

Questa soluzione di riscaldamento capannoni industriali merita di essere valutata attentamente se la si deve applicare a capannoni aperti o molto alti. Infatti, a causa della concentrazione dell’aria calda nella parte superiore del capannone potrebbe provocare delle differenze di temperatura molto alte tra la parte superiore e quella inferiore dell’edificio. Un problema che però può essere facilmente ovviato con dei de-stratificatori.

Generatori d’aria calda da parete

Si tratta di sistemi di riscaldamento capannoni industriali “puntuali” e semplici. Sono infatti composte solamente da una ventola e da un bruciatore: la ventola non fa altro che diffondere l’aria scaldata dal bruciatore.

Si tratta di una soluzione tanto semplice quanto poco efficiente, soprattutto nel caso di capannoni molto alti e non bene isolati. La dispersione del calore del capannone, in questi casi, sarebbe maggiore al calore in grado di generare questi dispositivi.

Soluzioni a irraggiamento

Questi sistemi funzionano tramite energia elettrica e sono basati su raggi infrarossi che riscaldano solamente alcune zone individuate in precedenza. Solitamente si applicano solamente sulle operative dove sostano i dipendenti, oppure dove si trovano dei particolari macchinari che hanno bisogno di una certa temperatura per funzionare.

Sono in grado di direzionare il calore in modo efficace non provocando movimenti d’aria. Pertanto quindi garantiscono una minore dispersione termica. Tuttavia il loro maggior difetto è quello di non produrre una distribuzione omogena del calore nell’ambiente.

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Riscaldamento a pavimento con pompa di calore su capannoni industriali

Il riscaldamento a pavimento con pompa di calore sui capannoni industriali: tutto quello che devi sapere

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La pompa di calore sta diventando sempre di più la principale alternativa ai classici sistemi di riscaldamento e raffrescamento.

D’altronde, come abbiamo già avuto modo di affrontare fra queste pagine, le pdc presentano diversi ed innegabili vantaggi. Fra gli altri c’è il fatto che sfrutta una tecnologia in grado di sfruttare il calore presente naturalmente nell’aria, acqua o terreno. Si tratta quindi di un sistema che sfrutta energia rinnovabile e che pertanto è ecologico e sostenibile. 

A prescindere dalla tipologia di pompa di calore che si utilizza possiamo comunque affermare che il loro rendimento è cruciale. D’altronde, con uno strumento di questo tipo, avere un basso rendimento significa andare incontro a bollette energetiche più alte. Se consideriamo la spesa di una azienda che deve riscaldare i capannoni nei quali si concentra la sua attività produttiva è facile capire come questa spesa sia tutt’altro che irrisoria.

Se volete essere sicuri, anche magari a fronte di un investimento iniziale più alto che verrebbe comunque ripagato nel tempo, di non rinunciare all’efficienza del riscaldamento c’è solo una soluzione possibile. Quella di integrare un impianto di riscaldamento a pavimento con pompa di calore. E’ in questo modo che è possibile raggiungere il massimo risparmio nelle bollette che la tua azienda dovrebbe pagare. Inoltre, in questo caso è anche possibile sfruttare alcuni incentivi fiscali di cui parliamo meglio qui.

Ma perché un impianto di riscaldamento a pavimento con pompa di calore è conveniente da un punto di vista economico?

Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti che provano a risponderci in maniera sintetica in questo approfondimento.

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Il Coefficiente di prestazione di una pompa di calore

Per spiegare come mai conviene installare un impianto di riscaldamento a pavimento con pompa di calore nella tua impresa è necessario fare un passo indietro e spiegare alcuni concetti fondamentali.

Innanzitutto è necessario specificare che il riscaldamento a pavimento con pompa di calore presuppone l’installazione di una PDC aria-acqua. Il riscaldamento a pavimento consiste infatti in una serie di tubi posizionati proprio al di sotto del pavimento, all’interno dei quali scorrerà l’acqua riscaldata dalla pdc. Sarà proprio quest’acqua a riscaldare l’ambiente di lavoro in cui si trovano operai e macchinari. Il sistema infatti è in grado di trasferire il calore dell’aria esterna all’acqua che circola nell’impianto.

La scelta della giusta pompa di calore è quindi fondamentale per ridurre al massimo le spese per il riscaldamento degli ambienti della tua azienda. Ma come si fa a sceglierla in maniera efficiente?

Quando si deve scegliere una pompa di calore per un impianto di riscaldamento a pavimento è necessario prestare attenzione al Cop (Coefficient of performance) ovvero il rapporto tra la potenza termica prodotta (kW) e la potenza elettrica consumata (kW).. Il Cop fa generalmente riferimento ad una temperatura esterna superiore ai 7°C e non superiore ai 20 °C.

Come funziona una pompa di calore?

Le pompe di calore possono essere utilizzati per tre scopi:

  • riscaldare un ambiente, in questo caso il capannone o gli uffici della tua impresa;
  • raffrescare un ambiente, nel caso in cui si opti per una PDC reversibile;
  • produrre acqua calda, sia per uso sanitario che per essere utilizzata nell’attività produttiva della tua impresa.

Durante il suo funzionamento tuttavia, la PDC ha bisogno anche di un apporto di energia elettrica. Apporto che può essere quasi totalmente ridotto qualora la PDC collegata al tuo impianto di riscaldamento venga alimentata da un impianto fotovoltaico.

All’interno delle pdc infatti è presente un circuito che contiene un fluido refrigerante. E’ questa sostanza che, circolando all’interno del circuito, attraversa gli scambiatori di calore che, riscaldandosi o raffreddandosi, influenzeranno la temperatura del liquido refrigerante. Questo liquido, passerà in seguito attraverso un compressore che farà in modo di far circolare il liquido attraverso l’impianto di distribuzione, influenzando quindi la temperatura dell’ambiente.

Il ciclo delle 4 fasi della p.d.c.

Se il refrigerante trasporta energia dall’interno all’esterno, la p.d.c cattura il calore all’esterno per poi passarlo all’interno. Possiamo quindi affermare che la tecnologia alla base di una pompa di calore è inversa rispetto a quella utilizzata per la refrigerazione.

Il suo funzionamento è quindi articolato in 4 fasi distinte:

  • Evaporazione: assorbendo l’energia dall’ambiente che lo circonda, il fluido refrigerante passa allo stato gassoso.
  • Compressione: Il gas formatosi precedentemente viene quindi compresso in uno spazio limitato in modo che aumenti la pressione
  • Liquefazione: Come conseguenza del passaggio precedente il fluido refrigerante passa di nuovo allo stato liquido. La pressione infatti fa sì che il gas più caldo salga verso l’alto liberando la sua energia e trasmettendola all’impianto di riscaldamento a pavimento con pompa di calore.
  • Rilascio: La pressione del gas viene ridotta tramite una valvola di espansione. L’elemento refrigerante assorbe nuovamente il calore dall’ambiente circostante e riparte il processo.

riscaldamento a pavimento con pompe di calore

Il riscaldamento a pavimento con pompe di calore è particolarmente efficiente. Il suo funzionamento avviene infatti tramite acqua la cui temperatura è compresa tra i 25 ed i 40 gradi. Temperature che la pompa di calore riesce a far raggiungere all’acqua con un efficienza maggiore di almeno il 25% rispetto agli altri sistemi. Efficienza che può essere applicata anche nel caso in cui si utilizzi questo sistema per il raffrescamento degli ambienti.

Anche in termini di sicurezza le pdc sono sicuramente migliori rispetto alle caldaie tradizionali. Le pdc infatti non devono essere sottoposte alle analisi di combustione e non necessitano di allacci alla rete del gas o a serbatoi contenenti sostanze potenzialmente nocive o pericolose.

Proprio per questi motivi sono in molti gli imprenditori come te ad aver sostituito il vecchio impianto di riscaldamento con un riscaldamento a pavimento con pompa di calore. Non solo hanno deciso di aumentare la sicurezza all’interno degli ambienti di lavoro, ma hanno anche deciso di ottenere vantaggi economici non indifferenti risparmiando notevolmente sulle bollette. Il tutto garantendo un comfort termico alle persone che lavorano all’interno della propria impresa ed ai macchinari più sensibili.

I vantaggi del riscaldamento a pavimento con le pompe di calore

Solitamente, il motivo per cui si sceglie di installare il riscaldamento a pavimento con le pompe di calore è il notevole risparmio in bolletta che si può ottenere.

Tuttavia, optando per questo tipo di riscaldamento, si riducono notevolmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera che, per un’azienda, significa avere una produzione più sostenibile. Un fattore che indubbiamente può avere anche il suo ritorno in termini di immagine.

Giunti a questo punto però ci sentiamo di dover essere un po’ più precisi. A quanto ammonta il risparmio che si può ottenere grazie alle pompe di calore per la produzione di acqua calda sanitaria e per il riscaldamento?

Per quanto riguarda la produzione di acqua calda sanitaria, rispetto ai classici scaldabagni elettrici, con alle pompe di calore si può risparmiare fino al 70%!

Il raffrescamento ed il riscaldamento a pavimento con pompa di calore, invece garantiscono una riduzione delle bollette di almeno il 40-70% rispetto ai sistemi tradizionali.

Un bel risparmio quindi per la tua azienda. Un risparmio che magari puoi utilizzare per investire e far crescere la tua impresa.

Se anche tu vuoi accedere a queste opportunità ti consigliamo di compilare il form che trovi in questa pagina con i tuoi dati per essere ricontattato da un nostro consulente!

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Fotovoltaico e pompa di calore: un binomio vincente per la tua azienda

Come funziona l’integrazione tra fotovoltaico e pompa di calore? Quali sono i vantaggi che ne potrebbe ricavare la tua azienda?

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Le pompe di calore stanno riscuotendo sempre più successo vista la loro capacità di riscaldare o raffreddare gli ambienti chiusi degli edifici aziendali in cui vengono installate. Ma non solo per questo motivo: con le pompe di calore è infatti possibile anche produrre acqua calda, il che non è male per tutte quelle imprese che devono impiegare acqua calda per la loro attività produttiva.

Le varie tipologie di pompe di calore (aria/acqua, terra/acqua, acqua/acqua), hanno l’incredibile vantaggio di sfruttare il calore naturalmente presente nell’aria, nell’acqua o nel sottosuolo. Avvalendosi di questa fonte di energia gratuita e pressoché illimitata, sono in grado quindi di abbattere di molto i costi delle bollette energetiche. Inoltre, non bruciando combustibili fossili, proteggono l’ambiente evitando inutili emissioni di CO2 in atmosfera.

Un’attenzione all’ambiente che, vista la crescente esigenza di investire sul risparmio energetico, è sempre più spesso premiata da incentivi statali come gli Ecobonus per aziende oppure quelli dedicati appositamente alla pompe di calore.

Tuttavia, le pompe di calore, per funzionare hanno bisogno di energia elettrica e nemmeno in quantità trascurabili, specie se parliamo di impianti industriali. Come fare per limitare dunque questi consumi dopo aver abbattuto quelli relativi al gas?

Semplice: integrando fotovoltaico e pompa di calore.

Ma quali sono i veri motivi per cui conviene abbinare un impianto fotovoltaico ad una pompa di calore? Quali vantaggi se ne potrebbero ricavare in ambito aziendale?

Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti ed abbiamo raccolto le loro opinioni in questo approfondimento.

Fotovoltaico e pompa di calore

La progettazione di un impianto che integri fotovoltaico e pompa di calore è fondamentale per soddisfare le esigenze di abbattimento dei costi energetici degli imprenditori. Costoro infatti ricercano sempre più di trasformare le proprie imprese, e quindi anche gli edifici che le compongono, in edifici sempre più autonomi dal punto di vista energetico. L’ideale sarebbe quello di essere totalmente indipendenti dalle reti di approvvigionamento e grazie a questo sistema è possibile un buon grado di indipendenza.

Tuttavia, progettare un impianto di questo tipo che integri fotovoltaico e pompa di calore non è affatto semplice. Sono infatti necessarie delle competenza trasversali in quanto è necessario conoscere sia la tecnologia fotovoltaica che quella dell’installazione e manutenzione di impianti di riscaldamento. Competenze che ovviamente i nostri tecnici hanno acquisito nel corso della loro pluriennale esperienza e che sono a disposizione della vostra impresa.

Ma come si fa a progettare un impianto integrato fotovoltaico e pompa di calore? 

Abbiamo provato, insieme ai nostri tecnici, a ricapitolarne le fasi salienti.

Dimensionamento della pompa di calore e dei consumi generali

Quando si deve progettare un impianto integrato fotovoltaico e pompa di calore per le aziende, ma anche per i contesti domestici, la prima cosa da fare, è dimensionare correttamente la o le PDC elettrica. Grazie a questa operazione sarà infatti possibile determinare in maniera realistica i consumi annuali della tua impresa.

Per questa operazione è anche necessario considerare la variazione delle temperature esterne della località in cui si trova la tua impresa. Le pompe di calore infatti, potrebbero non funzionare efficacemente in condizioni climatiche particolarmente rigide. Tuttavia, difficilmente i capannoni industriali della tua impresa si troveranno in zone dal clima aspro.

Dopo aver dimensionato la pompa di calore correttamente dicevamo, è necessario sommare i consumi della tua impresa sommando quelli dei macchinari che utilizza nel suo ciclo produttivo. In questo modo avremo una stima abbastanza affidabile dei consumi elettrici dell’edificio.

Dimensionamento dell’impianto fotovoltaico

Il secondo passo da seguire per installare un impianto integrato fotovoltaico con una pompa di calore è quello di dimensionare l’impianto fotovoltaico correttamente. Ciò significa che l’impianto fotovoltaico debba soddisfare il fabbisogno energetico della tua azienda facendoti in questo modo risparmiare notevolmente in bolletta e liberando così risorse che potrai reinvestire.

Nel dimensionare correttamente un impianto fotovoltaico è necessario tenere conto dei seguenti fattori:

  • Superficie a disposizione. In questo caso si può installare un fotovoltaico sui tetti dei capannoni industriali rendendo produttiva quella che di fatto è una superficie improduttiva;
  • Posizione geografica dell’impianto in termini di latitudine. Non è un segreto che gli impianti fotovoltaici che si trovano al sud, sono mediamente più produttivi di quelli che si trovano al nord;
  • Temperatura ambientale media (anche la temperatura influenza il rendimento di un impianto);
  • Inclinazione dell’impianto (rispetto al piano orizzontale e rispetto al sud geografico).

A questo punto è inoltre necessario scegliere, anche in base alle esigenze della tua impresa, se dotare il fotovoltaico anche di una batteria di accumulo. Una scelta questa, che a nostro parere, è obbligatoria se il ciclo produttivo della tua impresa si svolge anche durante le ore notturne. Le batterie, soprattutto in quest’ultimo caso, e contribuiranno senza dubbio a far risparmiare di più nella bolletta elettrica dal momento che l’energia prodotta in eccesso dall’impianto verrà stoccata per essere riutilizzata nel momento del bisogno.

Impianto fotovoltaico con una pompa di calore: tutti i vantaggi

I vantaggi di fotovoltaico e pompa di calore sono sostanzialmente 4, i seguenti:

  • Abbinare un impianto fotovoltaico e pompa di calore significa soprattutto ridurre i consumi in bolletta. In questo modo è infatti possibile usare l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari per alimentare la pompa di calore senza quindi prelevarla dalla rete elettrica nazionale.
  • Fotovoltaico e pompa di calore contribuiranno a trasformare l’edificio in cui sono installati in una vera e propria  batteria termica. In sostanza si tratta di far andare al massimo la PDC nei momenti di massima produzione di energia dell’impianto fotovoltaico. Ciò favorirà l’accumulo di energia termica per la produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento.
  • Quando l’edificio viene riscaldato è come se si stesse caricando di energia termica che rilascerà tanto più lentamente quanto più sarà efficace l’involucro di isolamento. Questo significa che raggiunta una certa temperatura, comfortevole per operai e macchinari, il sistema può anche “spegnersi” e risparmiare così energia.
  • Abbinare fotovoltaico e pompa di calore in questo caso significa bilanciare la richiesta energetica delle abitazioni attenuando i picchi di richiesta. Picchi imputabili soprattutto alla “fame” di energia elettrica della Pompa di calore.

Gli svantaggi

Gli svantaggi di un sistema per le imprese che integra fotovoltaico con una pompa di calore sono… nessuno!

Ovviamente la precedente affermazione può essere vera solamente se i dimensionamenti di entrambi gli impianti sono stati eseguiti a regola d’arte. E’ facile sbagliare quando si deve settare potenza termica erogata dalla pompa di calore in funzione della produzione fotovoltaica. In questo caso infatti si corre il rischio che nei momenti in cui la produzione di energia è scarsa la pompa di calore non sia in grado di garantire il giusto comfort agli operai o ai macchinari della tua impresa.

Vuoi più informazioni su come installare un impianto fotovoltaico e pompa di calore nella tua impresa? 

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Il bonus alberghi o tax credit 2021

Tutto quello che c’è da sapere sul bonus alberghi ovvero il tax credit 2021 per le strutture ricettive

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Il Decreto Agosto 2020 ha reintrodotto delle misure volte ad incentivare la riqualificazione energetica e strutturale degli immobili occupati da strutture ricettive. La misura, dal momento che si rivolge alle strutture ricettive, è anche conosciuta come Bonus Alberghi e sarà in vigore fino a fine 2021. Il bonus alberghi prevede la fruizione di un credito d’imposta pari al 65% per le spese sostenute dalle strutture ricettive per la riqualificazione dei propri immobili.

Quella del bonus alberghi è quindi una misura di sostegno all’economia che si va a sommare alle altre predisposte come risposta alla pandemia che ho colpito duramente tutto il mondo, non solo l’Italia. Un sostegno all’economia che ha una strategia ben definita, quella della transizione ecologica e che punta quindi ad incentivare il più possibile l’efficienza energetica ed il ricorso alle fonti rinnovabili. Clicca qui e scopri tutti gli incentivi per il fotovoltaico per le imprese del 2021.

Come dicevamo, il comparto produttivo italiano è stato duramente colpito dalla pandemia, ma non solo il comparto produttivo. Il settore turistico-alberghiero e termale è in realtà stato colpito più duramente di altri. Grazie al bonus alberghi quindi queste strutture potranno usufruire del credito d’imposta per la riqualificazione e il miglioramento dei propri immobili.

A ben vedere si tratta di una misura non nuova nel panorama italiano anche questa volta è stata riproposta in una versione sensibilmente rafforzata. Ma in cosa consiste questo bonus alberghi di preciso? Chi può richiedere la detrazione? 

Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti ed abbiamo raccolto ciò che è emerso dalla loro analisi in questo approfondimento.

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Chi può richiedere il bonus alberghi?

Il bonus alberghi oppure “Tax Credit per riqualificazione delle strutture ricettive” è quindi una misura di sostegno che ben vedere cerca di incentivare la modernizzazione e quindi l’innalzamento della qualità delle strutture ricettive del Paese.

La normativa di riferimento definisce le seguenti tipologie di soggetti ammissibili al credito d’imposta:

  • le residenze turistico-alberghiere;
  • gli alberghi;
  • i villaggi albergo;
  • gli alberghi diffusi.

Ma i beneficiari del bonus alberghi non finiscono qui. Possono infatti beneficiare dell’agevolazione anche

  • stabilimenti termali;
  • agriturismi;
  • strutture ricettive all’aria aperta.

Quali sono gli interventi per cui si può richiedere il Tax Credit per riqualificazione delle strutture ricettive?

Gli interventi per cui si può richiedere il bonus alberghi sono molteplici e riguardano sia l’ambito edilizio che energetico. In questa sede abbiamo cercato di focalizzare la nostra attenzione proprio su questi ultimi pertanto abbiamo ritenuto opportuno elencarli qui di seguito:

  • interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione con: impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione; impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza; impianti di cogenerazione e trigenerazione ad alto rendimento;
  • installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica;
  • interventi sull’involucro edilizio;
  • installazione di schermature solari esterne mobili finalizzate alla riduzione dei consumi per condizionamento estivo;
  • coibentazione degli immobili ai fini della riduzione della dispersione termica;
  • installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua;
  • realizzazione di impianti elettrici, termici e idraulici finalizzati alla riduzione del consumo energetico (impianti di riscaldamento ad alta efficienza, sensori termici, illuminazioni led, attrezzature a classe energetica A, A+, A++, A+++).

Il bonus alberghi è cumulabile con l’ecobonus o con il sismabonus?

Il bonus alberghi può essere fruito in alternativa alle agevolazioni “ecobonus” e “sismabonus”, dai titolari di reddito d’impresa che effettuano gli interventi su immobili da essi posseduti o detenuti. Una condizione che sarà valida a prescindere dalla qualificazione di questi immobili che quindi potranno essere sia “strumentali” che “beni merce” o “patrimoniali”.

Ciò è quanto emerge dalla risposta all’interpello n. 549 del 13 novembre 2020 dell’Agenzia delle Entrate in cui la stessa agenzia fornisce proprio dei chiarimenti specifici in tema di detrazione bonus combinato sisma-eco.

Per gli interventi finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica infatti spettano infatti in alternativa alle detrazioni previste, due diverse percentuali di detrazione:

  • 80 per cento, dove gli interventi determinino il passaggio ad una classe di rischio inferiore,
  • 85 per cento nel caso in cui gli interventi determinino il passaggio a due classi di rischio inferiori.

La detrazione in questione può essere recuperata in 10 anni tramite quote annuali di pari importo e su un ammontare massimo delle spese di 136.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio. Ciò, ripetiamo ancora una volta, a prescindere dalla qualificazione di detti immobili come ” strumentali”, “beni merce” o “patrimoniali” per i titolari di reddito d’imposta che effettuano tali interventi su su immobili da essi posseduti o detenuti.

Le novità sul bonus alberghi apportate dal DL Rilancio

Il Decreto Rilancio stabilisce inoltre importanti novità sulle possibilità di fruire della detrazione del bonus alberghi. In particolare, è possibile fruire di tale detrazione anche tramite lo sconto in fattura, di fatto anticipato dal fornitore dei servizi, o tramite la cessione del credito d’imposta. Una possibilità, quest’ultima, che prevede la cessione di tale credito a soggetti terzi ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

In questo modo, gli imprenditori che intendono fruire del bonus alberghi, non dovranno attendere 10 anni per recuperare la cifra cui ammonta la detrazione ma potranno farlo subito. Un fatto di non poco conto per chi vuole avere un riscontro pressoché immediato dell’investimento effettuato.

Certo, il meccanismo non è affatto semplice dal momento che le lungaggini burocratiche oltre che tecniche ostacolano la reale efficacia della misura. Per questo motivo noi di Solar Cash ci siamo specializzati proprio nel far ottenere ai nostri clienti le detrazioni fiscali di cui hanno diritto in maniera certa e nel più breve tempo possibile. Solo così siamo in grado di realizzare impianti energetici e termici basate sulle esigenze energetiche, ma soprattutto economiche dei nostri contraenti.

Ma in cosa consiste l’efficientamento energetico di preciso?

Abbiamo detto che il bonus alberghi serve sostanzialmente ad incentivare tutti quegli interventi di efficientamento energetico che le strutture ricettive vogliono effettuare.

In questo caso con efficientamento energetico delle strutture ricettive si intende una riqualifica dell’immobile in cui ha sede l’attività a livello energetico. Una riqualifica che di solito implica anche un certo restyling funzionale dell’azienda dal momento che ridurrà le spese energetiche aumentando così i ricavi utilizzando le energie rinnovabili per la produzione di energia.

Ad esempio installare un fotovoltaico per gli alberghi è sinonimo di moltissimi vantaggi. Quelli principali sono economici dal momento che l’attività ricettiva andrà incontro ad un abbattimento dei consumi e dei costi della bolletta, ma non solo questo. Produrre energia da fonti rinnovabili significa anche produrre meno inquinamento e rendere quindi più sostenibile l’attività imprenditoriale. Un fattore che, oltre ad aumentare il valore stesso dell’immobile, ha anche un ritorno in termini di immagine non indifferente.

Inoltre, il sistema fotovoltaico aziendale contribuisce all’introduzione delle cosiddette Energy Community in cui, i soggetti che ne fanno parte, producono e condividono l’energia per il proprio consumo con evidenti vantaggi, anche in questo caso economici. Se vuoi approfondire la tematica delle comunità energetiche puoi cliccare qui e leggere il nostro approfondimento dedicato.

Cosa aspetti quindi ad utilizzare il bonus alberghi per la riqualificazione energetica della tua struttura ricettiva?

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Fotovoltaico in agricoltura: è il momento giusto!

Fotovoltaico in agricoltura: come mai oggi potrebbe essere il momento giusto?

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Per centrare gli obiettivi 2030 in tema di Green Deal Europeo occorre aumentare la potenza installata del fotovoltaico in agricoltura e più in generale in tutto il comparto produttivo Italiano.

Quanto abbiamo affermato è un dato di fatto, un impegno che lo stato italiano ha preso in quanto membro della comunità Europea. In questo approfondimento abbiamo quindi cercato di concentrarci sul tema del fotovoltaico in agricoltura più che sul comparto produttivo italiano in generale.

Cerchiamo quindi di fare il punto della situazione sul fotovoltaico in agricoltura e sul perché per questo settore sia un’opportunità da non perdere insieme ai nostri esperti qui di seguito.

Fotovoltaico in agricoltura tra comunità energetica e riqualificazione di aree inquinate

Il settore dell’agricoltura può e deve convivere con la produzione di energia elettrica da pannelli solari. Non solo devono convivere, ma il fotovoltaico in agricoltura è una vera e propria necessità per il nostro paese.

E’ anche grazie al fotovoltaico in agricoltura che gli esperti stimano sia possibile centrare gli obiettivi del PNIEC al 2030 in materia di produzione di energie rinnovabili. L’obiettivo è ambizioso e lo sforzo è significativo: entro 10 anni si deve riuscire a soddisfare più della metà (55%) del consumo energetico attuale tramite le fonti rinnovabili. Un obiettivo che dunque non può prescindere dalla grossa mano che solo il fotovoltaico può dare.

Certo, la situazione di partenza in Italia non è così drammatica. Al 31 dicembre 2019 risultano installati 29.421 impianti fotovoltaici inseriti nell’ambito di aziende agricole e di allevamento. La potenza complessiva che tali impianti producono è di 2.548 MW e una produzione lorda di 2.942 GWh (di cui 674 GWh di autoconsumo)- .

Tuttavia ciò non affatto sufficiente a raggiungere gli obiettivi prestabili pertanto è necessario uno sforzo in più.

Fotovoltaico in agricoltura: un tema assai delicato

Quello del fotovoltaico in agricoltura è tuttavia un tema assai delicato (come del resto avevamo accennato qui). In passato infatti sono emerse diverse criticità riguardo soprattutto il consumo del suolo agricolo da destinare, eventualmente, alla produzione di energia solare.

Il fotovoltaico in agricoltura è infatti stato criticato dal momento che per produrre energia elettrica sfruttando quella solare sono necessarie ampie superfici. Superfici che si pensava potessero essere sottratte a quelle agricole tramite un massiccio cambio di destinazione d’uso dei terreni agrari. Una soluzione che, se intrapresa, avrebbe di certo avuto un notevole impatto ambientale.

Tuttavia se vogliamo che il fotovoltaico in agricoltura dia il proprio contributo, dobbiamo superare queste criticità. A questo proposito potrebbe essere più utile considerare i risultati raggiunti oggi dalle migliaia di imprese agricole che hanno investito sul fotovoltaico. Risultati che potrebbero portare ad ulteriori ricadute che potrebbero riguardare un nuovo sviluppo del fotovoltaico.

Ovviamente sarà possibile integrare in maniera corretta fotovoltaico ed agricoltura solamente se riusciremo a coinvolgere appieno gli imprenditori agricoli. Un coinvolgimento che deve partire quindi dagli evidenti vantaggi che può portare il fotovoltaico in agricoltura soprattutto in termini ambientali ed economici.

Transizione energetica e sostenibilità: agricoltura e fotovoltaico al centro

Lo sviluppo del fotovoltaico in agricoltura è una grossa opportunità per gli imprenditori agricoli dal momento che grazie ad esso le azienda potranno mantenere o migliorare la propria produttività. Un aspetto che va di pari passo con l’evidente vantaggio di aumentare la sostenibilità delle produzioni agricole anche grazie ad una migliore gestione del suolo.

Il fotovoltaico può infatti anche essere visto come un’occasione di valorizzazione energetica dei terreni abbandonati o non idonei alla produzione agricola che, in assenza di specifici interventi, sono destinati al totale abbandono. Tuttavia il nodo della questione non è tanto quello della valorizzazione dei terreni non adatti a produrre reddito anche a causa delle criticità sopra riportate. Il nodo più importante della questione è quello delle coperture rurali.

La Commissione Europea infatti ha proposto di innalzare dal 40% al 55% la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030. Un obiettivo ambizioso che deve necessariamente passare per l’aumento della capacità di produzione di energia elettrica da quella solare.

Per far questo risulta quindi evidente che si debba andare alla ricerca di superfici adatte ad ospitare impianti fotovoltaici. Superfici che, nel caso delle aziende agricole e zootecniche, possono benissimo essere quelle dei tetti dei capannoni dedicati allo svolgimento delle attività produttive di queste imprese. Sono in molti gli imprenditori agricoli, anche grazie agli incentivi fotovoltaico aziende 2021, che si stanno decidendo ad investire sulle rinnovabili.

Le potenzialità dell’agro-fotovoltaico o del “solare sospeso”

Come abbiamo visto, il tema del consumo di suolo è molto sentito quando si parla di fotovoltaico in agricoltura. D’altronde non è questo il momento per mettersi ad utilizzare suolo agricolo per scopi diversi da quelli alimentari.

Per questo motivo l’attenzione è tutta rivolta a soluzioni tecnologiche in grado di garantire la compatibilità tra le due produzioni: agricola ed energetica. Compatibilità che deve però rispettare e tutelare il paesaggio in cui si cerca di far convivere le due produzioni.

In questo senso si parla di agro-fotovoltaico come di “fotovoltaico sospeso”. In sostanza si tratta di campi coltivati dotati di un’infrastruttura con tracker monoassiali ovvero campi con pannelli solari bifacciali. Il fotovoltaico “in sospensione” è quindi un valido esempio di come si può garantire la compatibilità tra la produzione energetica e quella agricola integrando al tempo stesso gli impianti nel contesto rurale.

Nuova vita green per le aree inquinate e comunità energetiche

Per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030, ricorrere al fotovoltaico in agricoltura solo sulle coperture degli edifici rurali potrebbe non essere sufficiente.

Se da un lato non possiamo sottrarre ulteriore suolo alle produzioni agricole, dall’altro è vero che esistono molte aree abbandonate, marginali o non idonee alla coltivazione. Aree che potrebbero quindi trovare una nuova centralità se venissero dedicate alla produzione di energia rinnovabile, d’intesa con i proprietari agricoli. In questo contesto potrebbero essere inserite anche tutte quelle aree considerate come contaminate come ad esempio quelle vicino all’ILVA di Taranto.

Un’altra strada da percorrere per favorire l’ingresso del fotovoltaico in agricoltura è quella delle Comunità Energetiche. Una C.E. è a tutti gli effetti un soggetto giuridico autonomo basato sulla partecipazione di persone, PMI o autorità locali (amministrazioni comunali incluse) che si bassa sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e condivisione della stessa fra i propri membri. Possiamo quindi immaginare la nascita di comunità energetiche costituite da aziende agricole limitrofe. Se vuoi approfondire questa tematica puoi leggere il nostro approfondimento cliccando qui!

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Il connubio tra fotovoltaico e agricoltura

Fotovoltaico e agricoltura insieme per la transizione ecologica. Ecco tutti i vantaggi

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Il binomio fotovoltaico e agricoltura può produrre enormi benefici per un paese che, come l’Italia, ha deciso di investire in maniera decisa nella transizione ecologica. Oggi è infatti possibile creare delle imprese agricole che siano energeticamente indipendenti proprio grazie al fotovoltaico.

Il binomio fotovoltaico e agricoltura potrebbe infatti donare nuova linfa vitale a quelle aree agricole che oggi sono ritenute a rischio di abbandono oppure a bassa redditività. Lo sfruttamento di superfici che in questo momento non producono reddito, come ad esempio i tetti dei magazzini agricoli o degli allevamenti ha due vantaggi. Da un lato potrebbe ridurre i costi energetici dell’impresa agricola, dall’altro potrebbe aumentare il valore dell’immobile. C’è inoltre la possibilità di sfruttare aree abbandonate o attualmente incolte e destinarle alla produzione di energia solare.

Questo è quanto emerge dal paper di Confagricoltura che di fatto anticipa alcuni degli argomenti che saranno al centro del prossimo G20 che si terrà a Trieste proprio in questi giorni.

Fotovoltaico e agricoltura: il paper di Confagricoltura

All’interno del paper su fotovoltaico ed agricoltura sono molte le indicazioni proposte in coerenza con gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile e di decarbonizzazione da raggiungere entro il 2030.

Accanto allo sviluppo di comunità energetiche, alla massima diffusione degli impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici rurali e all’efficientamento del parco esistente, Confagricoltura propone un ulteriore misura. E’ infatti necessario promuovere la realizzazione di impianti fotovoltaici, anche a terra, senza però sottrarre superfici agricole ad oggi utilizzate. Per farlo si dovranno intraprendere delle soluzioni innovative di agro-voltaico in modo da integrare la produzione di energia solare con la produzione agricola e zootecnica (puoi approfondire l’argomento qui).

Fotovoltaico e agricoltura è quindi un binomio che può rappresentare una forte crescita, sia economica che ambientale, per tutto il settore agricolo ma non solo. Il discorso può anche essere esteso all’industria oppure alle comunità locali.

Ed è proprio in questo senso che vanno le misure approvate nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). All’interno del piano infatti troviamo delle risorse indirizzate appunto all’installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole: gri-solare sugli edifici agricoli, agro-voltaico, ecc. Accanto ad esse poi, grazie al nuovo DL Semplificazioni, sono state introdotte alcune semplificazioni burocratiche in grado di agevolare la procedura.

Gli obiettivi del PNRR

Per capire quanto sia importante il PNRR per fotovoltaico e agricoltura basta dare un’occhiata agli ambiziosi traguardi individuati. Sull’agro-voltaico infatti il PNRR prevedere di raggiungere una capacità produttiva di oltre 1 GW, con 1,1 miliardi di investimento a regime.

Parallelamente si ravvisa la necessità di elaborare una strategia che permetta di raggiungere gli obiettivi fissati dal Green Deal al 2030. Per questo è necessario incrementare la capacità di produzione dell’energia da fonti rinnovabili di almeno 70 GW, 50 dei quali dovrà essere costituita da impianti fotovoltaici.

Perchè ricorrere al fotovoltaico per aziende agricole?

Se possiedi un azienda agricola e vorresti ridurre le spese dell’elettricità il momento giusto è adesso.

In questo modo non solo potresti intercettare gli incentivi del PNRR che già si vanno a sommare a quelli in vigore in questo momento, ma potresti dare una svolta green alla tua impresa migliorandone anche la sua immagine.

Inoltre, se a questi incentivi aggiungiamo anche il risparmio in bolletta garantito dall’ impianto fotovoltaico è evidente come riuscirai ad abbattare non solo i costi ma anche i tempi di rientro dall’investimento!  

Non c’è alcuna differenza fra un impianto fotovoltaico per aziende agricole e quello domestico. I componenti che si utilizzano per la sua realizzazione sono infatti gli stessi. Tuttavia il binomio agricoltura e fotovoltaico è particolarmente conveniente dal momento che le aziende agricole possono di certo vantare delle superfici più ampie per ospitare i pannelli solari. In questo modo l’impianto avrà una resa energetica decisamente maggiore e così anche i risparmi potranno essere decisamente maggiori!

Insomma il binomio fotovoltaico e agricoltura rappresenta a tutti gli effetti una svolta green ed ecosostenibile. Grazie ai pannelli solari potresti infatti compiere un passo deciso verso l’indipendenza energetica riuscendo ad auto-consumare l’energia che produce la tua impresa.

Fotovoltaico e agricoltura: un binomio vincente grazie a Solar Cash

Noi di Solar Cash operiamo da oramai diversi anni nel settore del fotovoltaico rivolgendo i nostri servizi esclusivamente a PMI e grandi imprese.

Facciamo dell’affidabilità e della qualità i nostri punti di forza e grazie al know-how accumulato nel corso del tempo siamo in grado di garantirti la progettazione e realizzazione della soluzione migliore in base alle tue esigenze. Rendiamo possibile il concretizzarsi di progetti di riqualificazione energetica valutando sia gli aspetti tecnologici che quelli finanziari.

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Ecobonus per aziende: quali sono quelli che spettano alle società?

Gli ecobonus per aziende spettano alle società come Srl, Sas, Snc, Spa ed ai lavoratori autonomi e professionisti?

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Il 2020 ed il 2021 sono stati degli anni particolari per quanto riguarda le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica ed edilizia degli immobili. I governi Italiani che si sono succeduti in questo breve lasso di tempo infatti hanno dovuto approvare misure straordinarie per contrastare la crisi economica dovuta alla pandemia. Misure straordinarie che hanno avuto come uno dei capisaldi quello degli incentivi per la riqualificazione edilizia ed energetica degli immobili.

Ma questi incentivi o ecobonus possono essere fruiti dalle imprese o dai liberi professionisti? Quali sono gli ecobonus per imprese in vigore nel 2021?

Accanto agli incentivi fotovoltaico 2021 per le aziende infatti esistono molti altri ecobonus per aziende che possono rendere davvero conveniente investire sulla sostenibilità ambientale.

Abbiamo quindi cercato di fare il punto della situazione per quanto riguarda tutti gli ecobonus per imprese, oltre che per quelli riguardanti più da vicino il settore dell’edilizia in questo approfondimento.

Attenzione! Il Decreto Legge 11/2023 ha impattato sulla cessione del credito d’imposta. Clicca qui per conoscere le ultime novità.

Ecobonus per aziende

A differenza di quanto vedremo in seguito gli ecobonus per aziende possono essere sfruttati anche per un immobile strumentale all’esercizio dell’attività. Esistono inoltre due tipi ecobonus per imprese che si differenziano in base alla loro percentuale di detrazione: quelli al 50% e quelli al 60%.

Come è ovvio, per accedere agli ecobonus per imprese in questione è necessario che l’edificio sul quale si effettua l’intervento di riqualificazione energetica sia esistente. Non potranno rientrare in queste detrazioni quindi gli interventi effettuati sugli edifici ancora da costruire o costruiti ex-novo.

Possono pertanto accedere agli ecobonus per aziende tutti i seguenti contribuenti che conseguono un reddito d’impresa :

  • persone fisiche;
  • società di persone: società semplice SS, società in nome collettivo SNC; società in accomandita semplice SAS;
  • s. di capitali: società a responsabilità limitata semplificata SRLS, società per azioni SPA, società a responsabilità limitata SRL, società in accomandita per azioni SAPA.

Ricordiamo inoltre che gli ecobonus per imprese sono fruibili anche nel caso di interventi su beni merce sia patrimoniali che strumentali. Ma le belle notizie non finiscono qui. Gli ecobonus per aziende e società danno anche diretto a due modalità alternative per usufruire della detrazione fiscale: la cessione del credito e lo sconto in fattura!

Bonus Ristrutturazione per le imprese

Non solo le persone fisiche possono fruire dei benefici del bonus Ristrutturazione ma anche i soggetti che producono redditi in forma associata, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce. Ciò significa che gli immobili che ricadono in ambito privatistico come quelli appartenenti a società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari possono fruire del bonus.

Questo perché i bonus ristrutturazioni possono essere portati in detrazione solamente dalle persone fisiche che pagano l’imposta sul reddito IRPEF. Risulta evidente quindi come in questa categoria rientrano anche i lavoratori autonomi e professionisti come le partite IVA e le micro-imprese. Merita però specificare che le SRL, SRLS o le SPA, che sono quindi soggette a tassazione IRES non possono accedere all’incentivo.

Ci sono importanti limitazioni inoltre che per le società di persone SS, SNC e SAS e per gli imprenditori individuali. Costoro infatti possono si accedere al bonus ristrutturazione, ma non per quanto riguarda quelle lavorazioni che devono essere effettuate su beni strumentali ed i beni merce. In particolare, con quest’ultima definizione ci si riferisce a no tutti quei “materiali” che vengono acquistati per essere rivenduti o per essere impiegati nei processi produttivi, come, ad esempio, le materie prime. I beni strumentali invece sono degli oggetti che vengono utilizzati per compiere l’attività produttiva dell’impresa, come ad esempio i computer o i macchinari per la produzione.

Pertanto possiamo facilmente dedurre che i lavori svolti sull’involucro dell’edificio in cui si svolge l’attività di un’impresa o azienda non possono essere agevolati. Lo stabile è infatti a tutti gli effetti un bene strumentale. Inoltre possono accedere al bonus ristrutturazione i professionisti o i lavori autonomi soggetti a regime fiscale ordinario su beni privati ma non quelli sottoposti a regime forfettario o dei minimi.

Sismabonus per le aziende

Fra le agevolazioni fiscali 2021 per le imprese e per le società c’è anche il Sismabonus. In particolare a questa detrazione possono accedere i seguenti soggetti:

  • imprenditori individuali, solamente per quanto riguarda gli immobili adibiti ad attività produttive;
  • soggetti che producono redditi in forma associata come società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari.

Inoltre merita precisare che è possibile intervenire sia su beni merce, sia su quelli patrimoniali che strumentali come del resto stabilito dall’Agenzia delle Entrate tramite la risoluzione 34/2020 del 25 giugno.

Bonus facciate

Le società ed imprese possono accedere anche alle detrazioni previste dal bonus facciate. In particolare, possono richiedere queste agevolazioni i seguenti tipi di imprese:

  • le società semplici;
  • le associazioni tra professionisti;
  • i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali).

Superbonus per le aziende

Abbiamo quindi visto quali sono gli ecobonus per aziende e le altre detrazioni fiscali che gli imprenditori possono richiedere per far fronte alle spese di ristrutturazione edilizia o sismica oltre che di riqualificazione energetica. In questo contesto quindi, come si colloca il Superbonus 110%?

Come abbiamo già avuto modo di affrontare in queste pagine le aziende non possono usufruire della maxi-detrazione fiscale. Tuttavia esistono delle eccezioni degne di nota che riguardano casistiche particolari che ti invitiamo ad approfondire in questo articolo.

Vuoi conoscere gli incentivi per il fotovoltaico delle aziende in vigore nel 2022? Clicca qui!

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Le detrazioni per le schermature solari

Alla scoperta delle detrazioni per le schermature solari per le imprese in vigore

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Fra queste pagine abbiamo già avuto modo di affrontare cosa siano ed a cosa servano le schermature solari per le imprese (ne parliamo qui) ma un breve riassunto non fa mai male.

Le schermature solari oppure le chiusure oscuranti sono dei dispositivi che servono a proteggere gli edifici dal sole. Si tratta quindi di sistemi che, se applicati all’esterno oppure integrati all’ interno di una superficie vetrata trasparente, permettono una riduzione della radiazione solare e di avere anche un effetto di modulazione della luce.

In ultima analisi, sono quindi dei dispositivi che oltre ad avere una valenza estetica, hanno una valenza funzionale molto maggiore. Con questi dispositivi infatti le aziende riescono a migliorare l’efficienza dei loro impianti di climatizzazione, sia invernale che e estivo, e l’illuminazione dei loro locali. Le conseguenze di tutto ciò sono particolarmente evidenti nelle bollette che anche grazie a questi dispositivi beneficeranno di una riduzione notevole. Riduzione che può essere ancora maggiore qualora si adottino tecnologie come le pompe di calore!

Questi dispositivi contribuiscono per cui a garantire alti livelli di efficienza energetica degli edifici in cui sono installati. Per questo motivo sono oggetto di incentivi da parte della normativa italiana che infatti prevede delle detrazioni per le schermature solari.

Ma come funzionano queste detrazioni per le schermature solari? In cosa consistono?

Abbiamo cercato di fare il punto della situazione in questo approfondimento.

Che cos’è la detrazione per le schermature solari

La detrazione per le schermature solari è di fatto uno sconto sulle imposte da pagare. La normativa italiana prevede questa agevolazione quando vengono certificate delle spese sostenute per migliorare l’efficienza energetica di edifici esistenti.

A prevedere questa detrazione è stata la legge di bilancio 2020 dal momento che classifica gli interventi per la posa in opera di questi dispositivi come interventi di riqualificazione energetica e per il rifacimento delle facciate. Per questo motivo la detrazione per le schermature solari ammonta fino al 50% per interventi dal costo fino a € 230,00 al metro quadro per un massimo di 60.000 €. 

Come oramai i legislatori italiani ci hanno abituato a fare da qualche anno a questa parte, è possibile usufruire della detrazione anche tramite la cessione del credito oppure anche tramite lo sconto in fattura da parte del rivenditore.

Il valore della detrazione viene compensato in 10 rate a valore costante a valere sull’IRPEF per le persone fisiche o a valere sull’IRES per i Soggetti che hanno reddito d’impresa.

Immobili beneficiari della detrazione

Gli immobili che possono beneficiare per la detrazione per le schermature solari sono i seguenti

  • residenziali (o parti di essi) di qualsivoglia categoria catastale purché riscaldati;
  • destinati all’attività di impresa o all’attività professionale (quindi anche ristoranti, alberghi o altre attività commerciali);
  • “esistenti” ossia accatastati o con richiesta di accatastamento in corso e in regola con il pagamento di eventuali tributi;

Sono invece esclusi gli immobili in costruzione o interventi assimilabili come gli ampliamenti.

Chi può usufruire della detrazione per schermature solari?

Possono usufruire della detrazione per le schermature solari tutti i contribuenti. Non importa che siano residenti nell’edificio oppure se siano titolari di reddito d’impresa. L’importante è che possiedano, a qualsiasi titolo, l’immobile oggetto dell’intervento.

In particolare, gli imprenditori, possono dedurre fiscalmente la quota di ammortamento della spesa sostenuta al netto dell’IVA (detraibile) ed inoltre beneficiare della detrazione. Un doppio vantaggio che la dice lunga sulle intenzioni del legislatore durante l’approvazione di queste misure volte ad incentivare le imprese.

Quali schermature solari possono dare accesso alla normativa?

Per ottenere la detrazione, le schermature solari devono:

  • essere applicate in modo solidale con l’involucro edilizio e non liberamente montabili e smontabili dall’utente;
  • proteggere di una superficie vetrata;
  • essere installate all’interno, all’esterno o integrate alla superficie vetrata;
  • non essere fisse ma mobili,
  • possedere livelli di prestazione della classe di schermatura solare energetica pari a gTot ≤ 0,35 );
  • essere orientate da EST a OVEST passando per SUD. Sono quindi escluse quelle orientate a NORD, NORD-EST e NORD-OVEST. Per le chiusure oscuranti invece sono ammessi tutti gli orientamenti;
  • possedere una marcatura CE;
  • rispettare le leggi e normative nazionali e locali in tema di sicurezza e di efficienza energetica.

Quali spese possono rientrare nelle detrazioni per le schermature solari?

Le spese che possono rientrare nelle detrazioni per schermature solari per imprese e privati sono le seguenti:

  • fornitura e posa in opera di tende da sole e pergole;
  • eventuale smontaggio e dismissione di analoghi sistemi preesistenti;
  • opere provvisionali e accessorie;
  • spese per le prestazioni professionali necessarie alla realizzazione degli interventi nonché della documentazione tecnica necessaria

Le detrazioni sono da intendersi per tutti quegli interventi di installazione di una nuova schermatura solare. Non possono quindi fruire dell’agevolazione tutti gli interventi di sostituzione parziale di componenti del prodotto, quali telo, motori, manovre, ecc.

Altre precisazioni

La detrazione d’imposta 50% per le schermature solari non è cumulabile con le altre agevolazioni fiscali previste per i medesimi interventi da altre disposizioni di legge. Non è quindi cumulabile, ad esempio, con le detrazioni previste per le ristrutturazioni edilizie;

Gli imprenditori o i possessori di P.Iva che esercitano attività d’impresa possono fruire della detrazione con riferimento ai fabbricati strumentali da essi utilizzati nell’esercizio della loro attività imprenditoriale.

Se sei interessato a capire come fare per usufruire delle detrazioni per le schermature solari per le imprese o per le altre attività che possono essere fonti di reddito compila il form che trovi in questa pagina ed aspetta la chiamata di un nostro operatore!

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Schermature solari per le imprese: a cosa servono?

Schermature solari per le imprese: cosa sono e a cosa servono? Scopri tutti i vantaggi

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Le schermature solari oppure le chiusure oscuranti sono dei dispositivi che servono a proteggere gli edifici dal sole. Come ben saprete infatti, l’energia sprigionata dal sole può essere utile, specie quando la si usa come fonte rinnovabile per produrre energia elettrica, sia dannosa. A testimoniarlo c’è il fatto che se da un lato sono sempre più le aziende che ricorrono agli impianti fotovoltaici aziendali, dall’altro sono sempre più le aziende che hanno anche bisogno al tempo stesso di “proteggersi” da questa energia.

Ma perché si dovrebbero proteggere gli edifici delle imprese dall’energia sprigionata dal sole? A cosa servono in sostanza le schermature solari per le imprese?

Abbiamo provato a porre queste domande ai nostri esperti che gentilmente ci hanno spiegato cosa sono le schermature solari per le imprese, a cosa servono e perché sono utili. Continua a leggere per scoprire di più!

Che cosa sono le schermature solari?

Prima di proseguire oltre è necessario, a nostro avviso, spiegare brevemente in cosa consistono questi particolari dispositivi.

Per schermature solari si intendono dei sistemi che, se applicati all’esterno oppure integrati all’ interno di una superficie vetrata trasparente, permettono una riduzione della radiazione solare. Non solo riduzione, ma anche modulazione della luce: sono infatti dispositivi che possono far passare o meno i raggi della luce solare.

Le schermature solari quindi possono essere dispositivi come i seguenti:

  • tenda interna;
  • schermo nel vetro;
  • tapparelle o persiane (cieche e semicieche);
  • veneziane, tende plisettate, lamelle orientabili;
  • tende da sole parallele al vetro o in generale;
  • tettoie;

Tuttavia, dal momento che i dispositivi di questo tipo vengono definite schermature, dovranno anche essere:

  1. capaci di adeguarsi al variare della luce e della temperatura;
  2. combinati a un infisso o vetrata;
  3. capaci di regolare flussi luminosi e termici.

A cosa servono le schermature solari per le imprese?

Le schermature solari sono quindi dei sistemi di protezione che servono a migliorare le condizioni di comfort termico e illumino-tecnico negli edifici. Sono infatti dei sistemi atti a proteggere la casa, l’azienda, il capannone ed ogni tipo di vetro dai raggi solari.

Questo significa che sono una soluzione semplice ma efficace per risparmiare energia, lavorare meglio ed anche estetica in grado di migliorare l’aspetto dell’edificio.

Ma come mai? Proviamo a prendere in esame i vari punti appena elencati.

Le schermature solari per aziende aiutano a risparmiare

Immaginiamo un capannone industriale con ampie superfici in vetro che durante l’estate viene colpito tutto il giorno dai raggi del sole. In assenza di un sistema di climatizzazione, un ambiente di questo tipo sarebbe soggetto al tipico effetto serra raggiungendo temperature troppo elevate per i suoi occupanti (lavoratori). Per questo motivo molti edifici con queste caratteristiche possiedono dei sistemi di climatizzazione.

Tuttavia, un edificio con queste caratteristiche tende sempre a scaldarsi molto velocemente. Questo significa che l’impianto di climatizzazione lavorerebbe sempre a ritmi serrati consumando un sacco di energia, e probabilmente con risultati non troppo eccelsi.

Le schermature solari per le aziende quindi, fanno in modo di ridurre il surriscaldamento degli ambienti di lavoro, riuscendo così a mantenere bassi i costi energetici per l’impianto di climatizzazione. Costi che, grazie un impianto fotovoltaico in azienda installato grazie agli incentivi per le imprese 2021 possono essere davvero alla portata di tutti!

Un ambiente confortevole è sinonimo di produttività

Garantire ai propri lavoratori ambienti con temperature confortevoli dovrebbe essere una delle priorità di ogni imprenditore. Sono molte le evidenze scientifiche di ciò.

Un ambiente di lavoro con temperature troppo elevate ha infatti conseguenze sulla concentrazione dei lavoratori. E la concentrazione è fondamentale sia ai fini dell’attività produttiva che si deve portare a termine sia per l’incolumità dei lavoratori, specie se si lavora in ambienti in cui sono presenti dei rischi concreti per la salute.

Il caldo eccessivo ha anche conseguenze sullo stato d’animo dei lavoratori. Con il caldo eccessivo si registra infatti una maggiore facilità a lasciarsi andare ad episodi di nervosismo che di certo non fanno bene alla produttività aziendale.

Coperture solari per regolare i flussi luminosi

Proteggersi dal sole tramite le schermature solari per le imprese è quindi fondamentale. Tuttavia, in periodi dell’anno in cui non c’è tanta luce solare, come ad esempio l’inverno, potrebbe essere addirittura controproducente.

Se non c’è la luce del sole infatti, gli ambienti che d’estate vengono raffreddati dal condizionatore, difficilmente possono sfruttare l’energia solare per essere riscaldati. Il ragionamento è quindi esattamente inverso a quello che abbiamo fatto in precedenza, ma le considerazioni non finiscono certo qui.

Unito a ciò potrebbe esserci anche un problema di mera illuminazione. Per illuminare gli ambienti, specie se questi sono grandi superfici come ad esempio i capannoni industriali, c’è necessità di un notevole numero di lampadine. Questo significa che per far illuminare queste lampadine si dovrà utilizzare una notevole quantità di energia. Da ciò possiamo dedurre che se le coperture solari per imprese sono in grado di regolare i flussi luminosi, potremo avere necessità di meno elettricità per illuminare gli ambienti di lavoro.

Miglioramento estetico

In ultimo, installare delle schermature solari per imprese sui capannoni della nostra azienda o industria può aumentarne sensibilmente il gradimento estetico. Il design ricercato e funzionale in ogni dettaglio della maggior parte di questi dispositivi, dona loro una bellezza estetica degna di nota.

In questo modo le schermature solari per le imprese sono anche un’ottima soluzione per integrare architettura moderna e paesaggio circostante.

Conclusione

Le schermature solari per le imprese sono quindi un ottimo modo per ridurre i consumi energetici della tua azienda e per far felici i tuoi lavoratori!

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